Tutti gli uomini sono uguali dinanzi alla legge, ma alcuni uomini sono più uguali di altri…
Qualche giorno fa ho letto
dell’ammissione al decreto legislativo 159/2011 per la società TECNIS S.P.A.
che consente alla stessa, di mettersi al riparo da possibili richieste di
crediti vantati da terzi; una sorta di tutela a protezione che resterà in vigore per tutto il mandato del commissario
Dott. Saverio Ruperto, nominato dopo il sequestro emesso dal Tribunale Misure
di Prevenzione.
Una "meravigliosa" notizia, che permette alla società
di poter continuare a operare in quegli appalti già aggiudicati e in corso di
definizione!
Inoltre, la stessa Tecnis Spa, potrà
ora rivolgersi a tutte quelle Stazioni appaltanti da cui ancora oggi, vanta crediti riguardanti Stati d'Avanzamento lavori (SAL) già realizzati e finora mai corrisposti.
Questa procedura permetterà così alla società Tecnis Spa, di avere quella necessaria liquidità per
affrontare tutti i pagamenti correnti e quelli scaduti, tra cui in particolare gli stipendi dei dipendenti…
E ancora, grazie alla revoca
dell'interdittiva antimafia appena giunta, si potranno firmare i contratti già
aggiudicati e che a causa proprio del provvedimento si stavano per perdere…
E' stato riportato inoltre che: "
vista la nota del 25 febbraio 2016, con la quale l'amministratore
giudiziario della Tecnis, della Artemis
e della Cogip Holding ha chiesto la revoca dei provvedimenti interdittiva antimafia adottati nei confronti delle citate imprese, considerato l'avvenuto
sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Catania che alla luce di quanto
previsto dal comma 5, dell'art. 95 del decreto legislativo n.
159/2011, il prefetto, anche sulla documentata richiesta dell'interessato,
aggiorna l'esito dell'informazione al venir meno delle circostanze rilevanti ai
fini dell'accertamento dei tentativi di infiltrazione mafiosa".
Ancora un altro "meraviglioso" annuncio!!!
Ed infine, la Prefettura dopo
aver interpellato l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha espresso parere
favorevole sulla revoca dichiarando: "dato atto che con nota del 2 marzo 2016
1'Autorità Nazionale Anticorruzione, opportunamente interessata da questa
Prefettura, ha comunicato di condividere la valutazione circa l'opportunità di
procedere all'aggiornamento dell'informazione antimafia ai sensi dell'art. 91,
comma 5 del D. Lgs. 159/2011, tenuto conto dell’'assenza di preclusioni ai fini
della normativa antimafia a carico dell'Amministratore giudiziario e del fatto
che la sua attività è sottoposta al controllo del Tribunale... " venir
meno degli elementi di controindicazione ai fini antimafia".
In conclusione cioè il prefetto
ha revocato l'interdittiva antimafia "
informando
che nei confronti di Tecnis non sussistono, allo stato, le cause di decadenza,
sospensione o di divieto di cui all'art. 67 del D. Lgs n.159/2011 né elementi
utili a dimostrare la sussistenza d'infiltrazioni mafiose tendenti a
condizionare le scelte e gli indirizzi dell'impresa"; revoca che riguarda
anche le società Artemis e Cogip Holding”.
Tale revoca permetterà così alla
società Tecnis di rientrare nella White-List e di poter definire gli appalti
che si erano già aggiudicati e soprattutto potrà partecipare ad altri bandi.
Terza e ultima "meravigliosa" comunicazione!!!
Quindi rileggendo queste notizie
“MERAVIGLIOSE” mi sono
chiesto se quanto fin qui dalle istituzioni determinato, sia il giusto indirizzo a quelle
eque procedure di giudizio e d'uniformità sotto il profilo legislativo, sia per quanto concerne l'uguaglianza
di trattamento e soprattutto per garantire quella condizione legittima e fondamentale, che deve far sì di garantire la libera concorrenza…
Ora, comprendo il disagio emotivo
per una vicenda che crea grosse ripercussioni nell'economia di una provincia
già in forte crisi, come d'altronde intuisco la difficoltà a prendere
provvedimenti che causerebbero non solo la perdita di appalti aggiudicati, ma
soprattutto, il licenziamento di migliaia di dipendenti, che nulla hanno a che fare, con le vicende giudiziarie…
Per cui, ben vengano soluzioni di
“argine” come quella finora concretizzata, ciò che però mi lascia perplesso è
valutare come siano stati usati, due pesi e due misure, per vicende che potrei
definirle eguali, anzi identiche, ma a cui purtroppo sono stati usati parametri
d'intervento direi opposti…
Infatti, mentre per la Tecnis Spa si
è pensato di salvaguardare gli appalti e i dipendenti e dove si evince come lo Stato si stia
impegnando con tutte le forze istituzionali (attraverso
l'operato del commissario) di portare avanti quelle commesse in corso e quelle ancora da
definire (contribuendo così a far rientrare celermente questa impresa nell'ambito
della legalità), di contro, alla società IN.CO.TER S.P.A. (ex Fratelli Basilotta S.P.A.) questa eguale considerazione
non è stata applicata… anzi tutt'altro...
Infatti, in quei periodi sono intervenuti tutta una serie di provvedimenti che l’hanno, di fatto, “spogliata” di tutti gli appalti
“milionari”... che di conseguenza, sono state affidate ad altre imprese, le stesse
che poi negli anni abbiamo scoperto essere – grazie alle inchieste delle varie
procure - legate a quel noto mondo criminale, che si credeva
(erroneamente) - proprio attraverso i
provvedimenti giudiziari decisi contro la In.Co.Ter Spa – di contrastare…
Difatti, se pur oggi ritengo
ragionevole e doveroso limitare i danni che causerebbero la perdita di quegli
appalti e l’eventuale speculazione da parte di terzi (in particolare per limitare
pressioni di pseudo fornitori), purtroppo, con i provvedimenti adottati da
parte dello Stato nei confronti della società IN.CO.TER, a “scottarsi” -
in quel calderone d’olio bollente - sono
stati principalmente quelle centinaia di dipendenti che operavano all'interno
del “
Gruppo Basilotta“ e tutti coloro (
centinaia) - che in veste di collaboratori orbitavano intorno a quell'indotto, quali subappaltatori, fornitori,
impiantisti, consulenti e professionisti (amministrativi, legali, tecnici, ecc...), officine, concessionarie, ecc…
Soggetti, che hanno avuto quale
unica colpa quella di aver operato per una società su cui è intervenuto un
provvedimento giudiziario e di cui ancora oggi, alcuni di loro, devono ricevere le loro spettanze;
mi duole aggiungere che tra essi, ci sono alcuni che stanno combattendo per la propria vita a causa di gravi problemi di salute e quel denaro servirebbe loro, principalmente per pagarsi
le cure mediche attualmente in atto…
Ora sembrerà assurdo, ma dover
pensare che la differenza delle procedure adottate, siano totalmente opposte a
quelle a suo tempo realizzate, mi fa pensare che forse qualcosa a suo tempo non abbia funzionato… o che forse, avendo compreso gli errori commessi
nel passato, si stia oggi cambiando metodologia, utilizzando una procedura diversa…
Non bisogna infatti, dimenticare, che come la "IN.CO.TER SPA" c'è ne sono altrettante nelle medesime condizioni,
ed è un vero peccato che a differenza di quanto finalmente adesso si sta applicando
in "salvaguardia" per la Tecnis, non sia stato eseguito in precedenza
anche per tutte quelle società, anch'esse allora titolari di contratti con commesse per milioni di euro e con crediti certi ed esigibili verso terzi, per
altrettante centinaia d migliaia di euro…
Non so comprendere se si sia
trattato di scelte inadeguate, procedure burocratiche o se forse... condizionate
(tutto sommato, a dover pensare che quegli appalti facevano gola un po' a tutti, non credo di fare peccato…), ma certamente qualcosa non ha funzionato e come
se non bastasse, vanno inoltre sommate le inadeguatezze di coloro che in quegli anni, sono stati nominati per la gestione, tutela e conservazione: società
“interdette”, che pian piano... sono andate definitivamente scomparendo!
Tanto per riassumere giorno 04 giugno 2010 è stato sequestrato il 50%
delle quote della IN.CO.TER S.P.A. in applicazione di una misura preventiva
antimafia.
Di lì a pochi mesi, il Presidente
della quarta sezione del Tar Catania, Biagio Campanella, aveva sospeso il
provvedimento della prefettura etnea... che aveva negato il rilascio del
certificato antimafia alla società In.Co.Ter. S.p.a., chiesto per la gara
d'appalto aggiudicata per l'ammodernamento della strada statale 640
Agrigento-Caltanissetta.
Secondo il giudice (che aveva
emesso un decreto d'urgenza):
il
sequestro preventivo del 50% delle azioni In.Co.Ter e l'amministrazione
unica affidata all'Arch. Guglielmo Messina “garantivano sufficientemente circa
il pericolo di infiltrazioni mafiose, ostative al rilascio del certificato”.
Nel decreto si spiegava come
fosse “doveroso garantire la continuità
dell'impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento
dell'interesse pubblico e di quello privato» e si poneva l'accento che «il mancato rilascio dell'informativa
antimafia avrebbe comportato per l'impresa ricorrente la risoluzione del
contratto d'appalto e la mancata partecipazione a qualsiasi tipo di gara”.
La cosa che da sempre mi è sembrata alquanto strana
-per non dire assurda- è che, durante
questo periodo, sia giunto inizialmente il provvedimento interdittiva (bloccando, di fatto, l’azienda che si era nel
frattempo premurata a organizzarsi con l’acquisto di macchinari, attrezzature,
campi base, trasferimento dei propri dipendenti, assunzione di nuovo personale
e quant'altro per iniziare gli appalti…) e solo successivamente è giunto
il provvedimento di sequestro da parte del Tribunale di Catania, circostanza
quest'ultima totalmente opposta a quella adesso realizzata per la Tecnis Spa.
Si tenga inoltre conto che in
quel periodo l'IN.CO.TER S.P.A. stava completando:
- Centro Commerciale Porte di
Catania
- Centro Commerciale Sicilia
Village Outlett – Agira
- Lavori stradali per la fornitura e
posa di conglomerati bituminosi
- Lavori di manutenzione
straordinaria nelle SS.PP. 31 e 15 e
nella SR 25 – Provincia di Ragusa
Mentre erano in fase di contrattualizzazione
e di definizione i seguenti appalti:
- C.M.C. – SS 640 Agrigento – Caltanissetta
- INTERPORTO di Catania in ATI
- Parco Eolico in Provincia di
Messina
- SIS S.C.P.A. – Raddoppio
Ferroviario in Palermo
- IRAQ – Lavoro autostradale Umm
Qasr-Al Zubair
- CO.ME.R. S.P.A. - Fornitura di
conglomerati bituminosi e nolo di attrezzature;
- Comune di San Giovanni La Punta
- Opere di Urbanizzazione Primaria nell'Area P.I.P.
- Provincia di Caltanissetta -
Lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della S.P.10.
- Comune di Solarino - Lavori per
la esecuzione delle opere di urbanizzazione relative al Piano per gli
insediamenti produttivi – I° Stralcio Funzionale
Purtroppo però, molti di quei
contratti (e direi "stranamente" i più rilevanti...) sono andati perduti...
Altresì, quanto fosse doveroso
garantire in, continuità aziendale e la tutela dei lavoratori (ndr: nel bilanciamento
dell'interesse pubblico e di quello privato…), ha dimostrato come l’intervento richiesto sia risultato vano, in quanto ha estromesso di fatto la società da quegli
appalti (gli stessi che successivamente sono stati affidati ad altre Società... che il tempo ha dimostrato essere state "inquisite”) e soprattutto, non ha
garantito al personale precedentemente licenziato di poter rientrare, ha escluso di fatto la possibilità a procedere a nuove assunzioni e quale epilogo finale, ha dato il via ai
licenziamenti di quanti erano ancora in forza...
Malgrado ciò, voglio sperare che
quanto a suo tempo compiuto -
a danno dei
dipendenti dell'IN.COTER e di tutto il "Gruppo"- sia da attribuirsi a
procedimenti sommari o compiuti in modo precipitoso, escludendo da parte mia sin
d'ora l’ipotesi, che quanto "malauguratamente" svolto, non sia stata
una conseguenza implicita di quella prassi, consuetudine tanto diffusa di
questa nostra regione...
Ed è per questa ragione che mi trovo (dopo quanto finora sopportato) ancora qui... perché ritengo (come diceva il Giudice Falcone) che occorre sempre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il
sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta
l'essenza della dignità!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.