Una guerra fratricida caratterizzata come ben sappiamo da centinaia di omicidi, compiuti in tutte le ore del giorno e della notte e dove nessuno si poteva sentir sicuro, sia tra quei soggetti criminali, che ahimè, tra quelle molte vite innocenti...
Continue vendette trasversali dove a venire eliminati non erano soltanto i componenti di quei clan rivali, ma a perdere la vita erano anche ragazzi, come Domenico Calviello di 14 anni ucciso forse al posto del fratello, Valentina Guarino di soli 6 mesi colpita insieme al padre pregiudicato, Raffaella Lupoli uccisa a 11 anni al posto del padre e Domenico Petruzzelli ucciso insieme al padre e la madre a 3 anni per una vendetta.
Già... ricordo oggi (nella data di commemorazione) Domenico Calviello, un ragazzo di appena 14 anni, ucciso a fucilate la sera del 20 ottobre 1989, mentre si trovava nei pressi della macelleria del padre.Un omicidio che come molti altri, è rimasto avvolto nel mistero: infatti, non sono stati mai individuati gli esecutori, vista in particolare le poca collaborazione di quanti potavano sapere...
Peraltro, rimane misterioso anche il movente, anche se gli inquirenti ipotizzarono una vendetta trasversale, finita tragicamente a causa di uno scambio di persona per la notevole somiglianza intercorrente tra i due fratelli; e difatti questa l'ipotesi per la quale si è pensato che il vero obiettivo dell'agguato fosse per l'appunto il fratello Antonio, anch'egli presente la sera del 20 ottobre.
Cosa aggiungere... di una cosa ormai mi sono convinto e cioè che la maggior parte delle persone considera quanto accade all'interno di quel contesto mafioso come una circostanza distante dalle loro vite, sì... come se quegli omicidi commessi non fossero qualcosa che appartiene al contesto quotidiano, bensì essi preferiscono fingere di non vedere quanto accade intorno a loro e pensano così di vivere la propria in maniera tranquilla...
Poi di quelle vite perdute, rubate al loro futuro, di quelle mancate occasioni di riscatto sociale di cui tutti parlano, ma che poi nessuno riesce a portare a compimento, ecco vorrei dire che di quei proclami ne abbiamo le tasche piene, perché la verità in fondo è che a molti di quei ragazzi, è stata tolta l'unica cosa che possedevano e cioè la speranza...Al sottoscritto e ad altri come me... tocca la responsabilità di non far mai affievolire il ricordo di quelle vittime, ma soprattutto di tramandare - in qualsiasi modo possibile - quella cultura di legalità che riesca a trasmettere ai nostri giovani l'unico strada da percorrere, allontanandoli definitivamente da quell'ambiente criminale, quest'ultimo come si sa... sempre alla ricerca di giovani da integrare, quasi essi fossero un parco auto, necessari per garantire ad essa il proseguo dei suoi malaffari quotidiani!!!
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