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mercoledì 2 luglio 2025

La Calabria brucia e lo Stato tace!

Un ospedale in fiamme, ancora e ancora...

Già... non per un incidente o per sfortuna, ma per l’ennesimo atto di violenza contro una terra che implora semplicemente "normalità".

L'Ospedale della Sibaritide aspetta da vent'anni una struttura che dovrebbe salvare vite, e invece vede quel cantiere ridotto in cenere, già... sotto gli occhi di tutti.

E lo Stato? Lo Stato osserva, proclama, promette indagini, ma nel frattempo le ruspe della ‘ndrangheta continuano a demolire il futuro senza che nessuno le fermi davvero.

Presidente Mattarella, Presidente Meloni, dov’è lo Stato quando serve? Quante volte deve bruciare un ospedale prima che qualcuno decida di intervenire con la stessa fermezza con cui si riempiono i discorsi pubblici?

Per favore basta.... mi sono stancato di dover sentire le solite frasi, non servono più parole, servono fatti, servono soldati che presidiano giorno e notte, servono controlli più ferrei che non finiscano come da troppo tempo accade con un comunicato stampa: perché se un cantiere - peraltro videosorvegliato - può essere sabotato due volte in due giorni, allora non c’è sicurezza, ma solo complicità!

Il Commissario alla sanità, Roberto Occhiuto, li chiama “vermi”, e ha ragione. Ma il sottoscritto aggiunge che i vermi prosperano solo dove c’è marcio. E il marcio qui è l’impunità, è il racket che si permette di dettare legge mentre le istituzioni annaspano tra ritardi e omissioni. Sì... l’ospedale sarà ricostruito, dicono sempre così, ma mi chiedo: quanti altri incendi serviranno prima di ammettere che senza una risposta militare, senza una presenza permanente, quei cantieri resteranno sempre ostaggi delle stesse mani che oggi li incendiano?

La Calabria merita di più che essere una cronaca di fuoco e rassegnazione. Eppure, mentre i politici fanno a gara per condannare quanto accaduto - ovviamente (come belle statuine) dinnanzi alle Tv a reti unificate - sul terreno non cambia nulla.

Le fiamme di oggi sono le stesse di ieri, e saranno le stesse di domani - lo dico da sempre per la mia Sicilia, lo ripeto oggi per quella meravigliosa regione (sorella) chiamata Calabria - finché qualcuno non avrà il coraggio di spezzare questo circolo. Ma quel coraggio, a quanto pare, ancora non c'è, ne da noi e ahimè neppure da loro!


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