Translate

giovedì 1 novembre 2012

Ferrara... hai fatto flop.

C’era una volta un figlio di senatore, in un’epoca in cui tali figure contavano davvero, godendo di privilegi che erano, senza offesa per nessuno, superiori a quelli di oggi. 

Non mi riferisco tanto a quelli economici, così discussi in questi tempi, ma soprattutto a quelli morali, a quella sorta di sudditanza popolare che spalancava ogni porta. Il particolare curioso è che quel senatore era di sinistra, anzi, del Partito Comunista Italiano, che di comunista conservava soltanto il nome. 

Quei rappresentanti vivevano in realtà in modo opposto ai principi di solidarietà tanto teorizzati da Marx ed Engels, abbracciando invece i privilegi, gli agi e le comodità offerti dal sistema capitalista.

Proprio in questo contesto nacque e crebbe il piccolo Giuliano Ferrara, frequentando scuole cattoliche permeate di principi ecclesiastici, mentre a casa respirava le lezioni comuniste e paternali. Mi viene in mente quasi il figlio di Peppone, cresciuto in conflitto tra insegnamenti contrastanti, alla ricerca di una verità che fosse corretta. 

Chissà, forse fu proprio questa legittima confusione a manifestarsi, crescendo, in una completa incoerenza. Una difficoltà a indirizzare in modo stabile le proprie decisioni, oscillando tra sinistra e destra senza mai optare con chiarezza per quali principi valesse la pena battersi e quali invece scartare.

Forse avrebbe dovuto ascoltare le parole che Gesù rivolse ai suoi discepoli: nessuno può servire due padroni, perché finirà per odiare l’uno e amare l’altro, oppure affezionarsi al primo e disprezzare il secondo. E forse proprio qui si delinea il cambiamento politico di quest’uomo, al quale a soli ventun anni il partito comunista affidò l’incarico di responsabile delle fabbriche a Torino. 

Poi abbandonò il Partito Comunista e seguì quello socialista di Craxi. Quando però scoprì che quest’ultimo veniva coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, cominciò a criticare l’operato di quei magistrati, a cominciare da Di Pietro, fino a diventare ministro nel governo Berlusconi nel 1994.

È passato dalla sinistra alla destra con una facilità che rasenta una totale mancanza di coerenza, quella stessa penuria di certezze e ideali che nasce da un pensiero labile, incapace di radicare convinzioni durature. Ognuno, nel corso della vita, possiede delle convinzioni, anche se errate. In lui invece sono sempre state effimere e fuggevoli. Un giornalista preparato, certamente, ma sempre di parte, a seconda della casacca politica del momento. Con parametri incoerenti nel tempo, ha attaccato il politico di turno per decantarne, anni dopo, virtù e meriti.

Questo è Giuliano Ferrara, difficile da comprendere, e ancor più difficile da penetrare nel suo pensiero così fallace. Ed ecco che ora, forse dietro chissà quale suggerimento, inizia su Twitter ad attaccare il Movimento 5 Stelle e il suo portavoce Beppe Grillo, dichiarando di aver constatato il solito flop. Mi chiedo allora di quale politica si occupi sul suo giornale, “Il Foglio”. Forse di quella del Senegal o della Nigeria.

Si è accorto che il Movimento 5 Stelle è diventato in Sicilia il primo partito? Un cambiamento radicale e storico, che mai era successo a nessun partito. In pochi mesi, con il sostegno economico dei cittadini, un risultato inaspettato che cambierà il quadro politico anche a livello nazionale. Lui, a differenza degli stessi giornalisti del quotidiano per cui scrive, non se ne accorge minimamente. Strano a dirsi, o meglio, conferma pura di quanto sopra.

Ora scrive: ha vinto, è arrivato terzo. Ma guardi che questo lo sapevamo già. Era logico che il geometra Cancelleri non potesse aspirare a una poltrona così importante, per la quale altri si preparavano da anni e che ha richiesto l’unione di più partiti. Lei dimentica che il candidato Crocetta ha dovuto unire i voti del Partito Democratico, dell’Unione di Centro, del Movimento Politico di Crocetta e dell’Unione Democratica dei Consumatori, per un totale di trentamilaquattrocentosessantadue voti. 

Allo stesso modo Nello Musumeci ha unito il Popolo della Libertà, la sua lista personale, Cantiere Popolare e Alleanza di Centro, raggiungendo ventiquattromilaseicentotrentacinque voti. Il Movimento 5 Stelle, invece, ha corso da solo. Già, da solo. E se ci fosse stato il premio di maggioranza, staremmo già parlando di un quadro politico completamente diverso nel parlamento regionale.

Voler dare la colpa del cinquantatré per cento di astensione a Beppe Grillo è follia pura. Si dimentica che è proprio a causa del padrone del suo giornale, e di diciassette anni di malgoverno, che molti elettori non si sono scomodati ad andare a votare. Anche se trovo sempre negativo non esprimere il proprio voto, perché alla fine si finisce per premiare proprio coloro che si vorrebbero cambiare.

Voler parlare di Guglielmo Giannini e Marco Pannella solo perché le fa comodo, ammettendo poi che riempirono le camere con i propri parlamentari senza però combinare un granché, seppur con estrema dignità, dimostra se mai ce ne fosse bisogno la sua completa incoerenza. Noi invece abbiamo bisogno di gente che cambi questo stato di cose, che inizi a cacciare quanti, pur criticando, hanno sempre goduto e consumato le risorse di questa politica. Lei è tra i primi.

Caro Ferrara, è lei che ha fatto flop. Ha creduto di manipolare noi cittadini attraverso i suoi scritti o conducendo programmi televisivi così palesemente propagandistici che persino in alcuni sistemi dittatoriali non si sono visti in forma così evidente. Lei, nella sua più completa cecità, non poteva prevedere questa vittoria, del tutto inaspettata e del tutto nostra. Una vittoria a cui, per fortuna, lei non era stato invitato a partecipare. Oggi da noi non raccoglie nulla. E quindi, nell’andarsene in completo silenzio, le propongo un semplice rimedio, che trae spunto da un’espressione del nostro amatissimo dialetto: continui a leccarsi la sarda.

Nessun commento:

Posta un commento

Note sul Blog "Liberi pensieri"

Disclaimer (uso e condizioni):

Questo blog non rappresenta una “testata giornalistica” in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità, pertanto, non può considerarsi “prodotto editoriale” (sottoposto alla disciplina di cui all'art. 1 co.3 legge n.62 del 2001).

Gli articoli sono pubblicati sotto Licenza "Blogger", dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l'Autore), che non vi sia alcuno scopo commerciale e che ciò sia preventivamente comunicato all'indirizzo nicolacostanzo67@gmail.com

Le rare immagini utilizzate sono tratte liberamente da internet, quindi valutate di “pubblico dominio”, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog al seguente indirizzo email:nicolacostanzo67@gmail.com, che provvederà alla loro pronta rimozione.

L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.

Per qualsiasi chiarimento contattaci

Copyright © LIBERI PENSIERI di Nicola Costanzo

ADUC

ADUC
Clicca x associarti

Sostieni Addio Pizzo

WIKIMAFIA

WIKIMAFIA
Sostieni Wikimafia