Eppure, mentre il prefetto di Napoli parlava in diretta, la mia attenzione è caduta sullo sfondo: all'incirca una dozzina di uomini in divisa – polizia, carabinieri, militari – tutti allineati come soldatini davanti alla telecamera. Immobili. Composti. Inutili...
Mi sono chiesto: cosa stavano facendo lì dinnanzi? Perchè invece non erano ad aiutare i soccorsi, a setacciare i rottami o ad assistere eventuali familiari? E ancora, non era più corretto presidiare l'area per evitare sciacalli tra quelle macerie o fare semplicemente spazio a chi stava lavorava davvero?
Ma forse mi sbaglio, a quell'ora i soccorsi erano già conclusi, nonostante il persistere di condizioni meteo proibitive – vento forte, nebbia fitta – ma allora: perché quel personale era ancora lì. Se non c’era più bisogno di assistenza, quale motivo giustificava la loro presenza?
Forse solo qualche secondo d’inquadratura, per trasformare una tragedia in un’occasione: "Visto, mamma? Sono in TV!".
E allora basta! Mi rivolgo al Presidente della Rai con un appello, da estendere a tutti i suoi giornalisti: smettetela di normalizzare questa indecenza. Intervistate le autorità senza codazzi di figuranti. Non servono servitori dello Stato come comparse di un teatrino, dove il sangue vero diventa scenografia.
Non voglio creare polemiche, ma basterà a chiunque di voi osservare quelle divise, già... così pulite, limpide, inamidate, in un contesto così tragico queste non presentavano neppure una macchia di fango: come se la tragedia fosse stato soltanto un rumore di fondo...
A chi indossa una divisa solo per farsi notare, vorrei ricordare che il vostro distintivo non è un biglietto da visita. È una promessa. E ieri qualcosa è mancato!
Credo, difatti, che – nell’osservare quell’intervista – non solo il sottoscritto, ma molti miei connazionali abbiano pensato: Quelli sullo sfondo non sono eroi. Sono soltanto ombre…
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