Questa emancipazione nasce da dentro, da quell'essere padroni di se, dal ricercare in ogni occasione quell'equilibrio personale...
Si tratta di portare a confronto le proprie - più o meno valide - argomentazioni ed ascoltare nel contempo le ragioni altrui, valutare insieme agli altri e in modo corretto gli sviluppi, senza preclusioni o preconcetti, determinando se quanto esposto tra gli intervenuti, potrà essere ritenuto ragionevolmente valido...
Medesima situazione si è ovviamente ripetuta nei confronti di coloro che, per evidenti proprie e dirette posizioni, si trovavano in situazioni superiori e certamente predominanti ...
Purtroppo però, come in tutti i frangenti della vita di ognuno di noi, mi sono dovuto imbattere in qualcuno che ahimè... soffriva di "mancato protagonismo" e quindi, per i più svariati motivi, mi sono ritrovato -a fasi alterne- qualcuno, che senza alcun preciso motivo si sia voluto interporre nella mia vita...
Non so come definirlo... un tentativo di danneggiarmi, di mettermi in cattiva luce, un modo per screditarmi o di rovinare la mia reputazione, una precisa ricerca su come trovare nella mia persona quell'eventuale punto debole, quel voler allontanare il sottoscritto... per avere così la possibilità egli stesso d'eccellere...
Quella ossessionata ricerca, che permetteva loro, di potermi definitivamente osservare da un punto di vista superiore, quasi ci trovassimo in una di quelle competizioni, nelle quali si prova a tutti i costi, di superare chi ci precede, tentando di raggiungere quella posizione... pur sapendo il più delle volte... di non esserne meritevoli.
Scorrendo i flashback della mia vita, mi sembra di rivedere da adulto... quei modi di gelosia fanciulleschi ( perché a quella età... non si può certamente parlare d'invidia... ), dove i miei ex compagni dell'elementare, tentavano in tutti i modi, d'impressionare la maestra che "casualmente" però... aveva un debole per me.
Crescendo questa "strana" antipatia è sempre andata aumentando..., ricordo quando nelle scuole medie, i miei compagni mi volevano "linciare", quando seppero che avevo vinto ad un concorso nazionale tra scuole, l'enciclopedia per il dipinto più bello ( e che mio padre - da gran signore quale è sempre stato - donò alla scuola stessa...), o come quando al diploma, tutti erano a controllare il mio voto che fu ( insieme ad un collega ) il secondo più alto e non solo per l'istituto, ma per quanti ebbero quell'anno a sostenere l'esame di tutto il comprensorio per la nostra provincia...
La stessa situazione si è ripetuta successivamente all'Università... (fintanto che ho dato esami...) prima di seguire le orme di Fiorello nei vari villaggi turistici/alberghi, dove anche lì... ho lasciato un segno indelebile...
Ovviamente, tengo per me, quei momenti particolari nei quale - modestamente - io ero predisposto a primeggiare..., ma, volendo balzare, per giungere direttamente ai periodi professionali, ecco che sintetizzando, anche lì, purtroppo, ho sempre avuto "qualcuno" di riflesso che ha tentato di mettere in discussione gli ordini ricevuti o di discutere le procedure e quindi la messa in pratica di quelle azioni...
Ancor più quando, nel mostrarsi amico, ha poi successivamente tentato di pugnalarmi... un continuo tentare di gettare fango, sperando di far vacillare negli altri (quasi sempre poi i superiori, titolari, ecc.. delle aziende nelle quali entrambi operavamo ) quelle certezze che avevano riposto nei miei riguardi...
L'errore che però in molti commettono - è dovuto sicuramente a quanto poco mi conoscono - e quello di confondere i modi signorili ed a volte permissivi, in proprie convinzione personali nelle quali credono sia possibile permettersi manifestazioni personali e professionali, irrispettose ed altezzose... pur non avendone lo status!!!
Ecco..., quello rappresenta l'errore più grande che nei miei riguardi possa compiersi..., perché ( come dice quel proverbio cinese: siediti lungo la riva del fiume e aspetta prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico ), si da inizio ad una contesa che ha sempre portato ad una ed una sola conclusione...
Poi, allorché s'assiste alla mia "istintiva" reazione ( è come nella savana... un vera e propria impulso di sopravvivenza), si resta interdetti, il più delle volte si reagisce in maniera offesa, poiché non si era preparati e soprattutto non s'aspettava una tale replica...
Perché poi, alla fine, questi soggetti... sono come tutti quei provocatori... lanciano la pietra ma vorrebbero nascondere la mano, o come quando chiamati personalmente, alzano il dito indicando il proprio compagno quale "unico responsabile", sono gli stessi dopotutto che non muovono mai una foglia, non si espongono mai in prima persona, cercano di non dover essere richiamati, sospesi lì... bravi al loro posto, nessuna lotta per quei propri diritti evitando gli scontri personali, stanno nascosti dietro quelle barricate... protetti, mentre a combattere mandano sempre gli altri... quelli appunto come il sottoscritto...
Tutta questa gente... mi fa solo tanta tristezza, perché nel voler gestire i propri compiti ed il lavoro dei colleghi, discorda, non con quel preciso ordine ricevuto, ma "stranamente" con chi l'ha consegnato, perfetta rappresentazione di quella "fallacia ad hominem", cioè quel voler giudicare (indipendentemente da chi lo ha emesso) il messaggero, e non il messaggio!!!.
Vorrei concludere riportando un passo del "divino" Dante che più di altri si coniuga per questi soggetti, sperando che con il tempo, qualcosa in loro possa correggersi...: fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza...
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