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lunedì 9 dicembre 2024

Siria nel caos: la fuga di Assad e le mire di Israele e Turchia sui territori strategici.

Le tensioni in Medio Oriente stanno raggiungendo un nuovo picco con sviluppi drammatici che rischiano di ridisegnare gli equilibri geopolitici della regione. 

Nel fine settimana le forze di terra israeliane hanno attraversato la zona demilitarizzata al confine tra Israele e Siria, entrando nel Paese per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur dell'ottobre 1973. 

L’operazione si inserisce in un contesto di rapidi cambiamenti sul terreno: i ribelli siriani hanno preso il controllo di Damasco, costringendo il presidente Bashar al-Assad a fuggire. Fonti locali confermano che Assad avrebbe lasciato il Paese dirigendosi verso un luogo non specificato, presumibilmente protetto da alleati regionali. La caduta di Damasco segna un punto di svolta in un conflitto decennale e apre nuovi scenari di instabilità.

Secondo le fonti citate, le forze israeliane ora controllano la cima del Monte Hermon, sul lato siriano del confine, oltre a diverse altre località strategiche ritenute essenziali per garantire il controllo della regione. Il Monte Hermon rappresenta un punto chiave sia per la sicurezza militare sia per la superiorità territoriale.

Israele, che ha operato segretamente in Siria per anni, giustifica questa mossa come necessaria per prevenire eventuali attacchi del gruppo militante libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran. 

La caduta di Assad, storico alleato di Teheran, potrebbe però indebolire l'influenza iraniana nella regione, creando un vuoto di potere che sia Israele che altre potenze, come la Turchia, sembrano intenzionate a sfruttare...

Nel frattempo, la Turchia osserva attentamente gli sviluppi con l'obiettivo di espandere la propria influenza nel nord della Siria. Ankara potrebbe tentare di approfittare della situazione per consolidare la sua presenza nelle aree contese, sfruttando il caos politico e militare.

Le preoccupazioni per l’integrità territoriale della Siria sono ora più vive che mai, con attori regionali che premono per ottenere vantaggi strategici. 

Ed infine, l'instabilità continua a peggiorare una situazione umanitaria critica, mentre la comunità internazionale osserva con apprensione una crisi che sembra destinata a ridefinire i confini e le alleanze nella regione.

Vedremo in questi mesi come si evolverà la situazione...


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