Vi ricordate il film Pulp Fiction il Signor Wolf... quello che veniva chiamato per risolvere i problemi... oppure Jules che prima di uccidere le sue vittime proclamava: il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te” (Ezechiele 25:17).
Vi starete chiedendo a cosa sia dovuto questo mio risveglio biblico... a nulla... o meglio, si direbbe a margine di una trama a me sconosciuta, che alcuni giorni fa, girovagando sul web, mi è pervenuta... sotto gli occhi.
Ciò che mi ha interessato, sono i nomi delle società e i soggetti ai quali si faceva riferimento... che sembrano in un primo momento tra di essi scollegati, ma che alla fine si comprende perfettamente, come fossero tutti tra loro legati in quella tela di ragno...
Si parla di un'area immensa... (quasi 1.400.000 mq), l’ex area Falck, dove sorgevano le acciaierie più famose d’Italia!!!
Ora finalmente, dopo tante disavventure, sembra aver preso forma il progetto di riqualificazione della Bizzi & partners development, la società di sviluppo immobiliare guidata da Davide Bizzi, con un investimento complessivo di 2,6 miliardi di euro è il piano di recupero urbanistico più ambizioso in Europa.
E dire che questa, è la stessa area che ha visto nascere a suo tempo un'inchiesta dalla Procura di Monza, su odor di tangenti... e da quella indagine venivano indagati due professionisti, considerati dai Pm, organici alle cooperative emiliane; erano precisamente: Francesco Agnello e Gianpaolo Salami.
Nel 2011 "LiveSicilia" riportava quanto si diceva su Francesco Agnello: “
un professionista di origini siciliane, rappresentante di politici del centrosinistra, che si era proposto come mediatore tra la proprietà e le cooperative che erano intenzionate ad acquistare una parte delle aree Falck” -secondo indiscrezioni, era legato al senatore democratico, Giuseppe Lumia- ed è stato iscritto nel registro degli indagati insieme al suo “gemello”, Gian Paolo Salami: ad entrambi è stata affidata una consulenza che gli inquirenti, ritengono “sospetta”...
Soldi presi per “per non fare nulla” ha dichiarato Pasini ai magistrati mentre il Pm che si occupava del caso (Walter Mapelli) ha incaricato le fiamme gialle di verificare che fine abbiano fatto quei 2 milioni e 400 mila euro della consulenza... il sospetto è che si sia trattato, anche in questo caso, di un'altra tangente...
Ricominciamo daccapo...
Giuseppe Pasini è l’imprenditore dell'area Falck, ne è stato il proprietario ed è quello che ha innescato lo scompiglio... avendo dichiarato e fatto mettere a verbale, d’aver versato mazzette destinate a Filippo Penati: è stata la CCC-Consorzio Cooperative Costruzioni, colosso edile di Bologna, a indicarmi i soggetti in questione - tant'è vero che proprio il vicepresidente della CCC, Omer degli Esposti, sarebbe fra gli indagati, mentre la Procura "non smentisce e non conferma".
In ogni caso, Pasini afferma d'averli pagati, come consulenti dal 2002 al 2004, versandogli la bellezza di due milioni e mezzo di euro, ma senza una mansione precisa, una sorta di tangente mascherata.
Agnello e Salami - ed è bene dire che rigettano ogni accusa - hanno presentato le fatture ai magistrati, i quali però non ne sono rimasti convinti...
Peraltro, il Pm Walter Mapelli è andato ancor più indietro...
Parlando con Achille Colombo, storico dirigente della Falck (quando ancora i terreni non erano stati dismessi) ricorda la presenza di quell'avvocato "siciliano" (che poi è Agnello) già nel 2000, ai tempi delle prime trattative...
E dunque, molto interessante scorrere le loro pressoché -più che altro intrecciate- vicende professionali.
Agnello, avvocato d'affari 58enne è di Palermo, in Sicilia si muove con sicurezza; Salami, 61 anni, è invece di Reggio Emilia, anche se fa base più che altro a Sassuolo, provincia di Modena.
E si vede che ad entrambi, piace lavorare a stretto gomito: risultano associati in una marea d’imprese, consulenze aziendali e costruzione d’immobili ecc...
Senza contare che, Agnello ha partecipato alle attività societarie di veri colossi della cooperazione come la Cmc di Ravenna - ma questo è solo uno dei tanti esempi...
In ogni caso, significativo risulta essere proprio il loro giro d’affari siciliano...
I loro nomi compaiono, direttamente o indirettamente, in quella che appare come una catena di società collegate - Sviluppo Messina Srl, Sviluppo Trapani Srl, e poi Sviluppo Catania, Sviluppo Palermo, Sviluppo Licata...
Una ragnatela che copre pressoché l’intero territorio dell’isola.
Francesco Agnello direttamente, Gianpaolo Salami, attraverso una società che ne detiene percentuali di quote, la Servizi Globali Generali-SGG Srl, con sede proprio a Sassuolo - che peraltro annovera fra i soci anche un Mario Agnello.
Proviamo dunque a seguire le attività delle società che sopra abbiamo elencato... ed anche in questo caso, tutte risultano strettamente collegate a quelle delle cooperative emiliane.
In sostanza: c'è il progetto di aprire un centro commerciale - Ipercoop, per dire - in un determinato Comune, e allora si dà mandato alla società di Agnello e Salami (Salami attraverso la SGG, ripetiamo) affinché sbrighi le pratiche burocratiche e sistemi le cose sul territorio -contrattazioni col proprietario del terreno, beghe comunali, eventuali contenziosi-.
Poi, una volta spianata la strada, ecco che parte il progetto, in genere realizzato dalla coop di turno...
Uno schema che però non sempre va a buon fine. Prendiamo Messina: lì, nell'area di Pistunina, era per l’appunto in progetto la realizzazione di una grande Ipercoop.
Chi si prende in carico la faccenda?
La Sviluppo Messina Srl., che peraltro, oltre ad Agnello e alla SGG, annovera tra i soci anche Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia - questo per dire che i due indagati a Monza non sono proprio gli ultimi.
Comunque: la coop che dovrebbe realizzare il centro versa una caparra alla Sviluppo Messina perché si attivi, e questa a sua volta versa un’altra caparra alla società proprietaria del terreno, la Decon Spa.
Pare vada tutto per il meglio, quando il Comune decide che, invece, quell'area rientra nel piano legato al porto di Tremestieri.
Un canovaccio già visto: ecco la vicenda della la Sviluppo Trapani - fra i soci sempre Agnello e la SGG di Salami.
In questo caso succede che la Immobiliare Grande Distribuzione, società quotata in Borsa i cui soci di maggioranza sono Coop Adriatica e Unicoop Tirreno, sottoscriva un contratto preliminare per l’appunto con la Sviluppo Trapani, sempre in vista della realizzazione di una galleria commerciale che ospiterà anche un’Ipercoop.
Alla Sviluppo Trapani viene versata nel 2005 la consueta caparra, 5 milioni e 467mila euro, corrispondenti al dieci per cento dell’investimento complessivo.
Solo che la faccenda non decolla, in Comune si scontrano e la burocrazia si mette di mezzo.
E nel gennaio 2009 la IGD si ritrae, comunicando che otterrà la restituzione della somma versata. Ancora lo stesso schema: la coop, per costruire il centro commerciale, dà mandato ed eventualmente soldi ad Agnello e Salami affinché risolvano i problemi locali (ecco spuntare nuovamente il Signor Wolf...) , poi - se va tutto come deve - si parte col progetto.
Analogo schema viene riproposto in provincia di Catania, dove nel 2009 viene inaugurato il Centro commerciale Katanè: 100 milioni di euro di investimento complessivo, 33400 mq di area di vendita, una galleria commerciale di 70 negozi, 1300 posti auto.
Per realizzare il Centro commerciale di Gravina di Catania, vengono rilasciate varianti che ai sensi del regolamento urbanistico sembravano difficili da ottenere, difatti, la stessa Confcommercio di Catania, denunciò le frettolose procedure con cui, verranno concessi i pareri autorizzativi...
Altri (per lo più concorrenti... siamo negli anni in cui a Catania si realizzavano più centri commerciali di quelli di cui aveva bisogno Parigi...), fecero ricorso al TAR per la violazione di alcune norme urbanistiche, quali per esempio il rispetto della tangenziale (o per esempio, le linee aree di alta tensione che sormontano l'edificio...), ma i giudici amministrativi, giudicarono il ricorso inammissibile...
Aggiungerei inoltre che, proprio nel 2005 la magistratura fosse a conoscenza di una rivelazione da parte di un pentito... e cioè, che si stava dando il via in tutta la Sicilia alla costruzione di enormi centri commerciali, per riciclare centinaia e centinaia di milioni di euro, attraverso un sistema che legava tra loro, mafia, finanza e politica e colui che dichiarava quanto sopra, non era certamente un "pinco pallino" anzi tutt'altro, era un pentito di primissimo livello: Francesco Campanella.
Era lo stesso consigliere comunale di Villabate che falsificando alcuni documenti d'identità, permise al capo mafia, Bernardo Provenzano, di recarsi in Francia per compiere un intervento chirurgico...
Ed alla fine, come abbiamo visto, quei centri commerciali furono
quasi tutti realizzati (
si manca all'appello quello di San Gregorio, ne ho parlato in un mio precedente post...) e per molti di essi (
basti guardare le vetrine chiuse in questi anni...), sta già iniziando a percepire quella pericolosa fase discendente... vera e propria causa d'implosione per colpa della crisi ed anche, della troppa concorrenza ...
Comunque, ciò che è emerso e che questa coppia, Agnello-Salami, ha gestito per conto del mondo cooperativo, appalti tutt'altro che irrilevanti!!!
Peraltro, sempre la SGG, non ha operato esclusivamente in Sicilia ma si è occupata di realizzare un polo turistico nel territorio di Castellammare del Golfo (hotel e residence e servizi, cinquanta di milioni d’investimento) e la gestione (attraverso un’altra società di nome Phaedora) della Fortezza Vecchia di Livorno (e dire che anche lì... l'allora candidato sindaco Marco Taradash, denunciò l'appalto, adombrando il dubbio che questo fosse stato ottenuto per i collegamenti indiretti fra SGG e ancora IGD quest’ultima titolare anche di un altro progetto proprio nel livornese... ma non servi a nulla...).
Concludo infine con un intervista: "
temo che quello di Sesto San Giovanni sia un modello collaudato (suggeriva l’esponente politico emiliano che accettò, in modo anonimo, di parlare con il giornalista di "LINKIESTA"), nel quale, personaggi come Agnello e Salami, altro non sono, che meccanismi di un complesso sistema di gestione del potere, su cui la classe dirigente avrebbe dovuto intervenire ben prima che la magistratura aprisse le inchieste!!!
La verità è che le gare d’appalto sono per alcune persone... una vera e propria passione. Già, appena ne sentono parlare, partono per la tangente!!!
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