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giovedì 24 ottobre 2019

Gabriel Batistuta e quella sua vita da calciatore... già, vissuta come un un "impiegato"!!!

Questa mattina mi stavo recando a Siracusa quando in auto ascoltavo "Radio Sportiva", in particolare le notizie sulle partite giocate ieri in Champions, dalle nostre squadre italiane...  
Durante la trasmissione si è parlato anche di un intervista al giocatore argentino Gabriel Batistuta, che come molti sanno, per anni ha solcato con bravura i campi di calcio dei nostri stadi italiani...
Ciò che però mi ha sorpreso è una sua frase: "la vita da calciatore??? Come quella di un impiegato..."!!!
Ora... pur avendo stima per il calciatore, una critica a quella sua frase va sicuramente espressa...
Infatti... pensare solo di paragonare un calciatore a un impiegato è sicuramente una grande cazzata... per di più anche offensiva!!! 
Già... perché vi è un enorme differenza tra un impiegato che si deve alzare ogni giorno per andare a lavoro, il più delle volte da "pendolare" - costretto quindi a svegliarsi due ore prima per prendere un treno/bus e recarsi nel proprio posto di lavoro e ripetere nuovamente quel percorso di sera per rientrare a casa - e chi di contro con la sua Porsche e/o Ferrari, intorno alle 11,00 si reca in quel centro sportivo per allenarsi, scalciando per circa un'ora e mezza un pallone, ridendo e scherzando con i propri compagni di squadra...
Ma poi volete mettere otto ore al giorno per 22 giorni lavorativi per circa 1500-2000 euro... un importo talmente irrisorio per loro che lo guadagnano in meno di in ora!!!
Quindi di cosa stava parlando??? Debbo forse pensare che stesse fumando... erba di campagna???
Sappiamo tutti come il mondo dei calciatori rappresenta perfettamente la futilità dell'uomo, un periodo nel quale tutto è stato ribaltato, dove l'inutile è divenuto fondamentale, dove i valori sono stati sostituiti e ribaltati non da doti o talento, bensì da raccomandazioni e manager/procuratori... 
La maggior parte di loro... ad esclusione di quanti per merito e bravura meritano di stare lì...  sono dei raccomandati, gente che si trova lì, in quell'ambiente, perché i loro padri e a volte anche i loro nonni giocavano al calcio... ed allora avendo compreso - furbescamente - come con quel settore, dando quattro calci al pallone si può vivere bene e soprattutto felici, ecco che ciascuno di loro ha indirizzato i propri figli ( sin da piccoli ) all'interno di quelle scuole calcio dove giocavano loro...
La lista è lunga... anzi no lunghissima e sono pochi quelli che meritano di giocare nella nostra massima serie... molti di loro sono dei brocchi, li vediamo durante le partite di serie A, le uniche eccellenze sono straniere, ma gli italiani, si quei pochi italiani realmente meritevoli si contano sulle punte delle dite!!!  
Si fanno chiamare "giocatori di calcio"!!! 
Il sottoscritto - credetemi - da giovane... si sarebbe vergognato (giocando male per come fanno loro...) al pensiero di definirsi "calciatore"!!!
Già... perché se guardiamo in giro nei vari campi da gioco, troviamo molti ragazzi preparati... gente che ha fatto tutta la gavetta, ma che non troverà mai alcuno sbocco in quelle serie più alta perché non è raccomandats, perché non hanno il procuratore giusto, perché lì ci sono già loro, sì... i cosiddetti "impiegati" figli di papà!!!
Se per un istante pensassero ai sacrifici compiuti dai loro tifosi che sono lì ad incitarli o a chiedergli l'autografo oppure quando - pur di vedere la loro squadra del cuore - si organizzano per le trasferte, già... al solo pensiero di stare godendo di una vita privilegiata, dovrebbero quantomeno trasmettere attraverso quel loro sport un messaggio importante, quello dell'impegno, della solidarietà, dell'attaccamento alla maglia... ed invece lì vediamo lì -alcuni di loro - senza alcuna grinta, senza cuore, senza passione, ma d'altronde, dopotutto quello che fanno, per quei pochi euro che ricevono, sottoposti di volta a critiche settimanali e senza mai ricevere segnali di riconoscenza, sì... è giusto che si sentano anch'essi come noi, dei semplici "impiegati"!!!   

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