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venerdì 24 gennaio 2020

"C'era un imprenditore di Milano che aveva interesse che le stragi non si fermassero"!!!

Ma guarda un po' che novità... 
Sono anni che il sottoscritto va riportando nei propri post quanto ora dichiarato e cioè che dietro quel periodo stragista non vi era la mafia o per meglio dire la "sola" mafia, bensì un sistema perfettamente organizzato per compiere un golpe senza sparare un sol colpo...
Ciò che non si era riusciti a compiere anni primi con il maestro venerabile di quella loggia massonica "P2" Licio Gelli, ecco che anni anni è stato portato a termine da una parte di quei suoi ex tesserati...  
La conferma che mancava viene data ora dal boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano (condannato all'ergastolo), che nel corso della sua deposizione al processo sulla “‘ndrangheta stragista” in cui è imputato, ha invitato - nella sua deposizione in videoconferenza - il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo (pm d’udienza), a indagare sulle vicende del suo arresto “perché si potranno scoprire i mandanti delle stragi degli anni ’90“.
Continuando ha voluto precisare: “C’erano imprenditori di Milano che non volevano la fine degli attentati”!!!
Finalmente dopo tanti anni il boss delle stragi ha iniziato a parlare, inviando quei messaggi "subliminali" a chi di dovere... 
D'altronde il carcere duro dopo 26 anni si è fatto sentire... ed il boss ritiene oggi di aver già scontato pienamente quella sua pena e ora vuole soltanto uscire, ma per farlo deve sollecitare il sistema ed ecco quindi che inizia raccontando una parte di quei segreti che da sempre ha tenuto custodito gelosamente...
Già quei rapporti tra mafia e politica, tra uomini delle Istituzioni "deviati" e cosa nostra, quest'ultima che a seconda delle richieste ricevute, disseminava bombe nel nostro paese bombe a modello "orologeria"!!!
Siamo tra il 1993 ed il 1994 e qualcuno aveva iniziato le manovre politiche/imprenditoriali per giungere al potere, grazie anche alle forti richieste dei cittadini che pretendevano immediatamente un nuovo governo nuovo (dopo la vicenda Craxi) e soprattutto lontano da quei meccanismi corruttivi che avevano portato alle inchieste di "mani pulite"... 
Era questo ciò che pensavano a quel tempo i miei connazionali, una penisola sottosopra ed una regione - la mia Sicilia - colpita direttamente al cuore da quella criminalità organizzata, attraverso un numero altissimo di vittime dello Stato (e non solo), crudelmente assassinate...    
Ecco quindi che il boss Graviano attacca coloro che hanno parlato di lui, dai collaboratori di giustizia agli stessi magistrati che lo hanno interrogato e che ancora oggi evitano di porgere ad egli quelle giuste domande...
E difatti ora egli dà nuove istruzioni su come di dovrebbero condurre le indagini, in quanto - secondo egli - non è altro che una vittima o per meglio dire un piccolo ingranaggio di una enorme  macchinazione!!!
Ma il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, (che ha coordinato l’inchiesta, Graviano, insieme al "mammasantissima" calabrese Rocco Filippone) ritiene Graviano il mandante degli attentati contro i carabinieri, costati la morte ai brigadieri Fava e Garofalo e ad altri quattro militari feriti, con cui la ‘ndrangheta ha partecipato alla stagione dei noti attentati del ’93 e ’94.
Mentre l'ex boss dichiara che quelle notizie sono "bugie”, anche la stessa ordinanza è secondo egli errata, come altresì false sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia dei siciliani Gaspare Spatuzza, Fabio Tranchina e di quelli calabresi, Nino Lo Giudice e Consolato Villani.
Inoltre, sempre durante la deposizione ha aggiunto - rivolgendosi al procuratore Lombardo:- "Se lei andrà ad indagare sull'arresto condotto nei confronti di Giuseppe e Filippo Graviano scoprirà i veri mandanti delle stragi. Scoprirà chi ha ucciso il poliziotto ucciso insieme alla moglie, Agostino. Scoprirà la verità su tante cose. Però i carabinieri devono dire la verità".
E poco dopo ha lanciato un altro messaggio sibillino: "C'era un imprenditore di Milano che aveva interesse che le stragi non si fermassero"!!!
Chi me lo ha detto? Me lo ha riferito nel carcere di Spoleto (tra il 2006 ed il 2007) un altro detenuto napoletano... 
Si evince dalle intercettazioni ma non mi chieda di dire il nome perché non farò nessun nome, d'altronde non mi sembra corretto e rispettoso nei confronti di chi mi ha voluto confidare i segreti di cui oggi sono a conoscenza...
Il messaggio a chi di dovere è stato lanciato... ora vedremo se verrà recepito oppure se - come solitamente avviene in questi casi - non sia più conveniente eliminare definitivamente questo testimone diventato ora troppo "scomodo"!!!

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