La Commissione si è insediata il 31 gennaio e, come previsto dal Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali, dovrà concludere gli accertamenti entro un massimo di sei mesi. Questa indagine amministrativa è fondamentale per verificare se l’attività del Comune sia stata condizionata da interessi illeciti, minando la legalità e la trasparenza dell’ente.
Ciò che m'interessa evidenziare o quantomeno far comprendere è cosa significa, concretamente, un’infiltrazione mafiosa all’interno di un Comune!
Innanzitutto partiamo dal controllo del territorio attraverso la politica e la burocrazia...
L’inchiesta che ha portato all’accesso ispettivo parte da un’operazione condotta dai carabinieri nell’aprile del 2024, che ha fatto emergere presunte infiltrazioni mafiose nella gestione delle aste di terreni e immobili. Complessivamente, sono 49 le persone indagate, tra cui esponenti politici locali, imprenditori e affiliati a un clan mafioso.
Tra le accuse più gravi vi è lo scambio elettorale politico-mafioso, un meccanismo che consente ai clan di ottenere favori e potere all’interno delle amministrazioni pubbliche. Secondo l’accusa, in occasione delle elezioni comunali del 2022, sarebbero stati garantiti voti in cambio dell’assunzione di soggetti vicini alla criminalità organizzata in un’azienda che opera nel settore della raccolta e smaltimento rifiuti.
Comprenderete bene come un simile sistema non si limita a garantire il successo elettorale di determinati candidati, ma permette alla mafia di entrare direttamente nella gestione del Comune, influenzando appalti, assunzioni e decisioni strategiche.
Il vero pericolo si concretizza quando la mafia prende il posto dello Stato, controllando le istituzioni e spegnendo la democrazia.
Difatti, quando la criminalità organizzata riesce a infiltrarsi in un’amministrazione comunale, i danni per la comunità sono enormi e questi si manifestano ahimè su più livelli:
Innanzitutto ad essere distrutta è proprio la democrazia: il voto perde il suo valore reale e la rappresentanza politica viene distorta, favorendo solo gli interessi di gruppi criminali invece che quelli della collettività.
Ed ancora, una gestione illecita delle risorse pubbliche: i finanziamenti destinati al miglioramento dei servizi per i cittadini vengono dirottati per arricchire gruppi mafiosi e imprenditori compiacenti. Strade, scuole, servizi sociali vengono trascurati perché il denaro pubblico viene utilizzato per alimentare clientele e reti di potere.
C'è poi il condizionamento degli appalti pubblici: le gare d’appalto vengono pilotate per favorire aziende vicine ai clan, escludendo imprese oneste e creando un mercato drogato in cui a vincere non è chi offre il miglior servizio, ma chi è più vicino alla mafia. Questo porta a lavori di scarsa qualità e all’aumento dei costi per la collettività.
A ciò si aggiunge il sistema delle raccomandazioni e delle assunzioni pilotate, non solo nelle imprese affiliate, ma anche nel settore pubblico: quando i clan riescono a far entrare loro uomini negli uffici comunali o nelle società partecipate, hanno accesso a informazioni riservate, possono rallentare o favorire pratiche burocratiche e bloccare controlli su attività illecite. In questo modo, il Comune diventa un ingranaggio della macchina mafiosa.
Tutto ciò determina un'evidente crescita dell’illegalità e quando i cittadini vedono che le istituzioni sono controllate dalla mafia, aumenta purtroppo la sfiducia nello Stato e si rafforza l’idea che rivolgersi ai clan sia l’unico modo per ottenere favori, lavoro o sicurezza.
Ed è questo che genera quel maledetto circolo vizioso in cui la mafia diventa sempre più forte e difficile da sradicare.
Ecco perché sono fondamentali le indagini condotte dalle forze di polizia, perché solo attraverso di esse si può cercare di ancora avere una forma di vigilanza democratica: denunciare, vigilare e pretendere trasparenza sono gli strumenti più potenti per difendere la nostra democrazia e impedire che il crimine organizzato soffochi il futuro delle nostre comunità.
Perché solo grazie alle verifiche condotte nei Comuni della nostra regione che si può tentare di comprendere se le amministrazioni sia realmente condizionate dalla criminalità organizzata e nel caso in cui emergessero elementi concreti, si potrebbe arrivare allo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose, come già avvenuto in passato in altri nostri comuni siciliani.
E quindi, se da un lato le istituzioni devono rimanere vigili per evitare che la criminalità si impossessi delle strutture pubbliche, dall'altro è fondamentale che i cittadini prendano coscienza della gravità del problema e pretendano trasparenza e legalità da chi governa le loro città.
Solo così si può spezzare il legame tra mafia e politica e restituire ai comuni il loro vero ruolo: essere al servizio della collettività, e non di interessi criminali!!!
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