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domenica 29 giugno 2025

Grazie Jeff Bezos, per aver scelto l'Italia. E grazie a chi protesta contro il tuo matrimonio: un lusso che ci ha arricchiti, mentre i miei connazionali si indignano, come sempre, per le cose sbagliate!

Gli italiani sono bravi a protestare per cose futili, come ad esempio il matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez a Venezia, un evento che ha lasciato nella città lagunare non solo pubblicità ma anche milioni di euro, eppure sembra che questa capacità di indignazione si esaurisca rapidamente quando si tratta di questioni davvero importanti. 

È curioso notare come ci si accalchi volentieri per criticare eventi mondani o per lamentarsi di problemi minori, ma quando si parla di referendum, di scelte politiche cruciali, di responsabilità collettive, di scendere in piazza per i propri diritti, ecco che allora tutto tace, già... tutto si dissolve in un silenzio assordante!

Non è raro vedere persone che si infervorano per un parcheggio occupato, per una fila saltata al supermercato o per una multa ingiusta, ma quando si tratta di andare a votare, di prendere posizione contro le inchieste giudiziarie che coinvolgono i nostri politici o di chiedere le loro dimissioni in maniera concreta, ecco che quella passione latita. 

Sì... è come se ci fosse una sorta di meccanismo interno che seleziona ciò che merita il nostro tempo e la nostra energia, privilegiando sempre l’effimero rispetto all’essenziale.

E poi vi sono quelli che preferiscono marciare contro un matrimonio miliardario piuttosto che scendere in piazza per rivendicare giustizia, trasparenza o semplicemente un futuro migliore! Per quest'ultimi è più facile puntare il dito contro qualcosa di esterno, di estraneo, piuttosto che affrontare i nodi interni, quelli che riguardano il sistema, la casta, le disuguaglianze, i privilegi di pochi a discapito di molti. 

E così, mentre i politici indagati restano saldamente al loro posto, protetti da lacchè e compiacenti, loro si distraggono con polemiche sterili che non cambiano nulla, se non forse il nostro umore momentaneo.

Ma chissà... forse è più comodo vivere così, senza mettersi in gioco, senza assumersi la responsabilità di dire basta, di chiedere conto, di pretendere cambiamenti. E difatti alla fine, cosa ci resta? Una società sempre più divisa, sempre più distratta, sempre più incline a dare peso alle cose sbagliate. 

E mentre Venezia diventa teatro di proteste per un evento glamour, altrove, nel silenzio generale, si consumano ingiustizie ben più gravi, quelle che nessuno sembra disposto a contrastare.

È un paradosso che ci accompagna da anni, un vizio nazionale che non accenna a scomparire. Forse sarebbe il caso di fermarsi un attimo, di riflettere su cosa davvero conta, su cosa merita la nostra voce e la nostra presenza. Perché, alla fine, se non lo facciamo noi, chi altri lo farà?

Grazie quindi Jeff Bezos, per aver scelto il nostro Paese e la bellissima Venezia. Ma un grazie va anche a chi ha deciso di protestare contro il tuo matrimonio: un lusso che ci ha arricchiti, mentre i miei connazionali si indignano, come sempre, per le cose sbagliate!

Ed è proprio grazie a quest'ultima riflessione che mi posso permettere di concludere in maniera serena questo mio post, sì... augurando al Sig. Bezos e alla sua consorte tanta e tanta felicità.

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