È curioso notare come ci si accalchi volentieri per criticare eventi mondani o per lamentarsi di problemi minori, ma quando si parla di referendum, di scelte politiche cruciali, di responsabilità collettive, di scendere in piazza per i propri diritti, ecco che allora tutto tace, già... tutto si dissolve in un silenzio assordante!
Non è raro vedere persone che si infervorano per un parcheggio occupato, per una fila saltata al supermercato o per una multa ingiusta, ma quando si tratta di andare a votare, di prendere posizione contro le inchieste giudiziarie che coinvolgono i nostri politici o di chiedere le loro dimissioni in maniera concreta, ecco che quella passione latita.
Sì... è come se ci fosse una sorta di meccanismo interno che seleziona ciò che merita il nostro tempo e la nostra energia, privilegiando sempre l’effimero rispetto all’essenziale.
E poi vi sono quelli che preferiscono marciare contro un matrimonio miliardario piuttosto che scendere in piazza per rivendicare giustizia, trasparenza o semplicemente un futuro migliore! Per quest'ultimi è più facile puntare il dito contro qualcosa di esterno, di estraneo, piuttosto che affrontare i nodi interni, quelli che riguardano il sistema, la casta, le disuguaglianze, i privilegi di pochi a discapito di molti.
E così, mentre i politici indagati restano saldamente al loro posto, protetti da lacchè e compiacenti, loro si distraggono con polemiche sterili che non cambiano nulla, se non forse il nostro umore momentaneo.
Ma chissà... forse è più comodo vivere così, senza mettersi in gioco, senza assumersi la responsabilità di dire basta, di chiedere conto, di pretendere cambiamenti. E difatti alla fine, cosa ci resta? Una società sempre più divisa, sempre più distratta, sempre più incline a dare peso alle cose sbagliate.
E mentre Venezia diventa teatro di proteste per un evento glamour, altrove, nel silenzio generale, si consumano ingiustizie ben più gravi, quelle che nessuno sembra disposto a contrastare.
Ed è proprio grazie a quest'ultima riflessione che mi posso permettere di concludere in maniera serena questo mio post, sì... augurando al Sig. Bezos e alla sua consorte tanta e tanta felicità.
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