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sabato 3 ottobre 2020

Morire a 23 anni per promuovere l'altrui libertà...

Si chiamava Paolo Mirmina il sindacalista assassinato in una piazzetta del 3 ottobre 1920...

Già... sono passati 100 annida quel tristo giorno e  chissà se non fosse per quella lapide e per chi come me ne vuole ricordare ancora oggi quell'esempio, forse di di quel sindacalista, prima ancora bracciante agricolo, nessuno si ricorderebbe!!!

Perché ciò che non si vuole comprendere e che si fa finta di voler appositamente dimenticare, in particolare in questa nostra terra, è che la storia non la fanno gli uomini in prima vista, ma quelli che stanno dietro, quelli che con il loro coraggio hanno cercato, anche con piccoli gesti, di migliorarla...   

Perché ciò che si vuole ad ogni costo determinare è l'assoluto silenzio, sì... creare nei miei conterranei quella paura che stabilisca di fatto quel concetto di omertà, affinché ci si limiti dal compiere quel proprio dovere, circostanza questa che infatti si verifica solo sporadicamente - d'altronde va detto (il sottoscritto ad esempio ha potuto personalmente costatare anche una vera e propria forma di impreparazione o dovrei dire di difficoltà, ad accettare da parte di taluni organi competenti, quanto veniva loro presentato ufficialmente, chissà... forse a causa di quella improvvisa sorpresa nel ricevere quanto solitamente non si è abituati...) nessuno denuncia, e quei pochi che lo fanno si puntano sulle dita di una mano e alcuni di essi, solo perché trattasi di qualcosa che li ha riguardati o danneggiati personalmente... altrimenti, neppure questi si vedrebbero!!!

Riprendendo...  qualcuno ha pensato uccidendolo a soli 23 anni, di soffocare quel suo pensiero "libero", convinto che con la sua morte qualsivoglia azione sarebbe stata definitivamente soppressa...

Ma non è così... il fatto stesso che ancora oggi, a cent'anni di distanza qualcuno si ricorda di lui, significa che nulla è andato sconfitto neppure la memoria, il ricordo di quel suo lottare contro lo sfruttamento dei braccianti e le condizioni di miseria a cui quasi tutti erano sottoposti...

Ecco, sono queste le persone speciali, i veri siciliani che dovrebbero essere ricordati sin dalle scuole elementari ai nostri figli e non promuovere - come nelle fiction - tutti quei delinquenti che hanno saputo soltanto infettare questa nostra isola, tanto da renderla nota nel mondo, non tanto per le sue bellezze... ma ahimè... per le note vicende criminali!!!  

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