L'ex Procuratore di Catania, ormai prossimo alla capitale, prima di partire, manda un ultimo appello alla classe imprenditoriale della provincia di Catania, dicendo: imparate ad accontentarvi... siate meno rapaci, questa città va amata un po' di più...
Per cui, ringraziando per l'impegno che egli in questi anni (in collaborazione con i propri colleghi), ha saputo imprimere nella gestione di una delle più difficili procure d'Italia e ottenendo soprattutto prestigiosi risultati, sono però a chiedermi, quanto di quelle definizioni, avranno poi concretamente effetto, nella nostra vita quotidiana...
Certamente il lavoro svolto è stato significativo, a volte duro, dove si sono visti finalmente - dopo anni di assoluto silenzio - i risultati..., ma se questi risultati, non serviranno a produrre quel radicale cambiamento, ecco che allora, serviranno a ben poco...
Ho letto l'incremento di cifre di coloro che ora pernottano presso le case circondariali, dei sequestri e delle confische per milioni di euro di beni e patrimoni, di come sono stati colpiti duramente i traffici di droga, e di come si è cercato di contrastare il business dell'immigrazione, abbiamo avuto modo anche negli ultimi giorni del suo incarico, di come ha cercato di fare luce su aspetti, non strettamente legati ad attività della criminalità organizzata..., nulla viene messo in discussione sull'eccellente lavoro svolto e l'organizzazione professionale e va premiata inoltre anche l'umanità a la signorilità mostrata nel corso delle sue relazioni e di come ha saputo trasmettere..., quel sentimento di aspettazione fiduciosa per un futuro migliore...
Premesso quindi quanto sopra, ciò che vorrei capire, è quanto di quel sistema "corruttivo", sia realmente cambiato...
Perché questa generale illegalità è come una piovra..., possiede tentacoli in tutti i settori... per cui, anche quando se ne colpisce uno, due, tre, ecc..., ecco che, tranciati di netto questi tentacoli... in breve tempo, di nuovi, saranno in grado di sostituirli, ricrescendo e riprendendo sotto altre "coperture" quelle situazioni a cui erano saldamente ancorate!
Non basta quindi soltanto contrastare, bisogna trovare nuove metodologie, quelle finora attuate dalle istituzioni si dimostrano in concreto inefficaci, vedasi per esempio la gestione di quelle imprese confiscate, che sin dal sequestro mostrano tutti i limiti della incapacità, della continuità e con il passar del tempo... dell'abbandono!!!
Non sempre è vero... ci si ricorda di esse, soltanto nei casi in cui, queste, debbano dover svolgere, quelle particolari attività, certamente "scomode", a cui nella fattispecie, nessun nostro "paladino" imprenditore vuole prendere parte ( ma di siffatta circostanza non se ne parla e soprattutto l'opinione pubblica non ne viene informata a mezzo stampa... ), come per esempio nei casi in cui, bisogna operare la demolizione di edifici abusivi di proprietà di famiglie mafiose, oppure quando, si devono recuperare attrezzature, mezzi d'opera, impianti e quant'altro, di coloro a cui sono stati confiscati... Ecco quindi che all'improvviso, ma solo in questi casi, queste "confiscate" società, diventano importantissime..., anzi in questi casi, si rende noto a tutti - ma è solo per promozione - che una società recuperata dallo stato "ha saputo riportare la legalità nel nostro territorio", ma per favore...
La verità è una ed una soltanto... e cioè, che nessun imprenditore -
ancora oggi - dimostra di sentirsi tranquillo...
Lo si vede proprio dal numero esiguo a cui, solo in pochi tra essi, dimostrano quel coraggio necessario, per iscriversi alle associazioni anti-racket o prendono posizione per la lotta all'illegalità... e chi invece di contro s'iscrive... si scopre con il tempo - vedasi inchieste recenti - che l'ha fatto principalmente per ottenere vantaggi personali e poter mascherare così... l'appartenenza a quelle associazioni criminali...
Ciò che risulta strano, è che queste imprese, evitano di operare, proprio in quelle tipologie di lavori che sono proprie -
dopotutto sono intrinseche con l'oggetto sociale del proprio camerale - ma per i quali, potrebbero chissà subire... delle ritorsioni; ed è forse questo il reale motivo che le tiene così distanti...
Ciò dimostra quindi, che la lotta alla corruzione, non si vince soltanto aggredendo i patrimoni economici... che poi in questi anni, si è potuto assodare l'incapacità nel saperli gestire..., ma bisogna soprattutto interrogarsi, su quali sono i veri mali che incidono, imprigionano e condizionano da troppo tempo e negativamente la vita di tutti noi... e quali nuove strategie, possono essere adottate per stravolgere definitivamente questo stato di cose...
Bisogna modificarne la cultura, le istituzioni tutte... debbono cercare nuove sinergie, coinvolgere nuovamente quanti possono ricostruire quella solidarietà e quella fiducia nelle trame della società civile, le famiglie, la scuola, la certezza di un lavoro, dare più forza a quelle associazioni di legalità e di volontariato, di categoria, sindacali, quando questi dimostrano di operare con encomiabile spirito di servizio per gli altri e mai per se stessi...
Perché la mafia si vince solo attraverso la conoscenza... agendo e impegnandosi anche in prima persona... senza bisogno di attendere coloro che sono demandati, per professione, a fare il loro corretto servizio..., ma facendo ciò che è giusto fare... senza doversi attendere riconoscimenti, coccarde, applausi... ma per quella propria convinzione che ti fa dire... che contro la mafia si vince sempre!!!
Per cui, caro procuratore, a salutarla, non eravamo tutti presenti... almeno fisicamente... ( si è dovuto accontentare delle solite "
figurine", che non penso minimamente qui di elencare...), ma stia certo che con lo spirito, c'eravamo... ed eravamo in tanti, perché come si dice: l’uomo è dov'è il suo cuore, non dov'è il suo corpo...
Vedrà che questa ampia forza d'emozione, l'accompagnerà sempre nei suoi prossimi impegni..., la sosterrà in quelle situazioni decisive e le darà la giusta forza, nei momenti bui...
Lei è giusto che vada... noi continueremo a restare qui appesi ad una speranza... perché la speranza è un rischio che dobbiamo correre, se non per noi stessi, almeno per poter dare un futuro migliore ai nostri figli!!!