Immagina un attimo di non dover avere Dio...
Di non doverlo usare come risposta, come conforto, come garanzia di un senso precostituito.
Immagina di guardare il vuoto senza la paura di cadere, perché forse - sì... forse - quel vuoto non è un abisso da riempire, ma uno spazio finalmente libero.
"Ma come fai a vivere senza Dio?" mi chiedono, come se la vita fosse un’equazione che senza quel fattore smettesse di dare risultato.
Eppure, quante cose inutili ci tengono in piedi! L’arte, la scrittura, la lettura, la poesia, e anche l’amore, già… che non serve a nulla se non a sé stesso.
Perché quindi Dio dovrebbe essere diverso? Perché dovrebbe servirci?
Forse il problema è proprio questo: averlo ridotto a uno strumento. A un meccanismo per spiegare l’inspiegabile, a un tappabuchi per i nostri problemi quotidiani, per le nostre paure!!! Un Dio-utensile, un Dio-risposta. Ma se invece fosse una domanda? O peggio: se fosse una domanda a cui non vogliamo rispondere, perché accettare l’assenza è più difficile che inventare una presenza?
E se fosse persino peggio? Se Dio esistesse, ma fosse qualcosa che non ci appartiene? Un essere distante, che non si piega ai nostri piagnistei, che non si occupa dei nostri drammi da formiche? Un Dio che non è padre, non è giudice, non è complice, ma solo un artefice silenzioso, che tiene in equilibrio universi, dalla cellula più infinitesimale alla galassia più complessa, senza dare priorità a nulla e a nessuno. Perché nulla - proprio nulla - potrebbe mai essere paragonato a Lui. Perché è unico. E solo!
Certo, ora milioni di fedeli di quelle sterili religioni mi diranno: "Senza Dio, tutto è permesso!". Ma scusate, non è forse vero il contrario? Con Dio, tutto è (ed è stato) giustificato: guerre, oppressioni, genocidi, violenze, e anche le rinunce, già… tutto è stato ricondotto a un disegno. Senza Dio, invece, ogni scelta ricadrebbe su di noi, su quella nostra natura nuda e fragile, tremendamente umana. E questo sì che fa paura.
Allora forse Dio non è inutile. Forse è solo inutile averlo, perché il divino, se esiste, dovrebbe essere oltre il bisogno, oltre la funzione. Un lusso, non una necessità. Un mistero, non un manuale.
E se smettessimo di pretenderlo? Se lo lasciassimo lì, inutile, forse ( sì... forse ) diventerebbe finalmente interessante!
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