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giovedì 30 settembre 2021

Cambiano gli attori ma il "Sistema" resta immutato!!!

Ogni tanto ho come l'impressione che qualcosa finalmente vada cambiando...

Sembra difatti che a parte le solite critiche di quelle cosiddette malelingue, vi sia ovunque un rinnovamento, positivo...  sì nelle coscienze della maggior parte dei cittadini, in particolare di quanti operano in quegli enti pubblici, settori cardini dai quale passa tutta l'economia del paese, ma non solo della regioni, dei comuni, delle città... 

Già... mi sento di aggiungere che l'emergenza sanitaria determinata  dal Covid-19 abbia in molti individui realizzato una mutazione, un cambio di pelle, come se quell'imposta limitazione, quel non poter uscire di casa, il dover operare in smart-working, abbia dato ora ad essi un nuovo stimolo del fare, dopo anni nei quali si erano fortemente cullati... 

Certo, il sospetto che quelle dicerie sulla loro inadeguatezza, su quella mancata professionalità, su quell'essere a volte ambigui o ancor peggio corrotti, potesse generare sospetti, giusti o infondati, era assodato, certamente quanto si è assistito in questi anni, ha permessi che quei malevoli preconcetti trovassero radici profonde su cui crescere... 

Se poi a quanto sopra si somma quella mancata meritocrazia, i privilegi di cui questi soggetti hanno goduto grazie a quelle raccomandazioni ricevute, genuflessi atteggiamenti compiuti nei confronti di politici o di quanti hanno all'interno dei palazzi le necessarie influenze da determinare l'ingresso di soggetti come essi, si comprende come vedere finalmente questi individui energicamente più in forma e meno apatici, non può che far piacere... 

Si certo, qualcosa sta cambiando... ma quanto è ancora presto per dirlo... d'altronde l’esercito di questi "inutili" è ancora troppo ampio e le vecchie abitudini sono difficili da abbandonare...

Certo... sperare non costa nulla e seppur vedo in quegli attori un cambiamento positivo, sento ancora un forte peso che mi dice come quel sistema imponga a tutti... che nulla vada cambiato!!! 

mercoledì 29 settembre 2021

Un plauso alla società "Dusty" e ai suoi dipendenti!!!

Sono certamente molte le società che meritano di ricevere un plauso, ma ve ne sono alcune che più di altre vanno segnalate per quanto vanno svolgendo per la comunità...

Già, perché a differenza di molte - quelle che tendono essenzialmente a realizzare profitti e che nulla fanno per apportare qualcosa di positivo per questa nostra terra - ve ne sono altre, che stando in prima linea, sono lì a risolvere i nostri problemi sociali, ed è grazie a quei loro dipendenti (quest'ultimi va detto si prestano ad affrontare il loro incarico senza mai risparmiarsi), che uno dei più gravi problemi - a cui ben 140 comuni tra le province di Catania, Siracusa e Messina sono state coinvolte - è stato per fortuna ( o per meglio dire grazie alla "Dusty"...) in questi giorni affrontato...

Mi riferisco all'emergenza ambientale/sanitaria causata dal mancato recupero dei rifiuti da doversi conferire presso la discarica autorizzata e che - a causa dell’esaurimento dell’impianto - non si sono potuti dislocare e si parla di ben 600 tonnellate...

Ebbene, la società "Dusty" (e come scrivevo sopra i suoi dipendenti...), hanno provveduto a ripulire non solo la nostra città etnea, ma tutti quei comuni invasi ovunque da quella spazzatura, gettata tra l'altro per le strade in maniera indecente...  

Ecco perché ritengo corretto ringraziare ciascuno di quei lavoratori, perché attraverso il loro operato (per non osare la parola "sacrificio"), hanno permesso a ciascuno di noi di continuare a vivere la nostre città in maniera sicuramente decorosa... 

Certo, ancora molto si deve fare, in particolare nel convincere molte di quelle famiglie a passare alla cosiddetta differenziata "porta a porta"!!!

D'altronde come ripeto spesso, se il livello sociale di un paese si vede da questi comportamenti è tempo che s'inizi a pensare di cambiare, altrimenti siamo ahimè lontani dal poterci proclamare di livello superiore...

Comunque a conclusione di questo post, non posso che esprimere un sentito ringraziamento: sì... grazie Dusty!


sabato 25 settembre 2021

Trattativa Stato - mafia??? Ma alla fine è stato tutto un bluff: difatti... tutti assolti per non aver commesso il fatto!!!

Dopo anni e anni di indagini, di udienze, di processi, dopo tutte quelle notizie riportate nei vari telegiornali, quotidiani e ancor più social, a cui sono seguiti una collana infinita di dossier, libri, etc...  ecco che finalmente si è giunti alla fine.

La sentenza del processo di secondo grado ha espresso la propria sentenza: tutti assolti... ad esclusioni dei mafiosi, unici colpevoli!!!

Gia... si potrebbe ipotizzare che la trattativa l'abbiamo condotta in "famigghia"", sì quella mafiosa, questo sembra dire (in attesa delle motivazioni...) la sentenza che nei fatti cancella la maggior delle condanne del primo grado (pensavo tra me... vai a pagare ora i risarcimenti a tutti coloro che ancora oggi si trovano "ingiustamente" reclusi)!!! 

E quindi alla fine restano confermate le condanna per il boss Bagarella e quella per il medico di Totò Riina, tutti gli altri assolti per non aver commesso il fatto! 

Chissà... se i documenti posti all'interno di quella cassaforte - lasciati per tre giorni incustoditi nell'abitazione del "capo dei capi" - fossero stati da chi di dovere recuperati, forse avremmo potuto conoscere un'altra storia di quel tragico periodo ed anche i nomi di chi aveva permesso (con la propria indolenza o forse partecipazione) per quasi un trentennio che ciò potesse accadere, ma sappiamo tutti com'è andata a finire...

D'altronde la sentenza pronunciata ora dal Tribunale segue quanto riportato dal sottoscritto in un suo post: 'Stato-mafia". .. ancora in alto mare!!! La verità non si saprà maihttp://nicola-costanzo.blogspot.com/2020/12/stato-mafia-ancora-in-alto-mare-la.html...



giovedì 23 settembre 2021

Convivenza tra controllore e controllato!!! Altro che sanità.... maxi truffa a Messina: già... a leggere articoli come questi si casca malati...

E' stata scoperta dalla Procura di Messina una maxi truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale...

Il Comando provinciale delle Gdf ha eseguito un’ordinanza che dispone la misura cautelare nei confronti di tre soggetti, con il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali per 4 mesi e il sequestro di ben 3 milioni di euro nei confronti di 7 strutture sanitarie private convenzionate. 

Ma la circostanza peggiore e che - secondo gli inquirenti - quel denaro sarebbe il frutto di una truffa aggravata che coinvolge 26 persone tra funzionari pubblici dell’Asp di Messina e vari responsabili  dipendenti di quelle strutture private, riconosciute come tra le più importanti case di cura città dello Stretto.

Per l'articolo vi consiglio il seguente link: https://livesicilia.it/2021/09/23/sanita-maxi-truffa-a-messina-coinvolti-imprenditori-25-indagati/?fbclid=IwAR2OvC1Hq500EVlv4MEKw08fBd1jJ4CkjSYCu0WnST3mDNmFsgkKd6n4FRM

Al sottoscritto interessa poco di leggere i nomi o quali procedure siano state messe in atto per giungere a realizzare quelle truffe...

Il punto sul quale comunque desidero soffermarmi è tutt'altro...

Difatti, è precisamente quello che evidenzia - per l'ennesima volta - di come siano sempre i controlli a venir meno in questo nostro Paese, ancor più in questa mia terra dove si dimostra come manchi totalmente quell'indispensabile corretta professionalità dei cosiddetti "controllori" che (come scrivo sempre) preferiscono partecipare ai banchetti generosamente offerti, piuttosto che far emergere raggiri e truffe, d'altronde sperare nelle loro denunce presso gli organi giudiziari è soltanto un utopia!!!

Ma non meravigliatevi perché quanto emerso ieri in quella città peloritana, non è nulla in confronto a quanto accade purtroppo nelle altre realtà siciliane!!!

Già... si tratta semplicemente d'aver fortuna, sperare che gli organi di polizia trovino un po' del loro tempo per intercettare quanto si sta di fatto compiendo oppure (sempre... "tempo" permettendo...) analizzare quei documenti già in loro possesso, consegnati a suo tempo chissà... da qualche cittadino onesto - rimasto ancora in circolazione - che a differenza della maggior parte dei suoi conterranei, ha deciso alcuni anni fa di presentare alcuni esposti e non per ricevere chissà quale coccarda, ma per la semplice convinzione che nella giustizia ci credeva e ci crede ancora oggi... ciecamente!!!

Sì perché prima o poi, la giustizia arriva sempre!!!

martedì 21 settembre 2021

“Mi dia del lei, io sono giudice, anzi il signor giudice”: Rosario Livatino

Nel ristorante di un albergo di Canicattì si svolge un seminario sui rapporti tra criminalità organizzata e politica alla presenza delle personalità più autorevoli del paese, mafiosi compresi. Tra i relatori c'è Rosario Livatino, sostituto procuratore del Tribunale di Agrigento. Il discorso del "giudice ragazzino", scandisce il ritmo della vicenda, che si snoda alternando episodi di cronaca a frammenti della vita del magistrato. Mosso da un sincero ideale di giustizia Livatino è schierato in prima linea nella lotta ai clan della zona. Due famiglie, appartenenti alla stessa cosca, si contendono il comando del territorio agrigentino: quella di Antonio Forte e quella di Giuseppe Migliore. Per un gioco del destino, il boss Migliore è suo vicino di casa. 
Ogni mattina, Rosario attende alla finestra che questi esca, per evitare di incontrarlo.
Livatino vive con gli anziani genitori, Rosalia e Vincenzo, in un appartamento modesto. 
Nella sua esistenza, regolare e metodica, nonostante la professione esercitata, subentra un sentimento d'attrazione, per l'avvocatessa Angela Guarnera, designata a difendere un uomo da lui inquisito.
Tra i due inizia una tenera relazione, troncata alla vigilia del matrimonio, a causa dei pericoli cui la vita del giovane Livatino è esposta. 
Le minacce contro la famiglia non lo spaventano e emette una raffica di ordini di cattura, di cui uno ai danni del suo vicino di casa Migliore. 
Il suo equilibrio comincia a vacillare quando le persone di cui si fida, l'anziano collega Saetta e il maresciallo dei carabinieri Guazzelli, vengono trucidate dai sicari di Cosa Nostra. 
La mattina del 21 settembre 1990, mentre percorre la superstrada per Agrigento, il giudice Rosario Livatino è alle porte di Agrigento, con la sua auto sta percorrendo la statale 640 per andare al lavoro di tutti i giorni. Al chilometro 10 viene affiancato da un’altra auto e da una moto.
Una selva di colpi d’arma da fuoco investe la macchina del giudice, che va a sbattere contro il guardrail. Ferito ad una spalla Livatino fugge a piedi. Una fuga tragica e disperata nella valle sottostante. I killer lo inseguono, lo braccano come una preda, una caccia crudele, che si conclude con quattro colpi di grazia.
Quando fu ucciso Rosario Livatino aveva solo 38 anni. 
Magistrato in forze al Tribunale di Agrigento, impegnato nella lotta alla mafia, era stato allievo del giudice Antonio Saetta, presidente della Corte d’appello di Palermo, anch’egli trucidato dalla mafia su quella stessa strada insieme al figlio handicappato, e, anch’egli, come Rosario, di Canicattì.
La vicenda di questo giudice ragazzino, è la definizione che Cossiga diede a Rosario Livatino, raccontata da Nando Dalla Chiesa è importante per capire molti fatti della nostra prima Repubblica.
Con la riga dei capelli da parte, con quel suo sguardo onesto e pulito, Livatino e la sua storia " sono uno specchio pubblico per un’intera società … e la sua morte, più che essere un documento d’accusa contro la mafia, finisce per essere - con la pura forza dei fatti - un silenzioso, terribile documento d’accusa contro il complessivo regime della corruzione. Al tempo stesso è un indimenticabile omaggio ai valori che quel regime ha inteso calpestare".
Il consiglio che oggi a molti "ragazzini" posso dare è quello di acquistare e leggersi un libro, quello di Nando dalla Chiesa intitolato "Il giudice ragazzino: storia di Rosario Livatino assassinato dalla mafia sotto il regime della corruzione", nel quale l'autore ( figlio anch'egli di una vittima di mafia... ) riesce a narrare questa storia terribile senza perder mai di vista il contesto politico e sociale in generale e soprattutto senza risparmiare i nomi eccellenti e le tacite connivenze di quel periodo, unendo con un filo ideale fatti solo apparentemente disgiunti tra loro, per mettere a nudo quello che passerà alla storia come il "regime della corruzione"!!! 

lunedì 20 settembre 2021

L'inflazione cresce... e la ripresa post pandemia non si è ancora vista...

Dopo quasi due anni disastrosi a causa della emergenza sanitaria, non solo per l'alto numero di decessi  pagato dal nostro paese, ma anche per il crollo con cui questo ha inciso sulla nostra economia, beh... la speranza di questi mesi era quella di intravedere finalmente nuovi segnali di ripresa...  

Certo tra la speranza e la realtà vi è una forte divergenza e difatti, la previsione di crescita nel nostro paese è data ancora su valori inferiori al 3%. 

D'altronde pensare di tornare ai livelli di crescita antecedenti la pandemia è una follia... anche se in molti prospettano - pur di invogliarci con investimenti ingannevoli - che la nostra economia salirà a dismisura!!!

Peraltro, con una politica di governo stagnante e nessuna riforma seria realizzata da tutti quei partiti di coalizione per apportare sviluppo a questo paese, qualsivoglia auspicio di crescita si scontra con quella sterile impreparazione che da sempre compromettere questa nostra economia.  

Difatti... l'inflazione è sempre qui ben presente, anzi è tornata ancor più incalzante di prima,  in particolare a causa delle nuove politiche fiscali introdotte dal governo Draghi e dalla richiesta di materie prime e trasporti, fortemente aumentati in quest'anno, ma senza i quali non vi può essere alcun sviluppo in quanto rappresentano le risorse indispensabili per la nostra economia...

Stiamo assistendo all'aumento vertiginoso dei prezzi del greggio e del gas, effetti negativi che a breve vedrete si ribalteranno in maniera diretta attraverso rincari sulle bollette che proprio noi cittadini dovremmo andare a subire; sembra incredibile, ma ancora oggi non si vede da parte del nostro governo nazionale alcuna politica seria su energie rinnovabili e alternative, ma si continua ancora con l'utilizzo di quelle provenienti da fossili...

Quindi possiamo dire che rispetto ad altre economie mondiali, la ripresa nel nostro paese sarà lentissima e con un PIL che prima del 2023 non vedrà alcun miglioramento... 

Si certo... i nostri governanti non parleranno mai di questa condizione disastrosa, essi difatti continueranno come sempre ad affrontare le solite problematiche futili o ancor peggio inesistenti, ma perfette per realizzare audience e soprattutto capaci di coinvolgere la maggior parte dei cittadini attraverso i social, già... in banali commenti, il più delle volte solitamente offensivi!!!

Sì... proprio come cantava Ron: e l'Italia che va... 

domenica 19 settembre 2021

CATANIA: già... se non ci si contagia a causa del covid-19, si può restare infetti per la troppa spazzatura!!!

Non sappiamo più a cosa affidarci... 

Da un lato quest'emergenza sanitaria che non da tregua, dall'altra una inadeguata burocrazia capace di lasciare una città meravigliosa come la nostra, sommersa dai rifiuti...

Ho letto da qualche parte che quanto sopra sia dipeso principalmente dalla limitazione d'ingresso di rifiuti nella nota discarica di Lentini, ormai completamente satura e ancora in attesa dell'approvazione di un ampliamento che però non sembra arrivare... 

Ecco perchè i camion carichi di rifiuti ( diciamo... "indifferenziati") debbono tornar indietro, ma d'altronde se la Regione non trova una soluzione, come quella ad esempio di realizzare nuove discariche (in tal senso si potrebbero utilizzare molte di quelle cave dismesse...) oppure iniziare a pensare di costruire quei termovalorizzatori che stanno facendo arricchire molte regioni del nostro paese e non solo...

Se solo si andasse a copiare quanto realizzato in Svezia, dove sono stati realizzati ben 34 impianti a combustione che bruciando i rifiuti producono calore ed energia...

E difatti, mentre la nostra nazione e in particolare regioni come la nostra vanno in crisi sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la Svezia ha praticamente esaurito lo stoccaggio della produzione interna e la importa dall’estero.

Con quel sistema infatti si riesce a dotare i cittadini di una rete di distribuzione di acqua calda gratuita che da quegli impianti arriva direttamente nelle abitazioni e nelle industrie, ma non solo, si è riusciti a coinvolgere i cittadini nella raccolta differenziata con un sistema di stoccaggio più moderno e funzionale, riuscendo altresì a produrre energia ed abbattendo così quei costi esosi di produzione e di trasporto che - visto quanto si sta discutendo in questo giorni a livello nazionale sugli aumenti delle bollette - ritengo siano una vergogna insostenibile!!!

E quindi mentre altri paesi procedono veloci come il vento in quel processo di conversione energetica, da noi viceversa si discute, ma come sempre accade non si conclude nulla...

Tra l'altro, non vorrei sbagliare, ma proprio la discarica in questione, dovrebbe trovarsi sotto "amministrazione controllata" ( quando sento questa parola mi vengono i brividi, già... in particolare quando si fa riferimento alla grande professionalità messa in campo da tutti quegli addetti ai lavori incaricati dai nostri Tribunali...)  e quindi scoprire oggi come non si riesca a trovare tra le parti quelle adeguate soluzioni, non mi lascia minimamente sorpreso!!!

D'altronde vorrei ricordare quanto riportava nel lontano 2010 la Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul sistema dei rifiuti in Sicilia: "il settore dei rifiuti si caratterizza perché esso stesso organizzato per delinquere"!!!

Continuando: "Appare talmente organizzato il disordine organizzativo da far nascere la fondata opinione che esso stesso sia intenzionalmente architettato al fine di funzionare come generale giustificazione per l'inefficienza di ciascuna articolazione della macchina burocratica, in modo che ciascun ufficio possa giustificare la propria inefficienza con la presunta inefficienza di un altro ufficio, e così via all'infinito, in una perversa spirale e comunque in modo da far perdere a chi eventualmente volesse capirci qualcosa il bandolo della matassa!!! Il ciclo dei rifiuti in Sicilia è un esempio di «disfunzione organizzata» e laddove fosse minimamente efficace un'attività programmatica di controlli preventivi, l'intero sistema crollerebbe."!!!

Già sante parole... e comunque, pur essendoci in campo oggi tantissime soluzioni alternative affinché si possa risolvere questo problema, a nessuno interessa prenderle in esame, poiché queste soluzioni tecniche, essendo di fatto gratuite o quantomeno non hanno costi per l'amministrazione, hanno il difetto di non realizzare quell'indispensabile giro di mazzette, a cui - come ben sappiamo - in molti aspirano e quindi sono questi ultimi a preferire questa penosa condizione, sapendo tra l'altro che, grazie alla loro inerzia, non si dare alcun futuro a questa nostra terra...

sabato 18 settembre 2021

Cave e miniere (conclusione finale): Presidente Musumeci, pensaci tu...

Eccoci giunti ("finalmente", direbbe qualcuno...) alla conclusione di questo argomento così delicato e soprattutto complesso...

Dal confronto avutosi con i rappresentanti della CTS e i tecnici delle associazioni sembra essere emersa tra le parti, una contrapposizione di tesi, difatti la CTS ha affermato che spesso il livello qualitativo dei progetti è scadente e ciò comporta l’emissione di pareri con numerose criticità ambientali che, nel caso di procedure di verifica di impatto ambientale, si traducono in rimandi a VIA...

Viceversa, per i tecnici delle associazioni di categoria le criticità sono frutto di una superficiale disanima dei progetti e, in qualche caso, della scarsa conoscenza delle normative afferenti al settore minerario e ambientale, trincerandosi dietro gli aspetti di salvaguardia ambientale.

Ho provato nei miei precedenti post di condurre un’analisi dettagliata e "super partes" sui singoli pareri espressi, al fine di evidenziare le criticità ambientali rilevate che hanno da entrambi le parti, pregiudicato il buon esito delle procedure, e spero che questo metodo di analisi sia stato da tutti accettato di buon grado...

Posso altresì affermare di aver notato nelle parole espresse durante quegli incontri, la manifestata volontà di apportare dei correttivi sui parametri valutativi adottati finora, auspicando l’implementazione di una check list da condividere, dall’Amministrazione all'Associazioni di categoria del settore cave.

Certo, spiace constatare che nonostante lo scambio tecnico tra le parti e le osservazioni poste dalle associazioni di categoria in merito ad alcune incongruenze ravvisate in alcuni procedimenti, siano stati emessi nel frattempo, ulteriori pareri sempre improntati alla spasmodica ricerca della criticità ambientale da cui non può scaturire altro che un rimando esorbitante alla procedura di VIA-PAUR. 

Come d'altronde la circostanza arbitraria per cui in Sicilia la CTS stia pesantemente condizionando le dinamiche legate agli investimenti privati nell’ambito generale delle attività produttive è acclarato dal raffronto dei dati relativi alle procedure ambientali, di cui all’art. 19 del D. Legislativo 152/06, della Regione Sicilia con quelli della regione Toscana, durante il periodo agosto 2019 - aprile 2021.

Infatti, dai dati estrapolati dai decreti assessoriali e dirigenziali della Regione Sicilia e della Regione Toscana, pubblicati nei rispettivi siti internet regionali, emerge che nel periodo agosto 2019, periodo aprile 2021 - l’autorità ambientale siciliana ha decretato n. 118 istanze contro le 153 della Regione Toscana (al netto delle pratiche archiviate) e che per la Regione Sicilia ben 62 istanze sono state assoggettate a VIA, mentre in Toscana solo 7 istanze sono state assoggettate a VIA. 

In termini percentuali, la Regione Sicilia assoggetta a VIA il 52,54% di tutte le istanze “art. 19” presentate, mentre in Toscana si registra, invece, una percentuale molto più bassa, pari al 4,58%.

E' stato evidenziato inoltre, che nei procedimenti amministrativi “art. 19” della regione Toscana è spesso presente un’interlocuzione tra l’amministrazione e il proponente; infatti, per il 60% dei procedimenti istruttori si registra una richiesta di integrazione da parte della pubblica amministrazione, a seguito della quale viene offerta al proponente l’opportunità di colmare le eventuali lacune tecniche-documentali progettuali, col risultato che quasi tutte le istanze si concludono con esito favorevole, al contrario, invece, di quello che avviene con la CTS siciliana che per le procedure “art. 19” ritiene inapplicabile la richiesta di integrazione, sebbene in pochi casi è stato notato che la stessa CTS ha, invece, derogato tale assunto.

Ed anche sulla durata dei procedimenti bisogna aggiungere qualcosa: “nell'art. 19” si rileva un forte gap tra le dure regioni: in Sicilia la durata media della procedura è di 20,17 mesi, mentre in Toscana si giunge mediamente alla conclusione della procedura in soli 5,79 mesi.

E’ evidente come le due Regioni si pangono in maniera molto diversa alla domanda di investimenti privati e pubblici che giunge dai rispettivi territori, con il risultato che in Sicilia vi è una forte indeterminatezza sull’opportunità di rendere esecutivo un progetto e, quindi, di concretizzare un investimento, mentre, in Toscana, l’autorità ambientale regionale consente ai propri proponenti di ottenere in tempi molto più brevi la conclusione dei procedimenti amministrativi, con esito quasi sempre favorevole. 

Quanto sopra esposto suscita ovviamente molta preoccupazione non solo per le scriventi associazioni di categoria del comparto lapideo, ma credo per tutti i "siciliani", in quanto le aspettative di ripresa economica legate al piano di investimenti europeo “recovery plan” richiedono un’amministrazione pubblica efficiente e improntata alla semplificazione burocratica, pur sempre nel rispetto delle tematiche ambientali, per le quali anche il settore lapideo-estrattivo siciliano vuole contribuire ad implementare un nuovo modello di crescita economica ecosotenibile, al contrario, invece, stiamo assistendo ad un’ulteriore escalation delle pastoie burocratiche che, nell’ambito delle procedure ambientali, sta determinando un forte rallentamento dei procedimenti autorizzativi e, di conseguenza, uno stato di sofferenza generale per gli imprenditori che operano in Sicilia.

Cosa dire, non posso che rivolgermi al mio caro amico e Presidente di Regione, Nello Musumeci, perché soltanto egli può riuscire a risolvere -  in maniera celere e soprattutto trasparente - questo difficole problema che da troppo tempo viene portato avanti e che viceversa, se affrontato con buona armonia di tutti, può diventare proprio per questa nostra regione, veicolo di traino e soprattutto di sviluppo economico...

Presidente quindi nel far diventare bellissima questa nostra terra, ti chiedo gentilmente: pensaci tu...  

venerdì 17 settembre 2021

Cave e miniere ( VI Parte ): tempi delle istruttorie

E’ stato rilevato dalle Associazioni di categoria che nel caso di istanze presentate ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii., si verifica spesso che l’istruttoria si concluda con la determinazione di assoggettare a VIA il progetto di cava,  dopo un tempo medio di attesa di oltre 15 mesi, in palese violazione dei termini previsti dalla normativa e che per arrivare alla conclusione della successiva procedura di PAUR sia necessario un ulteriore dispendio di tempo di oltre due anni.

La conseguenza è che gli esercenti di cava in attesa di rinnovo dell’autorizzazione sono costretti a sospendere l’attività estrattiva per alcuni anni, col serio rischio di perdere le commesse di fornitura già acquisite e, quindi, di chiudere la propria attività. 

Sull’argomento è stato ha replicato che la non trattazione di tutti i fattori ambientali, nei progetti,  comporta un assoggettamento diretto a VIA delle istanze di procedura di verifica ambientale,  precisando che la CTS non è pagata sul numero di pratiche, e che il rimando a VIA comporta un aggravio del carico di lavoro per la stessa CTS.

Su quest’ultima affermazione i tecnici delle associazioni di categoria hanno fatto osservare che la CTS è, invece, giustamente, retribuita per ogni parere reso e che il rimando a VIA di un’istanza comporta una nuova procedura di VIA e quindi l’emissione di ulteriori pareri retribuiti secondo le modalità indicate nel D.A. n. 311/GAB del 31/12/20 “determinazione dei compensi per i componenti della CTS a decorrere dall’anno 2021”.

Inoltre, nel corso dell’incontro del 02/03/21 è stato chiesto alla CTS di pronunciarsi sull’ordine cronologico di istruttoria applicato alle istanze, visto che in qualche caso è stato da essi verificato che taluni procedimenti sono stati conclusi nei tempi di Legge, mentre in altri casi si assiste ad una violazione dei termini perentori previsti dalla Legge. 

La risposta ricevuta dai tecnici delle associazioni di categorie è stata alquanto sorprendente; a suo avviso, la CTS è dotata di gruppi più veloci rispetto ad altri, motivo per cui qualche pratica riesce ad avere il parere in tempi molto più rapidi rispetto a tante altre, ammettendo che non vi è un rigido rispetto dell’ordine cronologico.

Le Associazioni di categoria hanno potuto constatare, previa consultazione dei pareri pubblicati sul sito regionale dell’ARTA, che mediamente per le procedure ex art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. il parere della CTS arriva non prima di 15 mesi.

Tuttavia va segnalato qualche raro emblematico caso di procedimento ex art. 19 che ha ricevuto parere favorevole, non rimandato a VIA, in meno di 5 mesi, sebbene l’istanza sia pervenuta successivamente a tante altre rimaste ancora inevase!!

Anche su questa evidenza il CTS non ha accettato alcun confronto...

A parere dei tecnici delle associazioni di categoria, sarebbe opportuno che l’assegnazione delle pratiche avvenisse nel rigoroso rispetto dell’ordine di entrata delle istanze e che i gruppi valutativi fossero composti in maniera omogenea, in modo tale da evitare distonie nei tempi e nelle modalità di espletamento delle pratiche.

Infine, in occasione del secondo e terzo incontro i Componenti della CTS hanno accolto la proposta di redigere una check list di riferimento per i proponenti dei progetti di cava, al fine di uniformare il contenuto e la completezza degli studi ambientali dei progetti.

La check list redatta dalla CTS, pervenuta poi alle associazioni di categoria, per mezzo email, è stata oggetto di discussione nel terzo incontro svoltasi in data 16/04/21.

Sulla natura di questo documento la CTS ha manifestato qualche perplessità anche con riferimento al campo di applicazione della stessa check list, precisando che questa non può avere una funzione di indirizzo ai fini della “completezza della documentazione”, ma deve essere utilizzata solo per definire gli elementi necessari che permettano una valutazione ambientale appropriata sui contenuti dell’istanza, al fine di evitare errori e incomprensioni, rimarcando più volte che la check list non può essere predisposta dalla CTS, ma è un documento che deve essere ufficializzato dall’Amministrazione.

Sempre nell’ultima riunione, è stato reso noto che l’Assessorato Territorio ed Ambiente, nell’intento di velocizzare i procedimenti istruttori, ha programmato di inserire nella CTS altri 30 professionisti a supporto degli attuali componenti, accogliendo le varie richieste dell’associazioni imprenditoriali che da tempo sollecitano l’Amministrazione Regionale a potenziare l’organo tecnico del servizio 1 VIA-VAS.

Tale decisione è stata molto apprezzata dalle rappresentanti delle Associazioni di categoria e ci si augura che, nel più breve tempo possibile, la CTS possa essere operativa in pieno organico, nonostante le perplessità manifestate dalla CTS secondo la quale “non è automatico il raddoppio della produttività con il raddoppio dei componenti”!!!

CONTINUA...

giovedì 16 settembre 2021

Cave e miniere (V° Parte): ll Criterio del Cumulo di impatti.

Anche sul concetto di cumulo di impatti, è stato fatto notare alla CTS che, dall’esame dei pareri presi a campione, il criterio di valutazione adottato non è uniforme.

La valutazione dell’estensione dell’area, nel cui perimetro rileva il cumulo di impatti dovuto alla presenza di attività di diversa origine ed entità, viene definita, di volta in volta, in maniera discrezionale dal valutatore. 

Questo determina una discriminante fondamentale per l’esito delle procedure ambientali e in alcuni casi, gravi ripercussioni per gli esercenti di cava che in fase di rinnovo dell’autorizzazione vedono le proprie istanze rimandate a VIA.

Sono stati, infatti, segnalati alcuni pareri in cui il concetto di cumulo d’impatto è stato estremizzato in senso sfavorevole ai fini dell’esito delle procedure ambientali, come nel caso di un progetto di ampliamento di cava ricadente nel piano cave a cui viene rilevata la criticità del cumulo di impatti con il progetto di recupero ambientale di un’adiacente cava dismessa (anch’esso già sottoposta in passato a giudizio di compatibilità ambientale) o  in altri casi, in cui il raggio critico di interferenza del cumulo di impatto variava, a secondo del valutatore, da 1 km a 3 km e, in qualche caso, addirittura fino a 10 km.

 Anche in quest'ultimo caso, la normativa vigente D.M. 30/03/2015, fornisce un supporto per dirimere la questione del cumulo di impatti appartenenti alla stessa categoria progettuale. 

La norma delimita il campo di applicazione del cumulo d’impatti e come chiaramente riportato nell’allegato I, stabilisce che sono esclusi dall’applicazione del criterio “cumulo con altri progetti” i progetti la cui realizzazione sia prevista da un piano o programma già sottoposto alla procedura di VAS ed approvato, come nel caso del Piano Cave vigente.

Ma anche su questo punto i convincimenti degli esperti di legislazione ambientale della CTS si sono mostrati poco interessati alle argomentazioni esposte dai Tecnici delle Associazioni, tra l'altro è stato formalmente contestato l’utilizzo compiuto dai tecnici dei pareri già emanati dalla CTS e pubblicati sul sito dell’ARTA, e sono stati fermamente ribaditi gli importanti e imprescindibili compiti della CTS a tutela dell’ambiente e della stessa Regione Sicilia.  

CONTINUA...

mercoledì 15 settembre 2021

Cave e miniere ( IV° parte ): applicazione Linee Guida Arpat 2010

Durante gli incontri è stata affrontata anche la questione dell’applicazione delle linee guida ARPAT 2010 che hanno come oggetto la stima delle quantità delle emissioni polverose nelle cave. 

La CTS, come sovente riscontrato nei pareri emessi, annovera tra le criticità “l’omesso trattamento delle polveri in conformità alle linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti”.

Su tale argomento i Tecnici delle associazioni di categoria hanno chiesto chiarimenti alla CTS sul perché si debba fare riferimento alle suddette linee guida per le emissioni in atmosfera, visto anche che si tratta di indicazioni tecniche dirette alle attività della regione Toscana peraltro fatte proprie solamente dalla ex provincia di Firenze.

La CTS - che sembra essere la fautrice di questo orientamento - ha replicato che solo in qualche caso è stata ravvisata la suddetta criticità e che, comunque, i progettisti possono avvalersi di altri modelli di calcolo per la valutazione delle emissioni.

La risposta data dalla CTS tuttavia non entra nel merito della questione e non chiarisce perché il mancato riferimento progettuale alle Linee guida ARPAT debba costituire una criticità...

E’ stato fatto notare alla CTS che in qualche caso, pur essendo lo stabilimento produttivo dotato di A.U.A. (Autorizzazione Unica Ambientale) comprensiva del titolo abilitativo per le emissioni in atmosfera, è stata pur sempre rilevata la criticità sulla mancata presentazione delle valutazioni di cui alle Linee Guida Arpat; nonostante nel progetto di cava viene citato chiaramente l’adempimento normativo della Ditta in materia di emissioni. 

Da quanto sopra si potrebbe dedurre che la CTS esegua l'analisi dei progetti di cava in maniera arbitraria oppure che procede secondo propri schemi valutativi che non consentono di ritenere adeguati i contenuti tecnici che invece sono chiaramente rappresentati negli studi presentati.

Per questi motivi nel corso degli incontri alcuni rappresentante di Sicindustria, al fine di individuare un percorso condiviso utile ad appianare le divergenze sin qui rilevate, ha proposto al C.T.S. di rendere noto un documento in forma di Check-list che nel riprendere quanto dibattuto, definisca chiaramente quali sono i termini ed i contenuti che la C.T.S. ritiene indispensabili per un celere espletamento dell’attività di verifica dei Progetti presentati all’A.R.T.A. specie con riferimento alle verifiche di assoggettabilità di cui all’art.19 D.lgs 152/2006 e ss. mm.ii., nell’ambito delle quali la CTS non ritiene di attivare canali di interlocuzioni e di integrazioni... 

martedì 14 settembre 2021

Cave e miniere (III° parte): il recupero ambientale

Altro tema sul quale ho visto si è ampiamente dibattuto è stato quello della predisposizione del Progetto di recupero ambientale delle cave, aspetto regolamentato esclusivamente dalla normativa regionale (L.R. 127/80 e ss.mm.ii.)

Le Associazioni di categoria hanno fatto presente che il dettaglio progettuale delle opere di recupero ambientale dettato dalla normativa vigente si limita ad uno studio di fattibilità o di massima, mentre spetta al Comune, successivamente, redigere il progetto esecutivo e all’Amministrazione Regionale attuarlo.

Il Dott. Campo, in occasione del secondo incontro del 02/03/21, ha illustrato in una serie di slides (vedasi video al minuto 4’ 29”) le fasi tecniche e procedurali delle opere di recupero ambientale, così come previsto dalle normative vigenti, evidenziando che molto spesso la CTS erroneamente individua come soggetto attuatore delle opere di recupero ambientale l’esercente di cava e non la pubblica amministrazione, come prevede la Legge Regionale 127/80 e ss.mm.ii., inserendo nei pareri delle prescrizioni che sono del tutto inattuabili, oltre che insostenibili dal punto di vista economico.

E’ stato difatti rappresentato dai Tecnici delle associazioni di categoria, che spesso la CTS inquadra come criticità ambientali alcuni aspetti squisitamente tecnico-minerari, di esclusiva competenza dei Distretti  Minerari .

Si è riscontrato come nonostante con la CTS, nei precedenti incontri, le competenze degli ambiti di natura mineraria fossero state affrontate e in apparenza condivise, solo dopo poche settimane la stessa CTS ha emanato pareri che non hanno tenuto conto di quanto precedentemente discusso, pertanto si è ritenuto necessario richiedere la partecipazione al Tavolo tecnico anche dei rappresentanti dell’Assessorato Energia da cui dipendono per l'appunto i Distretti Minerari.

Nell’incontro del 16/04/2021, alla presenza di un Ing. (perdonatemi ma non ne ricordo il nome...)  del Distretto Minerario di Catania, è stato confermato che il Distretto Minerario valuta e approva un progetto nel rispetto delle norme minerarie e delle norme di sicurezza sicurezza vigenti e che quindi, ove necessario, sarebbe auspicabile che la CTS, prima di un’eventuale contestazione, si confrontasse con il Dipartimento Energia sugli aspetti di carattere tecnico, tra cui anche quelli legati alla sicurezza di un progetto di cava...

Su questi argomenti è intervenuto proprio l’Ing. confermava quanto dettato dalla normativa, ma tuttavia, ancora una volta, i Componenti della CTS non hanno convenuto quanto esposto, ribadendo che le valutazioni della CTS si rifanno alla norma ambientale, che è di grado superiore e trasversale a tutti gli aspetti tecnici-progettuali...

Passiamo ad affrontare ora le Applicazioni previste dalla Linee Guida Arpat 2010.

CONTINUA...

lunedì 13 settembre 2021

Cave e miniere (II° parte): i rifiuti estrattivi

Riprendendo il post http://nicola-costanzo.blogspot.com/2021/09/settore-cave-e-miniere-la-storia.html analizziamo ora il tema dei rifiuti estrattivi.

La CTS ritiene, come appurato in alcuni pareri, che gli scarti di cava debbano essere considerati rifiuti, compresi i limi di lavaggio, pertanto nei progetti in cui non è presente il piano gestione dei rifiuti (ai sensi D.Lgs 117/08), si rileva una criticità pregiudizievole che determina l’assoggettamento del progetto a VIA.

I tecnici delle associazioni di categoria con apposita documentazione tecnica e normativa hanno invece rimarcato che nell’ambito dei progetti di cava viene trattato anche l’aspetto relativo all’utilizzo degli scarti di cava, compresi i limi di lavaggio. 

E’ stato dimostrato (vedasi intervento del Presidente del Consorzio Pietra lavica dell'Etna, Dott. A. Grassi reg. 2 -1h 24’ 00") che nelle consuete pratiche estrattive non si perviene alla produzione di rifiuti estrattivi, tranne nei rari casi in cui il produttore abbia l’intenzione di disfarsene rientrando, conseguentemente nell’ambito del D.Lgs 117/08. 

Sono stati richiamati, anche se in forma anonima, dei pareri in cui è stata rilevata la criticità della mancanza del piano di gestione rifiuti, nonostante nei progetti l’argomento fosse stato trattato in maniera chiara, anche in questo caso i componenti la CTS presenti al Tavolo non hanno ritenuto di condividere quanto esposto dai tecnici e sono rimasti fermi nelle loro posizioni. 

Sempre in merito agli scarti di cava è stata contestata alla CTS l’applicazione all’attività estrattiva e mineraria del D.P.R. 120/17 che, diversamente, regola la materia relativa alle “terre e rocce da scavo” provenienti dalle realizzazioni di opere edili-stradali.

E’ stato fatto notare come in alcuni pareri è stata perfino rilevata come “criticità documentale” la mancata trasmissione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo nell’ambito delle attività estrattive, nonostante la giurisprudenza in materia esclude categoricamente di applicare il D.P.R. 120/17 per i materiali derivanti dall’attività estrattiva.

Anche su questo punto i convincimenti degli esperti di legislazione ambientale della CTS non sono stati neanche scalfiti dalle argomentazioni puntuali esposte dai Tecnici delle Associazioni; solo nell’ultimo incontro del 16/04/2021, al quale è stato invitato a partecipare un rappresentante dell’Assessorato Energia, il  Distretto Minerario di Catania ha ribadito con chiarezza che gli scarti di cava,  non devono essere considerati rifiuti in quanto costituiscono preziosa risorsa (reg. 3 – 57’ 30’’).

Sempre sul tema rifiuti estrattivi è stato fatto notare che in qualche progetto di cava la medesima criticità sul piano gestione rifiuti non è stata considerata e/o valutata, nonostante il progetto fosse sprovvisto di tale piano, confermando le perplessità delle Associazioni che imputano alla CTS di adottare parametri valutativi non omogenei.

CONTINUA...

domenica 12 settembre 2021

Cave e miniere ( I° parte): analisi e criticità

Innanzitutto occorre richiamare quanto accaduto prima che l'emergenza sanitaria "Covid-19" limitasse tutto il settore... 
Va ricordato quindi che lo scorso anno, su proposta dell’Assessorato Territorio Ambiente della Regione Sicilia, venne istituito un tavolo tecnico per affrontare le problematiche evidenziate dalle Associazioni di categoria rappresentative del settore cave e miniere con una articolata nota (20 Agosto 2020 - Allegato 1) ed esposta nel corso dell’incontro tenutosi quest'anno in data 01 febbraio 2021, alla presenza dell’Amministrazione e dell’Assessore competente...
L’auspicio che l’Assessore e il Dipartimento avevano riposto nei lavori del Tavolo Tecnico era quello di attivare un confronto costruttivo con la Commissione Tecnica Specialistica (CTS) utile ad appianare le divergenze tra le istanze delle Imprese contenute nei progetti presentati ed i criteri valutativi applicati dalla CTS nell’ambito delle procedure di VIA dei progetti di cava.
Con questo presupposto furono svolte - su convocazione dell’ARTA ed alla presenza del Dirigente e dei funzionari competenti - tre riunioni tecniche in videoconferenza registrata, con la partecipazione dei tecnici delle Associazioni di categoria Sicindustria, Consicav (Consorzio Siciliano Cavatori), Consorzio Pietra Lavica dell’Etna e la Commissione Tecnica Specialistica (CTS), nei giorni 17/02/21, 03/03/21  e 16/04/21.
Per affrontare le questioni sollevate dalle Imprese i tecnici delle Associazioni si sono avvalsi dei dati pubblicati nel Sito internet di ARTA Sicilia accessibili liberamente, grazie ai quali era stata condotta una analisi critica su decine di pareri rilasciati dalla CTS in merito alla valutazione di progetti di rinnovo/ampliamento/apertura di cava.
Dall’analisi statistica dei pareri resi dalla CTS e pubblicati nel sito dell’ARTA Sicilia era emerso che il 60% delle istanze formulate ai sensi dell’art. 19 Dlgs 152/2006 e ss.mm.ii. (verifica di assoggettabilità), erano state rimandate a V.I.A. con un aggravio di procedura e soprattutto con l’allungamento dei tempi di ottenimento delle autorizzazioni che nel complesso raggiungevano i tre-quattro anni, con una intollerabile attesa per poter avviare o proseguire le attività lavorativa.
L’analisi dei pareri rilasciati dalla CTS furono condotte su pratiche della medesima natura e dimensione, riscontrando un andamento ondivago delle valutazioni condotte dalla CTS; di questa constatazione fu chiesto ai partecipanti della CTS al tavolo tecnico, di volerne prendere atto.
La risposta della Commissione è stata tranciante in quanto il Presidente della CTS, ha contestato il metodo di indagine portato al Tavolo dai tecnici, rifiutandosi di scendere nell’esame di casi concreti pena l’abbandono del Tavolo tecnico da parte dei Componenti la CTS.
Di conseguenza i tecnici delle Associazioni di Categoria, con spirito costruttivo e per andare nel senso della proposta dell’Assessorato, hanno reimpostato le loro analisi ed hanno proposto di esaminare le questioni con carattere di generalità.
A seguito di quanto sopra diventa interessante valutare le effettive questioni affrontate ( premetto che di quanto finora riportato esistono le registrazioni video ) ed anche gli esiti a cui essi sono giunti...
Quindi, per meglio comprendere gli argomenti tecnici attinenti al settore estrattivo proposti durante il dibattito, mi sono permesso di suddividerli per tema:
1) la produzione di rifiuti nell’attività di cava;
2) il Progetto di recupero ambientale;
3) l’applicazione delle linee guida Arpat 2010 in merito alle emissioni in atmosfera;
4) il Criterio del cumulo di impatti del programma di cava;
5) la tempistica delle istruttorie;
Preliminarmente venne posto alla CTS il problema della mancata interlocuzione con i soggetti proponenti nell’ambito delle procedure di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 19 D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii..
Questa procedura è quella a cui ricorrono le Imprese proponenti per l’analisi ambientale preliminare del progetto e, come puntualizzato più volte nelle riunioni, spesso ha un esito sfavorevole, ovvero il progetto viene assoggettato a VIA, sulla base delle “criticità” che i valutatori riscontrano.
Sono state quindi esaminate dai Tecnici le principali “criticità” rilevate nei provvedimenti con esito sfavorevole ed è emerso che le carenze documentali lamentate dalla CTS sono spesso derivate dalla rappresentazione che si trova negli elaborati tecnici, non rispondente agli schemi attesi dalla Commissione.
Su questo punto, nonostante che i Tecnici abbiano provato a portare al tavolo della discussione casi concreti, i componenti la CTS presenti durante la riunione, hanno addossato ai progettisti la responsabilità degli esiti sfavorevoli delle procedure dell’art. 19, lamentando che i progetti fossero carenti e incompleti.
Durante i dibattiti tecnici, in merito alle incongruenze rilevate dai progettisti sulle criticità rilevate dalla CTS nelle procedure assoggettate a VIA, è emersa la mancanza di apertura o ancor meglio di disponibilità ad un confronto tecnico aperto in particolare su quegli specifici pareri, anzi l'impressione è che sia stata espressa una netta contrarietà a trattare le specifiche determinazioni della CTS, minacciando per come si riportava sopra in taluni casi l’abbandono del tavolo (reg. 1 - reg. 3 - 20’20”, reg. 3 - 1h 27’ 15”).
Per cui, iniziando a parlare in merito al tema dei rifiuti estrattivi si ha:
CONTINUA

sabato 11 settembre 2021

Assessorati: quanto tempo necessita per vedersi approvare un progetto???

Ci eravamo lasciati con alcuni sequestri di cave e sono passati ben cinque anni da quando nel 2016 il sottoscritto avevo scritto quel suo primo post sulle "cave" ed oggi, se pur qualcosa sembra cambiato nella nostra regione - vedasi la chiusura di oltre 25 cave - molto ancora deve essere fatto, in particolare nello svincolare tutte le richieste in attesa di ricevere un nulla osta d'autorizzazione. 

Già... viene da chiedersi: di quanto tempo si ha necessità all'interno di quegli uffici per autorizzare le pratiche ricevute???

Mi è stato comunicato da alcuni addetti ai lavori che solitamente il tempo di attesa si aggira intorno ai 14 mesi, è dire che la nascita di un bimbo ha bisogno di meno tempo..., eppure da quegli Enti non se ne parla di velocizzare le procedure.

Ho chiesto allora ad alcuni colleghi inseriti da anni in quel particolare settore di chiarirmi cosa non vada e ciascuno di essi mi ha confermato che per i progetti presentati esiste una commissione tecnica specialistica che li esamina, la stessa che però decide (secondo il loro parere) in maniera arbitraria quali devono essere autorizzati e quali no... 

Tra l'altro, nella loro disamina mi è stato chiarito in maniera esplicita che nel presentare quei documenti e attesa la classica trafila burocratica, si evidenziava come non tutti godessero della stessa considerazione o per meglio dire di eguali privilegi, già... la conferma di disparità nel valutare i progetti presentati era a dir loro fortemente palese!!!

Quanto sopra ovviamente mi ha lasciato profondamente interdetto ed allora mi sono permesso di chiedere loro se quelle considerazioni fossero basate su dati certi e quindi concreti o se fossero frutto di semplici esternazioni, le classiche frasi dette "per sentito dire"...

No!!! Mi è stato risposto che essi erano in grado di poter dimostrare quanto mi stavano confermando verbalmente ed allora ho chiesto la possibilità di ricevere eventuali documenti in loro possesso per poterli esaminare e sui valutare l'effettiva bontà delle parole, promettendo altresì che mi sarei premurato a portare a conoscenza - attraverso questo mio blog - quanto mi veniva trasmesso... 

Circostanza che difatti a breve farò, avendo già iniziato a leggere quei documenti, riassumendo quanto accaduto in questi lunghi anni, senza che stranamente nessuno abbia fatto mai risaltare questi problemi o ancor meglio, che abbia pensato di denunciare quanto scoperto presso le autorità giudiziarie...

Già... siamo alle solite, sembra di essere all'interno di quella "stanza con l'elefante":http://nicola-costanzo.blogspot.com/2019/01/cave-abusive-nel-parco-delletna-sono.html !!!


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