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sabato 7 dicembre 2024

Quando la fede si intreccia con il crimine: una storia di ’ndrangheta e contraddizioni...

In una recente operazione della Procura di Brescia, emerge uno scenario che sembra uscito da un romanzo noir...

Già... una suora, figura simbolo di pace e dedizione, posta al servizio della criminalità organizzata: sì... quella calabrese, la nota ’ndrangheta...

Cosa dire, due vite agli antipodi unite dallo stesso sistema, perché da un lato, vi era un temuto elemento di spicco della ’ndrangheta lombarda, dall’altro, una suora, che secondo le indagini avrebbe messo le sue mansioni carcerarie al servizio del sodalizio criminale. 

Infatti, in una conversazione intercettata, un affiliato si riferisce a lei con parole inquietanti: «È una dei nostri. Se ti serve qualcosa dentro, chiedi a lei». 

La religiosa difatti sarebbe stata un importante tramite tra i membri del clan detenuti e quelli operativi fuori dal carcere, dimostrando come la rete mafiosa sappia insinuarsi anche in quelle fenditure insospettabili.

L’indagine ha ora portato all’arresto di ben 25 persone, tutte accusate di reati che vanno dal traffico di droga e armi all’usura, fino al riciclaggio e alle estorsioni. 

Tra i nomi eccellenti figurano anche ex consiglieri comunali, accusati di aver negoziato appalti pubblici in cambio di supporto elettorale, confermando ancora una volta il connubio – purtroppo frequente – tra politica e criminalità organizzata.

Cosa aggiungere... una pagina nera nella lotta alla criminalità, uno specchio delle contraddizioni umane e sociali. 
Una dimostrazione di come il crimine sappia corrompere e sfruttare ogni spazio, persino quelli dedicati alla fede e alla redenzione.

Viene spontaneo chiedervi cosa ne pensate? Come è possibile che realtà così distanti si intreccino in modo tanto inquietante? Se volete inviare la vostra risposta, sarò ben lieto di condividerla.

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