Francesco Cossiga, ex Presidente della Repubblica, profondo conoscitore degli scantinati dell’Italia repubblicana, non ha mai avuto la mano delicata nei confronti di Mario Draghi, ex governatore di Bankitalia e successivamente Presidente della Banca Centrale Europea...
La dichiarazione è ovviamente datata, nata come risposta ad alcune insinuazioni sorte alcuni anni fa sull’eventuale candidatura di Draghi a ricoprire il ruolo di Premier: «Ѐ il liquidatore – proseguiva allora Cossiga – dopo la famosa crociera sul “Britannia”, dell’industria pubblica italiana. Da governatore del tesoro ha svenduto l’apparato produttivo statale, figuriamoci cosa potrebbe fare da Presidente del Consiglio dei Ministri»!!!
Chissà quali parole avrebbe speso oggi, avendo la possibilità di ammirare questa deplorevole italica scenografia.
Chissà quante picconate sarebbero piovute su questo eventuale (e prossimo) Presidente del Consiglio, a suo tempo socio di Goldman & Sachs...
Già a cosa faceva riferimento l'ex Presidente della repubblica??? Cosa intendeva dire per “Britannia”? Già... cosa accadde su quella nave, durante quella crociera allusa da molti e raccontata da pochissimi?
Nel 2011 Roberto Santoro scrisse: "Il 2 giugno del 1992 il direttore del Tesoro, Mario Draghi, sale sulla passerella del Royal Yacht “Britannia”, il panfilo della Regina Elisabetta ormeggiato nel porto di Civitavecchia. Draghi ha con sé l’invito ricevuto dai British Invisibles, che non sono i protagonisti di un romanzo complottista bensì i rappresentanti di un influente gruppo di pressione della City londinese, “invisibles” nel senso che si occupano di transazioni che non riguardano merci ma servizi finanziari. I Warburg, i Barings, i Barclays, ma anche i rappresentanti di Goldman & Sachs, finanzieri e banchieri del capitalismo che funziona, o funzionava, sono venuti a spiegare a un gruppo di imprenditori e boiardi di Stato italiani come fare le privatizzazioni».
Seguendo quel percorso ecco "Autostrade per l’Italia", una società costituita nell’ambito della riorganizzazione dell’originaria Società Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.a., completata nei primi mesi del 2003, che autorizzò, nell’ordine: le partecipazioni nelle società attive nel settore autostradale; le partecipazioni nelle altre società, avviate anche con partner, per lo sviluppo di nuove arterie autostradali in Italia; le partecipazioni nelle società che svolgono attività di progettazione e di pavimentazione di supporto alle attività caratteristiche del comparto autostradale; le partecipazioni in società ed enti operanti in attività comunque connesse alla gestione di strade e autostrade.
Abbiamo visto in questi anni cosa è emerso dopo il crollo del ponte Morandi!!!
Peraltro perché meravigliarsi... già nel giugno 2000 la sorte delle autostrade era toccata alle ferrovie, dando il via ad un lento processo di privatizzazione che, pur non avendo ancora completato il suo corso, aveva prodotto l’effettiva metamorfosi di un servizio diventato, col passare degli anni, sempre più vicina all’operatività di un’agenzia di viaggi che a una doverosa funzione di trasporto pubblico. Si pensi al rincaro dei biglietti, alla soppressione di molti convogli economici, o alle poco felici e recentissime sponsorizzazioni dal sapore classista...
Dunque, più che soffermarsi ad analizzare cosa avvenne e quali furono gli argomenti trattati sullo yacht Reale, è utile soffermarsi su ciò che accadde dopo quell’incontro, a cui erano presenti, come scrive Santoro, il già citato Draghi, il presidente di Bankitalia Ciampi, Beniamino Andreatta, Mario Baldassarri, i vertici di Iri, Eni, Ina, Comit, delle grandi partecipate che di lì a poco sarebbero state “svendute”, così si dice, senza grande acume proprio da coloro che nell’ultimo scorcio della Prima Repubblica le avevano trasformate nei “gioielli di famiglia!!!.
Il Riformista, nel 2003 scriveva così:
Craxi lo disse allora, anche perché oggi non può ripeterlo... non c’è più!!!
Ci sono in compenso altri personaggi che entrano e che escono come caselle perfettamente inserite di un domino. C’è ad esempio Reginald Bartholomew, figlio naturale del caso del 1993 che nel mese di giugno diventerà ambasciatore americano a Roma. Un anno dopo, siamo nel giugno 1994, con la scorpacciata del Britannia bella e consumata, ecco cosa dirà Bartholomew: Continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la necessità di essere trasparenti nelle privatizzazioni, di proseguire in modo spedito e di rimuovere qualsiasi barriera per gli investimenti esteri!!!
Ciò che emerge da quanto sopra è l’evidente parallelismo che alcuni passaggi hanno con la situazione odierna....
Oggi Moody’s (società privata con sede a New York che esegue ricerche finanziarie e analisi sulle attività di imprese commerciali e statali) è sulla bocca di tutti, tanto da attirare le uova degli indignati manifestanti. Peraltro si è visto come i giudizi da penna rossa delle agenzie di rating non sono certo nati con la crisi.
Scriveva Sergio Romano sul Corriere della Sera: "L’uscita dallo Sme provocò un terremoto totale, facendo intraprendere al Paese una faticosissima Via Crucis che riportò l’Italia in Europa nella seconda metà degli anni novanta, governata da quel Prodi che assicurò la continuità del progetto Amato: governo tecnico istituito nel 1992 e archiviato con l’uscita della cellula Berlusconi, vera e propria cellula impazzita che avrebbe maramaldeggiato sul paese per quasi vent’anni. Ventennio interrotto appunto dalla parentesi di Romano Prodi e della sua corsa all’Euro. Insomma, per parafrasare il tutto alla ferroviaria maniera, Silvio scese dal vagone Italia sicuro di poterci risalire, ma lasciando a Prodi il compito di azzeccare gli scambi (ferroviari e non solo) in direzione Bruxelles.
“British Invisibles” nacque da un comitato della Banca Centrale del Regno Unito e divenne una sorta di Confindustria delle imprese finanziarie. Oggi si chiama "International Financial Services" e raggruppa circa 150 aziende del settore. Un'organizzazione che seppe in anticipo su tutti di come il nostro Paese avrebbe finalmente aperto il capitolo delle privatizzazioni e in quella sede - i nostri uomini - decisero di illustrare quali privatizzazioni potevano essere compiute ai danni del nostro settore pubblico e quali servizi quelle sue imprese erano in grado di fornire...
Ma si sa, così va l'Italia e così sono molti miei connazionali (pecoroni) che invece di leggere, informarsi ed anche interrogarsi su quanto avviene nel loro paese, preferiscono credere alle notizie riportate... molte delle quali completamente "false" o "fake", l'importante per loro è che queste notizie non superino mai i 280 caratteri!!!
Già sono questi gli italiani, d'altronde perché dover leggere così tanto, quando si ha la predisposizione a credere a tutte le "cazzate" che, di volta in volta, vengono dai nostri media riportate???
Comunque, se avete ancora voglia di leggere, seguite questo link: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/01/22/britannia-la-vera-storia/5681308/
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