Si parla di curriculum, di legami, di equilibri di potere, ma quasi nessuno ricorda che una Procura così strategica dovrebbe essere affidata a chi ha dimostrato, sul campo, di saper combattere la criminalità organizzata con coraggio e competenza.
Raffaele Cantone non è solo un nome, è un magistrato che ha trascorso la sua carriera a inseguire la giustizia, persino quando ciò significava sfidare i boss più temuti. È cresciuto in quel territorio, lo conosce, lo ha vissuto nelle aule di tribunale e nelle indagini che hanno portato agli ergastoli dei capi dei Casalesi.
Eppure, anche oggi, come accadde con Falcone e Borsellino, c’è il rischio che la politica preferisca nomi diversi, certamente altrettanto validi (premetto di non sapere neppure i loro nomi...), ma quando è la politica ha decidere ho sempre il sospetto che dietro quella scelta, vi sia come sempre la volontà di imporre la loro influenza, ed il motivo per cui solitamente viene scelto il soggetto che possiede un profilo più “allineato”, già... più vicino ai giochi di potere che alla sostanza del servizio pubblico.
Il problema non è solo chi vincerà questa sfida, ma il sistema che la determina. Perché in Italia, troppo spesso, i ruoli chiave vengono assegnati non in base al merito, all’integrità o alla dedizione, ma in base a calcoli di convenienza, a legami personali, a logiche di corrente.
Ed il motivo per cui mi chiedo perché la politica debba decidere su questa, ma anche su tutte le altre nomina? Ed allora, quanto conta davvero l’indipendenza della magistratura quando i nomi vengono scelti in base alle simpatie di partito?
Eppure, Napoli Nord non è una Procura qualsiasi. È un presidio fondamentale nella lotta alla camorra, in un territorio dove la criminalità organizza affonda le radici nel tessuto sociale ed economico.
Servirebbe quindi qualcuno che conosca quelle strade, che abbia già dimostrato di non aver paura, che non sia lì per fare carriera ma per servire lo Stato. Cantone ha chiesto di lasciare Perugia con tre anni di anticipo, pur di tornare lì dove è nato, dove potrebbe fare la differenza.
Ma in questo Paese, purtroppo, le scelte più giuste raramente coincidono con quelle più convenienti per chi governa.
Già... forse, invece di discutere su chi abbia il curriculum migliore, dovremmo chiederci perché un sistema che dovrebbe premiare l’eccellenza finisce per favorire chi sa muoversi meglio tra le pieghe del potere? Perché i Falcone e i Borsellino di oggi vengono scavalcati, mentre chi sa stare al gioco ottiene incarichi prestigiosi?
Ripeto, non conosco i nomi degli altri candidati, ma avendo potuto valutare sul campo, l'ottimo lavoro svolto dal Procuratore Cantone quando era Presidente dell'ANAC, beh... ritengo che la Procura di Napoli Nord meriterebbe un procuratore come Cantone!
Ma forse la domanda che ora dovrei chiedere a ciascuno di voi è la seguente: Il nostro Paese è mai stato capace di scegliere i suoi migliori? O continuerà a preferire chi non fa ombra, chi non disturba, chi non rompe gli equilibri?
Il sottoscritto, conosce bene la risposta (purtroppo...), avendola subita sulla propria pelle!
Nessun commento:
Posta un commento