Per comprendere meglio l'impatto di questa presenza, basta confrontare questi numeri con quelli della 'ndrangheta calabrese, oggi considerata la mafia più pericolosa: quest'ultima conta "solo" 160 cosche e circa 5.500 affiliati.
È chiaro, dunque, quanto Cosa Nostra incida negativamente sul nostro territorio!!!
Va detto, però, che queste associazioni non si limitano a operare nei loro territori d'origine, al contrario, estendono le proprie attività criminali al Centro e al Nord Italia, stabilendo veri e propri "uffici di rappresentanza".
Queste, pur mascherati da realtà imprenditoriali legali sotto il profilo giuridico e amministrativo, spesso si trasformano in filiali operative, funzionali a riciclare il denaro proveniente dalla casa madre. In tal modo, riescono a far prosperare il loro business, incrementando a dismisura i profitti.
Non c’è settore dell’economia o della vita civile che sia immune da questa aggressività criminale, inoltre, la prassi consolidata delle imprese a partecipazione mafiosa ha portato molti imprenditori, un tempo onesti, ad adattarsi a queste dinamiche.
Pensare, però, che queste nuove formazioni mafiose siano semplicemente soggetti imprenditoriali è fuorviante.
Un simile approccio rischia di ridurre la mafia a un insieme di comportamenti isolati, quando in realtà essa opera come una struttura ben definita e radicata, con modalità specifiche e una strategia chiara.
La responsabilità di questa situazione, così come del debole contrasto a essa, risiede principalmente nella mancata comprensione della fenomenologia mafiosa nella sua complessità.
La politica, spesso, preferisce soprassedere per meri interessi personali, perpetuando un sistema basato sul "do ut des" e questo atteggiamento fa sì che molti scelgano di chiudere un occhio, partecipando indirettamente al sistema, piuttosto che impegnarsi nel contrasto alla mafia.
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