Ieri sera ho completato la I° serie televisiva ideata da Pif e interpretata da eccellenti attori...
Passando da quelli più piccoli a quelli più anziani, troviamo ad esempio un Claudio Gioè in una nuova veste di marito e genitore, un uomo semplice ed onesto, legato a sani principi morali, gli stessi di cui ormai la maggior parte dei suoi conterranei hanno fatto a meno...
Egli rappresenta in maniera benevola la debolezza umana ed in quella sua magistrale interpretazione (il sottoscritto, a dir la verità, lo preferisce interprete nel "capo dei capi"), mette in luce, quel mondo discreto e omertoso, che a cominciare dai primi anni 70' e fino al 2000 (aggiungerei comunque fino ai giorni nostri...) ha rappresentato uno spaccato triste della nostra isola...
"La mafia uccide solo d'estate", parla di mafia, ma rappresenta perfettamente quel sistema politico e clientelare, legato a stretto giro, con quegli esponenti mafiosi d'allora... ai quali necessitava dare risposte, viceversa si moriva!!!
Oggi la mafia non uccide più, diversamente d'allora, quelle risposte da dare a chi di dovere... non c'è più bisogno di darle, perché coloro a cui bisognava darle quelle risposte... sono direttamente lì seduti a governare!!!
Non sono io a dirlo, bensì le numerose inchieste giudiziarie realizzate in questi anni, i nomi di coloro che sono stati denunciati e di cui ancora in molti, siedono su quelle poltrone... da quelle Nazionali a quelle Regionali e/o Comunali...
C'è chi si para dietro quella "autorizzazione a procedere", chi si difende grazie ad eccellenti "azzeccagarbugli" e chi riesce, attraverso particolari intrecci all'interno dei Tribunali, a risultare "retto", se pur di fatto colpevole.
Quell'ambiente sociale raffigurato nella serie televisiva, rappresenta esattamente la realtà... la vita di quei cittadini palermitani (che dopotutto è eguale a quella dei restanti siciliani...), di quella lotta alla corruzione fatta da sporadici eroi, mentre la maggior parte, di quel sistema corruttivo, erano parte integrante...
Se non bastasse, cosa dire di quei valori religiosi, di quel modo d'intendere i principi di fede, trascendendo il più delle volte quegli insegnamenti cristiani e compiendo quanto offensivo per la vita di un uomo...
D'altronde, se quelli erano i membri della chiesa a cui chiedere aiuto e conforto (quel fra Giacinto, interpretato dall'eccellente Nino Frassica...), quei prelati legati a doppio filo tra una "chiesa" povera ed un'associazione "cosa nostra" ricca, ed è proprio dal mantenimento di quella struttura, che si potranno comprendere i motivi del perché a tutto vi fosse un prezzo, anche per eliminare i gravi peccati compiuti da quegli uomini mafiosi...
In molti vedendo quello sceneggiato (pur non volendo farlo...) si sono immedesimati in alcuni di quei ruoli; penso ad esempio ai numerosi forestali, a quegli inservibili dipendenti pubblici, a tutti quei "falsi invalidi", che grazie a infondati espedienti, avevano ottenuto quelle cattedra scolastica, che sarebbe dovute andare, non solo a chi prima di loro in graduatoria, ma sicuramente ben più preparato...
Sono identici allo zio di Salvatore e fratello di Pia, che pur di elevarsi ad una cerchia riservata di pochi eletti -"crema" di quel potere espresso corruttivo- si è reso disponibile a scendere a compromessi, tra cui ad esempio, "baciare le mani"!!!
Sono storie di vita quotidiana che s'intrecciano, con semplici legami affettivi, familiari, sentimentali, professionali, religiosi e d'amicizia, dove, nonostante l'esperienze vengano vissute in modo approssimativo ai limiti della povertà... ci si riesce ad accontentare e nello stesso tempo si è felici... senza rendersi conto di quanto avvenga intorno a loro, in questa terra ovunque "infetta" da corruzione e mafia...
La speranza di cambiamento c'è, ma non è rappresentata da quelle complicità, da quei pregiudizi o da tutti quei silenzi fatti di connivenze, bensì nasce e si sviluppa all'interno di un profondo rapporto d'amicizia, nato in maniera causale, tra il piccolo Salvatore (Edoardo Buscetta... per come recita sembra un professionista con ottant'anni d'esperienza... insieme a tutti i compagni di classe... Alice, Fofò e Sebastiano ) e il capo della quadra mobile di Palermo, Boris Giuliano.
Quest'ultimo un grande uomo, che ha sacrificato se stesso per questa terra; un uomo che aveva compreso prima di morire, il pericolo a cui questa regione andava incontro ed aveva cercato non solo con la propria professionalità di contrastarla, ma ne aveva fatto la propria missione di vita, trasmettendo quei valori e quella propria speranza al piccolo Salvatore, di cui oltre che mentore era diventato per l'appunto... amico.
Ed è proprio da questa unione, che il bambino troverà le risposte a quelle sue domande, è saranno proprio i consigli di Boris, sulla mafia e sull'amore, a far comprendere finalmente quei i dubbi che da sempre lo hanno tormentato...
Scrivi Salvatore, non ti fermare... scrivi su quel tuo diario...
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