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A rilevare non è il dato in sé... e cioè che un’impresa possa avere alle proprie dipendenze dei soggetti pregiudicati oppure sospettati di essere contigui ad ambienti mafiosi, quanto piuttosto che quella loro presenza possa ritenersi indicativa di un potere criminale ben organizzato, tale da incidere sulle politiche assunzionali...
Su quanto sopra espresso, proprio di ieri una circostanza che mi è stata raccontata, capitata personalmente ad un ragazzo durante la propria candidatura spontanea presso una nostra impresa siciliana e che mi sono ripromesso di descrivervi nel mio prossimo post di domani, una vicenda incredibile, ma che fa comprendere come in questa terra "infetta", dietro la ricerca di un'occupazione, vi sia sempre la necessità di trovarsi una cosiddetta "
amicizia"!!!
Ora riprendendo con il post, se si adotta quella prospettiva risulta chiaro il perché dover annoverare tra i tentativi di infiltrazione mafiosa anche l’assunzione di personale (
avente precedenti penali più o meno grave), già... all'interno di quelle imprese medio-piccole.
Ovviamente, sarebbe scorretto pensare che vi sia di fatto una forma di automatismo fra presenza di dipendenti "affiliati" o pseudo tali da un vero e proprio tentativo di infiltrazione mafiosa...
Del resto, se così non fosse, se ne ricaverebbe che un soggetto pregiudicato non debba mai essere assunto da alcuna impresa, viceversa, ritengo che proprio il lavoro rappresenti per quei soggetti l'unica possibilità di mutare il proprio futuro, allontanando da se... tutte quelle situazioni di malaffare e criminalità che l'hanno per l'appunto obbligato a scontare con lo Stato, le conseguenze dei reati precedentemente commessi...
Certo la legislazione è ancora oggi molto confusa... anche perché sono molte le imprese che prima di procedere con l'assunzione, richiedono a quel candidato taluni documenti, tra cui quei cosiddetti "certificato casellario" e "carichi pendenti", i quali ovviamente precludono di fatto, proprio a quei soggetti, qualsivoglia possibilità lavorativa...
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Ciò indirettamente determina per quell'imprenditore una situazione imbarazzante, perché se da un lato egli si ritrova gli strumenti necessari di verifica per evitare d'assumere personale "
controindicato", di contro, il decidere di procedere egualmente con quell'assunzione "
particolare", determina o quantomeno può dare adito -
alla magistratura o agli organi di polizia - ad un pensiero di contiguità con certi ambienti della criminalità organizzata, in particolare quando quell'impresa operi in settori fortemente “a rischio”, in cui cioè la pervasività del fenomeno mafioso è stata accertata e risulta ben evidente...
Mi riferisco ad esempio a quelle imprese che hanno l'obbligo d'iscrizione alla "white list", che dovrebbero non solo rispettare i parametri imposti dall'informativa antimafia, ma che proprio in via assolutamente preventiva, dovrebbero obbligarsi a portare a conoscenza delle autorità preposte la presenza di soggetti "controindicati" ai fini antimafia, ma che - attraverso una opportuna verifica - si potrà adempiere ad un corretto obbligo giuridico, che prevede - in questi casi particolari - il corretto inserimento di questi soggetti all'interno dello stato sociale...
Perché sappiamo bene tutti come funziona:
"la mafia si nutre della povertà, mentre il lavoro viceversa, libera propriamente da quei ricatti della criminalità organizzata"!!!
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