E' un duro attacco quello manifestato dal Segretario generale Maurizio Grosso della CONFALI (Confederazione delle associazioni lavoratori indipendenti) e dal segretario provinciale Pasquale Masi all'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ed in particolare al suo Presidente, il Prefetto Umberto Postiglione...
http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=6706
Ciò che comunque appare strano è che la revoca del 50% delle quote non ha avuto alcun risalto mediatico... io stesso ho avuto difficoltà a trovare sul web qualcuno che ne parli e sono quasi certo che a breve, verrà riconsegnato anche il restante 50%, per evitare così che qualcuno... possa "gridare ai quattro venti" che a fallire è stato... lo Stato!!!
Ripercorrere per l'ennesima volta il disastro fallimentare (sotto tutti i punti di vista) della gestione dei beni confiscati e soprattutto di gran parte di quegli amministratori demandati a quei particolari compiti è opinione diffusa e consolidata, come analoga incapacità vi è stata da parte di ANBSC per aver, in modo inflessibile adottato metodologie di gestione errate, che si sono dimostrate fallimentari in particolare per non essere intervenuti celermente con procedure, che avrebbero permesso a quelle poche società rimaste di continuare ad operare nel mercato del lavoro, ma soprattutto di salvaguardare quei pochi posti di lavoro vitali, in particolare in questa nostra regione...
Mi si permetta d'aggiungere che, se sono questi i soggetti che avrebbero dovuto dimostrare di saper combattere la mafia, capisco oggi perfettamente il motivo per cui, quest'ultima, abbia continuato ad espandere i propri tentacoli, trovando il più delle volte, proprio in quei "paladini della legalità" i loro principali "compari"...
Basterebbe poco per salvarle tutte queste società, già, servirebbe esclusivamente che questi signori si togliessero dai piedi o avessero almeno l'umiltà di ascoltare chi ne sa più di loro...
Abbiamo visto difatti in questi anni come le aziende confiscate siano state viste come fossero un pozzo dei desideri (dal quale estrarre quanto più si poteva...) o viceversa, dei "rebus" indecifrabili e incomprensibili, di cui soprattutto non si aveva alcun interesse...
Ora che si è compreso il totale fallimento di quella metodologia applicata... ecco che si torna indietro proprio come "gamberi", restituendo nel silenzio più assordante, quelle quote a suo tempo (visto quanto sta accadendo...) con molta leggerezza, sequestrate e confiscate!!!
Ma in fin dei conti... il cosiddetto “perdente” non si qualifica tanto per la lunga serie di sconfitte collezionate nel tempo, quanto soprattutto per la propensione alla resa anticipata e per l’inettitudine a lottare sempre fino in fondo!!!
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