Sì perché a differenza di quanto si possa pensare non vi è solo la mafia a caccia di quegli affari, dietro l'accesso a quelle aste non troviamo soltanto individui prestanome e/o usurai legati a quell'associazione criminale, bensì ahimè anche garanti istituzionali e politici...
D'altronde quanto sopra rappresenta un fenomeno che vede da tempo affaristi e mafiosi mettersi d'accordo, sì proprio fuori da quegli uffici delle aste giudiziarie o attraverso contatti per le vie brevi, osservando on line i diretti interessati, in particolare ciò che si prova a fare è provare a suddividersi quei beni al minor costo possibile, senza far lievitare il prezzo d'acquisto e soprattutto provando a riciclare quel denaro ottenuto da attività illegali quali malaffare, corruzione e tangenti...
Peraltro la stessa Commissione Antimafia ha evidenziato come il più delle volte sia la stessa mafia a ricomprarsi le case o i terreni ad essi "confiscati", presentando al posto loro durante l'asta dei semplici prestanome ed il gioco è fatto!!!
Quell'organismo Parlamentare ha difatti sottolineato l’urgenza di proteggere le fasce più deboli della popolazione, contrastando la crescente acquisizione da parte di quelle realtà (non solo mafiose) che ritirando i debiti in sofferenza e gli immobili di quelle famiglie indebitate, li sottraggono in maniera furtiva alla loro disponibilità e creano nuova linfa ad un sistema già di suo fraudolento.Bisogna aver coraggio di denunciare queste circostanze e i loro attori, in particolare nella nostra regione siciliana che a causa della pandemia "Covid-19" si è ritrovata ad offrireha permesso, non soltanto alla mafia, ma anche a tutti quei soggetti con grandi disponibilità finanziarie - grazie all’enorme liquidità da riciclare - di creare un servizio parallelo di "welfare", acquistando per l'appunto non solo quegli immobili, ma anche le attività/imprese cadute in totale crisi.
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