Ora che l'adolescenza sia caratterizzata da grandi trasformazioni fisiche e psichiche è ormai un dato scontato, e che i caratteri sessuali, ovvero gli organi riproduttivi, modificano oltre che i caratteri distintivi del fisico anche quelli psichici con profondi cambiamenti del comportamento è ormai anch'esso dimostrato!!!.
La cosiddetta pubertà inizia intorno ai 12 anni e normalmente si conclude intorno ai 18-19 anni.
Ovviamente l'evoluzione non è uguale per tutti i ragazzi, creando conseguenze di tipo psicologico e comportamentale; infatti i ragazzi/e che maturano in ritardo, potrebbero trovarsi a fronteggiare un periodo difficile in quanto, sentendosi respinti e dominati dai loro compagni più sviluppati, minando così la loro autostima e generando ansia.
Questa ansia genera due tipi di conflitti; il primo legato dal passaggio dal controllo dei genitori all'autonomia, mentre il secondo è legato alla consapevolezza della propria maturazione sessuale...
Questo è il momento in cui deve scegliere quale persona intende diventare, a quali valori credere ed a quali ideali e gruppi cercare di aderire...
Certamente l'emancipazione dal controllo dei genitori e dalla loro dipendenza emotiva dipende dall'atteggiamento assunto dai genitori stessi durante l'infanzia; se la famiglia ha abituato il ragazzo/a ad una certa autonomia ed il controllo è avvenuto attraverso il convincimento e l'affetto, è più probabile che l'adolescente sviluppi un maggiore atteggiamento di fiducia in se stesso, mentre se al contrario una famiglia si è dimostrata autoritaria, può più facilmente, produrre un adolescente meno equilibrato e propenso al conflitto... infatti è stato dimostrato che la ribellione con il seguente rifiuto dell'autorità parentale è il problema più diffuso per i ragazzi/e.
Le relazioni con ragazzi/e della stessa età aiutano l'adolescente ad emanciparsi dalla famiglia. Si vengono a formare dei gruppi con dei valori comuni, a questo punto l'adolescente, aderendo al gruppo, soddisfa il proprio bisogno di sicurezza e di identità con un modello che può essere diverso, anche solo in parte, da quello proposto dai genitori.
Ovviamente c'è una forte distinzione e consapevolezza tra chi è dentro e chi è fuori dal gruppo, anzi molte volte essere esclusi dal gruppo, abbassa l'autostima del giovane e lo porta sempre più ad isolarsi...
Talvolta i genitori interpretano l'adesione del figlio al gruppo come un conformismo assoluto ai valori del gruppo, che spesso si identificano in larga misura con i valori ormai imposti dalla moda e dai mass media.
In realtà essi mantengono sempre un certo senso critico, anche se non lo manifestano. Generalmente le ragazze vivono il gruppo in modo differente dai maschi; mentre questi ultimi lo vedono come sostegno ad un senso di ribellione che sentono dentro all'autorità dei genitori, le femmine lo vivono più come un mezzo per allacciare relazioni personali e sentimentali anche importanti...
La trasformazione fisica che si verifica, può diventare motivo di orgoglio, ma anche di imbarazzo, infatti anche in questo caso, gioca un ruolo importante l'atteggiamento che hanno avuto i genitori nei riguardi del sesso nei loro anni precedenti...
Se i genitori hanno trattato questo tema con imbarazzo invece che con naturalezza, può svilupparsi nell'adolescente un analogo imbarazzo ed una certa insicurezza, in ogni caso comunque è sempre il giovane a decidere il proprio comportamento sessuale...
L'adolescente, nella fase di passaggio dell'autonomia, nel volersi liberare dal controllo emotivo dei genitori, cerca per raggiungere questo risultato, un sostegno dal gruppo che diventa una sicurezza a vincere quelle invisibili barriere emotive di resistenza che spesso i genitori erigono.
I genitori (ovviamente a livello inconscio), ergono spesso queste barriere emotive e non riescono a comprendere questo atteggiamento e con l'aumento dei comportamenti repressivi, non fanno altro che aumentarne le difficoltà.
Oggi invece i genitori debbono cercare di vivere i naturali conflitti, come una normale fase di sviluppo dei figli verso l'autostima e l'autonomia, cedendo piano piano il controllo, in funzione della maturità acquisita dall'adolescente.
Certo, il problema sta nel fatto che il giudizio su tale maturità si basa su una percezione personale del genitore che risulta sempre influenzata da proprie barriere emotive, che indirettamente vengono trasmesse a livello inconscio ai propri figli...
I genitori non debbono mai dimenticarsi, di essere stati a loro volta adolescenti, di avere avuto anch'essi gli stessi problemi che oggi hanno i loro figli, che forse, sono stati vissuti in maniera diversa, a volte superati con maggiori o minori difficoltà, celando o manifestando i propri comportamenti, ed ovviamente scontrandosi o evitando qualsivoglia dialogo con i propri genitori...
Oggi comunque i genitori debbono stare più attenti ai propri figli, non bisogna mai fargli mancare la nostra presenza che deve essere vista come qualcosa di complementare alla propria crescita e non qualcosa che li faccia soffocare... e soprattutto dialogare, dialogare sempre, di qualunque argomento, anche quelli ritenuti tabù..., avere un rapporto dove tutto è messo in mostra, anche ciò che forse da genitori vorremmo non ci fosse raccontato..., ma è proprio lì che alla fine avremmo conquistato la fiducia dei nostri figli e dimostrato a noi stessi di essere degni, di poterci chiamare genitori!!!
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