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sabato 26 febbraio 2011

معمر القذافي‎, Muʿammar al-Qadhdhāfī cioè il Sig. Gheddafi...

Come strano il mondo...
Fino a qualche giorno fa tutti ad acclamare Gheddafi..., quasi fosse un " Salvatore ", contratti per l'Italia per circa 70 Miliardi di Euro..., forniture di Petrolio e Gas fino al 2030, accordi sul controllo delle coste e dei cosiddetti viaggi nei gommoni da parte degli extracomunitari, accordi di risarcimento da Parte dello Stato Italiano per i danni di guerra, acquisizione di quote societarie delle più importanti Banche e società Italiane e via discorrendo, ammirazione e festeggiamenti con i ns. politici nessuno escluso ( o meglio qualcuno contrario come potrete leggere sotto c'è stato...) ed oggi invece come voltagabbana, cambiano opinione, sputano nel piatto in cui hanno mangiato, dimenticano l'amico che li ha aiutati, ed inoltre lo condannano e ne prendono  subito le distanze...

Ovviamente non pensiate che lo stia difendendo... i Dittatori fanno tutti e sempre la stessa fine...(e questo è sempre un bene...), ma ciò che non sopporto è quella ipocrisia ricamata del tutto Italiana, dove le parole ed i gesti, fortemente sostenuti in precedenza, oggi vengono con la violenza di un temporale cancellate...
Lo stesso è già accaduto durante l'ultima guerra, dove nessuno dopo l'uccisione di Mussolini, era più fascista..
Questa è  la maggioranza degli Italiani... Berlusconi, Prodi, D'Alema, Fini, Casini, Di Pietro e tutto il circondario... prima di qua, poi di là, come se tutto fosse un gioco, senza alcun percorso politico... e noi tutti, come tanti stronzi, ancora a votarli...
Comunque per ciò che ormai può servire, considerato che molti non conoscono la storia del Sig. Gheddafi..., vorrei ripercorre i momenti salienti della sua vita fino ad arrivare ai giorni nostri...
Nacque a Sirte, in una famiglia islamica ed all'età di sei anni perse due suoi cugini e rimase ferito ad un braccio a causa dell'esplosione di una mina di fabbricazione probabilmente italiana.
Tra il 1956 e il 1961 frequentò la scuola coranica di Sirte e nel 1968 si iscrisse all'Accademia Militare di Bengasi.
Concluso il corso e dopo un breve periodo di specializzazione in Gran Bretagna, fu nominato capitano dell'esercito all'età di 27 anni. Insoddisfatto del governo guidato dal Re Idris I, giudicato da Gheddafi e da numerosi ufficiali troppo servile nei confronti di USA e Francia, il 26 agosto del 1969 guidò un colpo di stato contro il sovrano, che portò il 1º settembre dello stesso anno alla proclamazione della Repubblica, guidata da un Consiglio del Comando della Rivoluzione composto da 12 militari di tendenze panarabe filo-nasseriane. Gheddafi, che nel frattempo era stato nominato colonnello, si mise a capo del Consiglio instaurando un regime dittatoriale in Libia.
Fece approvare dal Consiglio una nuova Costituzione, da lui definita araba, libera e democratica.
In nome del nazionalismo arabo, egli nazionalizzò la maggior parte delle proprietà petrolifere straniere, espropriò ed espulse la comunità italiana residente nel paese, chiuse le basi militari statunitensi e britanniche, in special modo la base "Wheelus", ridenominata "ʿOqba bin Nāfiʿ", dal nome del primo conquistatore arabo-musulmano delle regioni nordafricane.
La politica della prima parte del governo Gheddafi può essere definita come una "terza via" tra comunismo e capitalismo nella quale egli cercò di coniugare i principi del panarabismo con quelli della socialdemocrazia. Espose, in maniera più organica, i suoi principi politici e filosofici nel Libro verde, pubblicato nel 1976.
Il titolo prendeva spunto dal colore della bandiera libica, che infatti è completamente verde, e che richiama la religione musulmana, dato che verde era il colore preferito di Maometto ed il colore del suo mantello.
Tra le riforme effettuate da Gheddafi in questo periodo, ricordiamo l'innalzamento del salario minimo, la possibilità per gli operai di partecipare alla gestione della loro azienda, la soppressione dell'alcool (di per sé già vietato come precetto islamico), la chiusura dei locali notturni, la restaurazione della Sharīʿa (la legge religiosa che deriva direttamente dal Corano e dalla Sunna).
Inoltre, per cercare di ridurre al minimo le spese, egli rifiutò il lusso, dormendo sempre (anche e certamente per motivi di sicurezza personale) in una base militare di Tripoli...e poi all'interno di una tenda che non ha mai una sede fissa...
Fra le primissime iniziative del governo di Gheddafi vi fu l'adozione di misure sempre più restrittive nei confronti della popolazione italiana che ancora viveva nella ex colonia, culminate col decreto di confisca del 21 luglio 1970 emanato per "restituire al popolo libico le ricchezze dei suoi figli e dei suoi avi usurpate dagli oppressori".
Gli italiani furono privati di ogni loro bene, compresi i contributi assistenziali versati all'INPS e da questo trasferiti in base all'accordo all'istituto libico corrispondente, e furono sottoposti a progressive restrizioni finché furono costretti a lasciare il Paese entro il 15 ottobre del 1970.
Dal 1970, ogni 7 ottobre in Libia si celebra il “giorno della vendetta”, in ricordo del sequestro di tutti i beni e dell’espulsione di 20.000 coloni italiani.

In politica estera, egli finanziò l'OLP di Yasser Arafat nella sua lotta contro Israele.
Inoltre, propose spesso un'unione politica tra i tanti Stati islamici dell'Africa e, in particolare, caldeggiò un'unione politica con la Tunisia ai primi degli anni settanta ma la risposta negativa del presidente tunisino Bourguiba fece tramontare questa ipotesi.
Dal 16 gennaio 1970 al 16 luglio 1972 fu anche, ad interim, primo ministro della Libia prima di lasciare il posto a ʿAbd al-Salām Jallūd.
Nel 1977, grazie ai maggiori introiti derivanti dal petrolio, Gheddafi poté dotare la sua nazione di nuove strade, ospedali, acquedotti ed industrie.
Sull'onda della popolarità, nel 1979 rinunciò a ogni carica politica, pur rimanendo l'unico leader del paese con l'appellativo di "guida della rivoluzione".
Gheddafi ebbe una svolta politica negli anni ottanta: la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo portò a sostenere gruppi terroristi, quali per esempio l'irlandese IRA e il palestinese Settembre Nero. Fu anche accusato dal intelligence statunitense, di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia, ma egli si dichiarò sempre innocente.
Si rese anche responsabile del lancio di un missile contro le coste siciliane, fortunatamente senza danni.
Divenuto il nemico numero uno degli Stati Uniti d'America, egli fu progressivamente emarginato dalla NATO. Inoltre, il 15 aprile 1986, Gheddafi fu attaccato militarmente per volere del presidente statunitense Ronald Reagan: il massiccio bombardamento ferì mortalmente la figlia adottiva di Gheddafi, ma lasciò indenne il colonnello, che era stato avvertito del bombardamento da Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio in Italia.

Il 21 dicembre del 1988 esplodeva un aereo passeggeri sopra la cittadina scozzese di Lockerbie: perirono tutte le 259 persone a bordo oltre a 11 cittadini di Lockerbie.
Prima dell'11 settembre 2001 è stato l'attacco terroristico più grave. L'ONU attribuì alla Libia la responsabilità di questo attentato aereo e chiese al governo di Tripoli l'arresto di due suoi cittadini accusati di esservi direttamente coinvolti.
Al netto e insindacabile rifiuto di Gheddafi, le Nazioni Unite approvarono la Risoluzione 748, che sanciva un pesante embargo economico contro la Libia, la cui economia era già in fase calante.
Nel 1999, con la decisione della Libia di cambiare atteggiamento nei confronti della comunità internazionale, Tripoli consegnò i sospettati di Lockerbie: Abdelbaset ali Mohamed al-Megrahi fu condannato all'ergastolo nel gennaio 2001 da una corte scozzese, mentre Al Amin Khalifa Fhimah fu assolto.
Recentemente Gheddafi ha cambiato registro per ciò che concerne la politica estera: condannò l'invasione dell'Iraq ai danni del Kuwait del 1990 e successivamente sostenne le trattative di pace tra Etiopia ed Eritrea.
Quando anche Nelson Mandela fece appello alla "Comunità Internazionale", a fronte della disponibilità libica di lasciar sottoporre a giudizio gli imputati libici della strage di Lockerbie e al conseguente pagamento dei danni provocati alle vittime, l'ONU decise di ritirare l'embargo alla Libia (primavera del 1999).
Nei primi anni duemila, gli ultimi sviluppi della politica libica di Gheddafi hanno portato ad un riavvicinamento agli USA e alle democrazie europee, con un parallelo allontanamento dall'integralismo islamico.
Grazie a questi passi l'allora presidente statunitense George W. Bush decise di togliere la Libia dalla lista degli Stati Canaglia (in cui rimangono invece l'Iran, la Siria e la Corea del Nord) portando al ristabilimento di pieni rapporti diplomatici tra Libia e Stati Uniti.

Nel 2004, il Mossad, CIA e Sismi individuarono una nave che trasportava la prova che Gheddafi possedeva un arsenale di armi di distruzione di massa.
Invece di rendere pubblica la scoperta e sollevare uno scandalo, Stati Uniti e Italia, posero a Gheddafi un ultimatum che questi accettò.
In ogni caso, la Libia non si può definire una democrazia, perché non sono concesse, se non altro, varie libertà politiche (tra cui, per esempio, il multipartitismo).
Il figlio secondogenito del colonnello, ovvero Sayf al-Islam Gheddafi, è stato designato dal padre come erede alla presidenza nel 1995. Il terzo figlio maschio, Al-Sa'adi Gheddafi sembra invece avere altri interessi quali il calcio (ha giocato anche in Serie A con il Perugia, esordendo in un incontro contro la Juventus, e ha militato, sempre in Serie A, anche con la Sampdoria), e la mondanità.

Proposta di Laurea Honoris Causa da parte dell'Università di Sassari
Nel maggio 2009 il consiglio della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Sassari ha approvato una proposta formale d'assegnare una laurea honoris causa in giurisprudenza al colonnello Gheddafi.
Questa iniziativa ha suscitato vivaci proteste da parte dei Radicali Italiani, soprattutto con Marco Cappato (europarlamentare della Lista Emma Bonino) che ha parlato di "HoRRoris causa in Diritto per un sanguinario alleato bipartisan", e dai parlamentari Matteo Mecacci e Marco Perduca (entrambi Lista Emma Bonino - PD) che hanno convocato una conferenza stampa dal tema "Le vere cause della resistibile ascesa di Gheddafi".
Nel giugno 2009 si è recato per la prima volta in Italia in visita di Stato; Gheddafi ha soggiornato tre giorni in Italia, seppur fra molte polemiche e contestazioni.
Il leader libico si è recato al Campidoglio, a La Sapienza (dove ha ricevuto la contestazione degli studenti del movimento dell'Onda), alla sede di Confindustria e ha incontrato le massime cariche italiane.
Durante la visita di stato ha mostrato, appuntata sulla divisa militare, una foto dell'eroe della resistenza libica antitaliana Omar al-Mukhtar, suscitando interesse e qualche perplessità.

Particolarmente ostili all'accoglienza trionfale preparata per il leader libico da parte del governo sono stati i Radicali Italiani, che con il deputato Matteo Mecacci e il senatore Marco Perduca (entrambi membri della delegazione Radicale nel PD) hanno organizzato manifestazioni di protesta, in aula del Senato e fuori.
Queste proteste hanno fatto sì che la sede dove il colonnello Gheddafi avrebbe dovuto tenere il suo discorso fosse spostata dal Senato alla meno prestigiosa sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Il discorso pronunciato dal colonnello l'11 giugno 2009, ha destato comunque molte polemiche per alcuni dei suoi passaggi:
« Gli Stati Uniti sono terroristi come Bin Laden, hanno fatto dell'Iraq un Paese islamico e le dittature non sono un problema se fanno il bene della gente»
«Quale differenza c'è tra l'attacco degli americani nel 1986 contro le nostre case e le azioni terroristiche di Bin Laden? »

Il 16 novembre 2009 Gheddafi torna in Italia, a Roma, per partecipare a un incontro della Fao. Durante il suo soggiorno romano, organizzò alcune "lezioni" di Islam e Corano a un centinaio di ragazze hostess dell'agenzia Hostessweb, regolarmente stipendiate per la presenza, chissà forse è seguito un party " Bunga Bunga " ....
Il 16 luglio 2008 in un albergo di Ginevra, Hannibal Gheddafi (figlio del dittatore) percosse due domestici marocchini; la polizia del Canton Ginevra intervenne arrestando Hannibal e la moglie Aline.
Da questa data (e in seguito alla pubblicazione delle foto di Hannibal sul quotidiano "la Tribune de Genève"), il dittatore libico si è prodigato con ogni mezzo nell'attuazione di misure di ritorsione contro lo Stato svizzero.
Fra queste figurano la proposta di smembramento della Svizzera inoltrata all’ONU, l'interruzione dei collegamenti aerei fra Libia e Svizzera garantiti da Swiss, il boicottaggio delle banche elvetiche (e in tutta fretta il dittatore libico ha ritirato circa 5 miliardi di franchi depositati nella Confederazione), la sospensione delle forniture petrolifere dirette in Svizzera e la sospensione della concessione di visti a favore di cittadini svizzeri. Su tutte, la misura con più conseguenze è risultata l'arresto, successivamente trasformatosi in rapimento, del dirigente di ABB Max Göldi, liberato il 14 giugno 2010 dopo quasi 700 giorni trascorsi in mani libiche e dell'impresario edile svizzero-tunisino Rachid Hamdani, nel frattempo liberato.

L'immobilismo delle autorità elvetiche, in un primo tempo giustificato dalla separazione dei poteri vigente in Svizzera, ha poi lasciato spazio a una fervente attività diplomatica volta a ottenere la liberazione dei due ostaggi trattenuti nel paese africano. Il 20 agosto 2009 il Presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz rivolgendo le scuse ufficiali alla famiglia Gheddafi per l'arresto di Hannibal Gheddafi e della moglie Aline, ha acconsentito a un arbitrato internazionale al fine di dirimere la controversia, senza peraltro ottenere la liberazione degli ostaggi promessa.
Dopo il fallimento dell'arbitrato, arenatosi al momento di definire il giudice arbitro, sono intervenuti numerosi colpi di scena.
Quando la soluzione alla crisi sembrava vicina, immancabilmente subentravano nuovi problemi. Conseguentemente al rifiuto di concedere visti per l'area Schengen a 188 esponenti del governo libico voluto dalla Svizzera, e quale ritorsione per l'esito del voto sull'Iniziativa contro l'edificazione di nuovi minareti in Svizzera, il 15 febbraio 2010, il colonnello Gheddafi proclamò la Jihad contro la Svizzera, scatenando le reazioni di disapprovazione dei maggiori Stati occidentali e della folta comunità islamica residente in Svizzera. Da parte sua, la Libia ottenne il supporto di 17 Stati della Lega araba e un certo sostegno da parte dell'Italia e Malta, importanti partner commerciali di Tripoli.
Il 21 febbraio 2010, gli ambasciatori di alcuni paesi europei che solidarizzavano con Berna presidiarono l'ambasciata svizzera a Tripoli, scongiurando un'aggressione da parte delle forze armate libiche. Erano presenti gli ambasciatori di Spagna, Francia, Germania, Austria, Polonia, Gran Bretagna e Paesi Bassi. Mancavano invece quelli di Italia e Malta, paesi che già in precedenza avevano supportato le richieste di Tripoli nei confronti della Svizzera.
Secondo il quotidiano il Giornale (di proprietà della famiglia Berlusconi) la situazione fu sbloccata dallo stesso premier italiano che contattò telefonicamente il dittatore libico, con il quale è in ottimi rapporti. Tuttavia fuori dall'Italia la notizia non ebbe conferme.
Anzi, la TV pubblica svizzera RSI ritiene che Berlusconi abbia piuttosto creato dei problemi per aver convinto l'Europa a spingere la Svizzera a rinunciare alla sua strategia delle limitazioni sui visti Schengen, strategia che aiutò la liberazione di Hamdani.

Il29 agosto 2010 Gheddafi inizia un nuovo soggiorno in Italia per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato di Amicizia fra Italia e Libia.
Anche durante questo suo soggiorno romano, organizza alcune "lezioni" di Islam e Corano a quasi 500 ragazze hostess, regolarmente stipendiate per la presenza. «L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa» ha apostrofato Gheddafi alle ragazze. Tre ragazze, due italiane e una spagnola, si sono presentate con il velo perché si sono convertite all'Islam.
Anche in questo caso la presenza del leader libico nello Stivale ha suscitato notevoli polemiche. In particolare il senatore Marco Perduca (Lista Emma Bonino - PD) e i Radicali Italiani hanno protestato per la permanenza nella caserma dei carabinieri dedicata all'eroe italiano "Salvo D'Acquisto".
Frattini diceva: ''Ritengo che al di la' delle modalita' e delle espressioni che usa il leader Gheddafi, questa sia stata una visita che conferma il ruolo importante dell'Italia'' ed inoltre proseguiva di ''non condividere'' l'analisi della Cei che attraverso il giornale Avvenire ha definito la visita di Gheddafi a Roma un ''boomerang''.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi esaltava l'amicizia tra Italia e Libia durante la cerimonia per il secondo anniversario del Trattato di Bengasi e affermava che ''tutti dovrebbero rallegrarsene'' e chi critica ''e' prigioniero di schemi superati''.
Gheddafi: ''Saluto il grande coraggio del mio grande amico''.
La giornata di ieri, segnata dalla richiesta di 5 miliardi all'anno per fermare l'immigrazione clandestina in Europa e da nuove polemiche sulla visita del leader libico, si e' conclusa con una cena di gala.
Non appena presa la parola, Gheddafi ha subito fatto presente ''i drammi e le sofferenze'' subite dal popolo libico a causa dell'invasione italiana, drammi tuttora presenti tra la popolazione del Paese. Anche Berlusconi, ha raccontato il Colonnello, si e' oggi commosso ''al punto di piangere'' alla visione delle fotografie ''ufficiali'' esposte nella mostra inaugurata oggi pomeriggio dai due leader e che documentano la dolorosa pagina del colonialismo italiano. Era un'altra Italia, ha aggiunto Gheddafi.

Oggi c'e' il Trattato di amicizia e nuove sfide da affrontare insieme, prima fra tutte, quella della ''pericolosa'' immigrazione africana che spetta alla Libia, ''ponte'' privilegiato tra l'Africa e l'Europa, contrastare con l'aiuto economico dell'Unione europea. Cinque miliardi di euro e' la cifra richiesta da Gheddafi per impedire che ''l'Europa - cosi' ha prospettato il colonnello - un domani potrebbe non essere piu' europea e diventare addirittura nera perche' - ha spiegato - in milioni vogliono venire in Europa''. ''Attualmente - ha affermato dipingendo uno scenario fosco - subiamo una immigrazione dall'Africa verso l'Europa ma in questo momento si tratta di una cosa molto pericolosa: non sappiamo che cosa succedera', quale sara' la reazione degli europei bianchi e cristiani di fronte a questo movimento di africani affamati e non istruiti''.
''Non sappiamo - ha insistito Gheddafi - se l'Europa restera' un continente avanzato e coeso o se si distruggera' come avvenne con le invasioni barbariche''. ''Dobbiamo immaginare che questo possa succedere - ha sottolineato a sostegno del proposta da lui stesso avanzata - e prima che succeda dobbiamo lavorare insieme, fermare l'immigrazione sulle frontiere libiche''.
''L'Europa - ha scandito - ci deve ascoltare'' mentre tocca all'Italia sostenere in sede europea la richiesta di Gheddafi di fare della Libia l'avamposto chiave nel contrasto all'immigrazione clandestina. Berlusconi da parte sua ha ricordato come con la stipulazione del Trattato di amicizia fra i due Paesi si sia ''voltato pagina'' e chiuso per sempre la pagina nera del colonialismo.
Gheddafi lo ha più volte lodato menzionando il ''grande coraggio'' del presidente del Consiglio per le scuse presentate dal premier per il passato coloniale italiano in Libia, ''un errore - ha sottolineato il Colonnello - commesso dall'Italia fascista, non dall'Italia''.
Da qui anche la richiesta avanzata alla comunità internazionale affinché sia l'Italia ad avere un seggio al consiglio permanente di sicurezza dell'Onu.
Un ''diritto'' dell'Italia, secondo Gheddafi, che ha avuto, al contrario della Germania, la forza e il coraggio di liberarsi da sola del fascismo ''impiccando Mussolini per le strade''. Nell'Italia di oggi poi, il leader libico, ha incoraggiato ad investire i suoi stessi connazionali che dispongono di risorse economiche e finanziarie.

Un nuovo flusso di investimenti libici potrebbe presto arrivare in Italia a rafforzare la crescente presenza nelle nostre banche, societa' e industrie in combinazione con la corsa delle imprese italiane a realizzare le infrastrutture del paese nordafricano. Il leader Muammar Gheddafi, alla cerimonia per il Trattato italo-libico, dove e' presente una nutrita schiera di personalità dell'economia e della finanza italiana, incoraggia i libici con risorse finanziarie ''a venire in Italia per investire in Italia''.
Il Colonnello chiede anche scambi di conoscenza e tecnologie ma sono le parole sugli investimenti, poche ma precise in un discorso fiume di 40 minuti ricco di citazioni storiche e incentrato sulle colpe del colonialismo e le nuove sfide dell'emigrazione, a creare piu' interesse fra la comunita' finanziaria. Diversi esponenti del mondo dell'economia e manager, prima di recarsi alla cena ufficiale (slittata a oltre la mezzanotte) sottolineano ''l'affidabilita' oramai assodata' dei libici come partner e un ambiente molto migliorato per realizzare gli affari. ''I libici - spiega uno di questi -. sono un partner che guarda al medio-lungo termine con molte risorse''.

Nella tribuna d'onore a pochi passi dal premier Silvio Berlusconi e dal leader libico ad assistere al carosello dei Carabinieri e alle evoluzioni dei cavalieri arabi, si sono notate le presenze dell'ad di Unicredit Alessandro Profumo (dove i libici sono oramai il primo socio con il 7% del capitale) accanto a Jonella Ligresti, al presidente Telecom Gabriele Galateri, ai vertici Enel Piero Gnudi e Fulvio Conti il quale ha spiegato che il gruppo ''ha interessi potenziali in Libia'' anche se al momento non c'e' nulla. Presente anche Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo che realizzera' insieme ad altre 20 imprese italiane (fra cui Todini, Salini, Condotte e Cmc) l'autostrada finanziata dall'Italia a risarcimento dei danni del'epoca coloniale, e il numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Giarguaglini, anch'essa impegnata nel paese insieme a Zarubezhstroytechnology, societa' controllata dalle Ferrovie Russe Jsc Rzd, un contratto da 247 milioni di euro per realizzare sistemi di segnalamento, alimentazione e comunicazione sulla tratta da Sirte a Bengasi.
Con Finmeccanica inoltre i libici hanno siglato una nuova joint venture (dopo la Liatec, Libyan Italian Advanced Tecnology Company, costituita nel 2006 per realizzare elicotteri). Il rapporto fra il gruppo ENI e il paese e' piu' che consolidato e di recente il colosso italiano ha annunciato investimenti sul posto per 25 miliardi di euro.
Questa era la situazione in Libia, prima dei nuovi accadimenti avvenuti in questi mesi in Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto, Bahrein, Gibuti, Yemen, Sudan, e vedremo in questi giorni cosa succederà in Iran..., con ovviamente tutte le ripercussioni, in particolare la produzione del greggio, che in questo momento ha subito incrementi ai distributori che non si vedevano dalla guerra del golfo...

lunedì 21 febbraio 2011

In nome di Dio...


Amore divino e carità cristiana.
" Dio è amore e chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui"...
Belle queste frasi ed ancora di più quanto queste sono state nel corso dei secoli messe in pratica…
E’ giusto ricordare ed è giusto sapere che quanto svolto in nome di Cristo non vada perduto.
Lo scempio è organizzato per papati:
Clemente V // Fra Dolcino: smembrato e bruciato il 13 marzo 1307. Suor Margherita e Frate Longino con circa mille dolciniani: bruciati lungo tutto il 1307. Soppressione dei Templari con stragi di massa con "torture inimmaginabili" perché accusati di eresia. Molay, Gran Maestro, arso vivo a Parigi dopo anni di atroci torture.
Benedetto XII // Francesco da Pistoia, Lorenzo Gherardi, Bartolomeo Greco, Bartolomeo da Bucciano, Antonio Bevilacqua e altri dieci frati Francescani: arsi vivi per predicare la povertà di Cristo a Venezia nel1337. Stessa sorte a Parma per Donna Oliva anch'essa perché seguace di S. Francesco.
Clemente VI // Francesco Stabili, detto Cecco d'Ascoli, il quale fu arso vivo per aver detto, a proposito delle tentazione di Gesù, che non è possibile vedere tutta la terra da una montagna per quanto alta fosse stata come veniva affermato da vangelo. Pietro d'Albano, medico, bruciato vivo perché accusato di stregoneria. Domenico Savi condannato al rogo come eretico per aver eretto un ospedale senza la benedizione della Chiesa.
Innocenzo VI // Pietro da Novara, Bernardo da Sicilia, Fra Tommaso vescovo d'Aquino e Francesco Marchesino vescovo di Trivento: torturati e bruciati vivi.
Gregorio XI // Continui roghi a Firenze, Venezia, Roma e Ferrara per eretici e accusati di favoreggiamento. Belramo Agosti, umile calzolaio, torturato e bruciato vivo per aver
bestemmiato durane una partita a carte, il 5 giugno 1382. Menelao Santori perché
conviveva con due donne, il 10 ottobre 1387. Lorenzo di Bologna accompagnato al rogo a colpi frusta per aver rubato una pisside, il 1° novembre 1388.
Gregorio XII // Dopo il periodo di tregua passato sotto Urbano VI, con Gregorio XII
riprendono le stragi e i roghi in una maniera estremamente spietata. La città che fu
particolarmente colpita fu Pisa. 1413: un giovane di nome Andreani fu torturato e bruciato vivo insieme alla moglie e alla figlia, perché aveva osato deridere i Padri Conciliari. 1414: Jean Hus e Gerolamo da Praga macellati e bruciati vivi per aver detto che la morale del vangelo proibisce ai religiosi di possedere beni materiali.
Eugenio IV // Giovanna d'Arco, bruciata viva per l'accusa di stregoneria (1431). Merenda e Matteo, due popolani, bruciati vivi dall'Inquisizione per rendere un favore alle famiglie dei Colonna e dei Savelli delle quali avevano parlato male. Ripetute stragi in Boemia contro gli hussidi, per le rimostranze fatte in seguito alla uccisione del loro maestro. Una delle stragi fu eseguita facendo entrare gli hussidi in un fienile al quale dettero fuoco dopo aver chiuso le porte. Il fatto fu così commentato da uno scrittore cattolico: "Appena entrati, si chiusero le porte e si appiccò il fuoco; e in tal modo quella feccia, quel rifiuto della razza umana, dopo aver commesso tanti delitti, pagò finalmente tra le fiamme la pena del suo disprezzo per la religione".
Sisto IV // Tommaso Torquemada confisca i beni degli accusati di eresia e di stregoneria, arrivando ad accumulare tante ricchezze da essere temuto dallo stesso Papa che lo obbliga a versargli la metà del bottino. Quando arrivava in un paese come inquisitore, la popolazione fuggiva in massa lasciando tutto nelle sue mani. 800.000 ebrei allontanati dalla Spagna, con confisca dei beni, sotto pena di morte se fossero restati.10.200 bruciati vivi. 6.860 cadaveri riesumati per essere bruciati al rogo in seguito a processi (terminati tutti con la confisca dei beni) celebrati "post mortem" (dopo la morte). 97.000 condannati alla prigione perpetua con confisca delle proprietà. Infiniti roghi a Roma, intanto.
Alessandro VI // Gerolamo Savanarola bruciato vivo in Piazza della Signoria a Firenze il 23 maggio 1498 insieme ai suoi due suoi discepoli Domenico da Pescia e Sivestro da Firenze.
Tre ebrei arsi vivi in campo dei Fiori a Roma. 13 gennaio 1498. Gentile Cimeli, accusata di stregoneria arsa viva a campo dei Fiori il 14 luglio 1498. Marcello da Fiorentino arso vivo in piazza S. Pietro il 29 luglio 1498.
Giulio II // 4 donne giustiziate per stregoneria a Cavalese (Trento) nel1505. Diego Portoghese impiccato per eresia il 14 ottobre 1606. 30 persone bruciate vive a Logrono (Spagna) per stregoneria. Fra Agostino Grimaldi giustiziato per eresia il 6 agosto 1507. 15 cittadini romani massacrati dalle guardie svizzere per eresia nel 1513. Orazio e Giacomo di Riffredo, giustiziati per eresia il 30 aprile 1513.
Leone X // 30 donne accusate di stregoneria arse vive a Bormio nel 1514. Martino Jacopo giustiziato per eresia a Vercelli il 18 febbraio 1517. 80 donne bruciate vive in Valcamonica per stregoneria nel 1518. 5 eretici arsi vivi a Brescia il 13 aprile 1519. Baglione Paolo da Perugia decapitato per eresia alla Traspontina il 4 giugno 1520. Fra Camillo Lomaccio, Fra Giulio Carino, Leonardo Cesalpini strangolati in carcere per eresia l'8 luglio 1520.
Clemente VII // Anna Furabach, giustiziata per eresia il 9 maggio 1524. Migliaia di
anabattisti decapitati, arsi vivi, annegati e torturati a morte nel 1525. Una donna accusata di stregoneria arsa viva in Campidoglio il 30 settembre 1525. Claudio Artoidi e Lerenza di Pietro giustiziati per eresia il 16 maggio 1526. Rinaldo di Colonia giustiziato per eresia il 26 agosto 1528. Lorenzo di Gabriele da Parma e Tiberio di Giannantonio torturati e giustiziati per eresia il 9 settembre 1528. Berrnardino da Palestrina Burciato vivo per eresia il 20 novembre 1529. Giovanni Milanese bruciato vivo per eresia il 23 novembre 1530.
Paolo III // Nel 1540 uccisi tutti gli abitanti della città di Mérindol (Francia) per aver
abbracciato la fede dei protestanti Evangelici. I loro beni furono confiscati e la città rimase deserta e inabitata a lungo. Tutti gli anabattisti della città di Munster (Germania) furono massacrati. Giovanni di Leida, loro capo, fu ucciso dopo essere stato sottoposto "a orrendo supplizio" il 4 aprile 1535. Martino Govinin giustiziato nelle carceri di Grenoble il 26 aprile 1536. Francesco di Giovanni di Capocena ucciso per eresia nel 1538. Ene di Ambrogio giustiziato per eresia nel 1539. Galateo di Girolamo giustiziato nelle carceri dell'Inquisizione per eresia il 17 gennaio 1541. Giandomenico dell'Aquila. Eretico, bruciato vivo il 4 febbraio 1542. Federico d'Abbruzzo ucciso per eresia; il suo corpo fu portato al supplizio trascinato da un cavallo. Quello che rimase del suo corpo fu appeso alla forca il 12 luglio 1542. 2.740 valdesi furono massacrati dai cattolici in Provenza (Francia) nell'aprile del 1545. Girolamo Francese impiccato perché luterano il 27 settembre 1546. Baldassarre Altieri, dell'Ambasciata inglese, fatto sparire nelle carceri dell'Inquisizione nel1548. Federico Consalvo, eretico, giustiziato, il 25 maggio 1549. Annibale di Lattanzio giustiziato per eresia, il 25 maggio 1549.
Giulio III // Fanino Faenza impiccato e bruciato per eresia il 18 febbraio 1550. Domenico della Casa Bianca, luterano, decapitato il 20 febbraio 1550. Geronimo Geril Francese, impiccato per eresia, poi squartato, il 20 marzo 1550. Giovanni Buzio e Giovanni Teodori, impiccati e bruciati per eresia, il 4 settembre 1553. Francesco Gamba, decapitato e bruciato vivo per eresia, il 21 luglio 1554. Giovanni Moglio e Tisserando da Perugia, luterani, impiccati e bruciati vivi, il 5 settembre 1554.
Paolo IV // Istituzione del Ghetto a Roma con restrizioni contro gli ebrei ancor più severe del ghetto di Venezia. Cola Francesco di Salerno, giustiziato per eresia il 14 giugno 1555.
Bartolomeo Hector, bruciato vivo per aver venduto due Bibbie il 20 giugno 1555. Golla Elia
e Paolo Rappi, protestanti, bruciati vivi a Torino il 22 giugno 1555. Vernon Giovanni e
Labori Antonio, evangelisti, bruciati vivi il 28 agosto 1555. Stefano di Girolamo, giustiziato
per eresia, l'11 gennaio 1556.
Giulio Napolitano, bruciato vivo per eresia il 6 marzo 1556. Ambrogio de Cavoli, impiccato e bruciato per eresia, il 15 giugno 1556. Don Pompeo dei Monti, bruciato vivo per eresia il 4 luglio 1556. Pomponio Angerio, bruciato vivo per eresia il 19 agosto 1556. Nicola Sartonio,
luterano, bruciato vivo il 13 maggio 1557. Jeronimo da Bergamo, Alessandra Fiorentina e Madonna Caterina, impiccati e bruciati per omosessualità il 22 dicembre 1557. Fra Gioffredo Varaglia, francescano, bruciato vivo per eresia il 25 marzo 1558. Gisberto di Milanuccio, eretico, bruciato vivo il 15 giugno 1558. Francesco Cartone, eretico, bruciato vivo il 3 agosto 1558. 14 protestanti bruciati vivi a Siviglia in Spagna nel 1559. 15 protestanti bruciati vivi a Valadolid in Spagna nel 1559. Gabriello di Thomaien, bruciato vivo per omosessualità, l'8 febbraio 1559. Antonio di Colella arso vivo per eresia, l'8 febbraio 1559. Leonardo da Meola e Giovanni Antonio del Bò, impiccati e bruciati per eresia, l'8 febbraio 1559. 13 eretici e un tedesco di Augsburg accusato di omosessualità arsi vivi il 17 febbraio 1559. Antonio Gesualdi, luterano, giustiziato per eresia il 16 marzo 1559. 
Ferrante Bisantino, eretico, arso vivo il 24 agosto 1559. Scipione Retio, eretico, uccico nelle carceri della Santa Inquisizione sul finire del 1559.
Pio IV // I monaci dell'Abazia di Perosa (Pinerolo) si divertirono a briciare vivi a fuoco lento un prete evangelico insieme ai suoi fedeli nel dicembre 1559. Carneficina di Valdesi in Calabria nel dicembre del 1559. 4000 valdesi massacrati nel 1560 a Santo-Xisto, alla Guardia, a Montalto e a Sant'Agata. Giulio Ghirlanda, Baudo Lupettino, Marcello Spinola, 
Nicola Bucello, Antonio Rietto, Francesco Sega, condannati a morte perché sorpresi a svolgere una funzione religiosa in una casa privata officiante la messa uno spretato nel1560. Giacomo Bonello, bruciato vivo perché evangelista il 18 febbraio 1560. Mermetto Savoiardo, eretico, arso vivo il 13 agosto 1560. Dionigi di Cola, eretico, bruciato vivo il 13 agosto 1560. Aloisio Pascale, evangelista, impiccato e bruciato l'8 settembre 1560. Gian Pascali di Cuneo, bruciato vivo per eresia il 15 settembre 1560. Stefano Negrone, eretico, lasciato morire di fame nelle prigioni della Santa Inquisizione, spira il 15 settembre 1560.
Stefano Morello, eretico, impiccato e bruciato il 25 settembre 1560. Bernardino Conte, bruciato vivo per eresia nel novembre del 1560. 300 persone a Oppenau, 63 donne a Wiesensteig e 54 a Obermachtal in Gemania, bruciate vive per stregoneria nel 1562.
Macario, vescovo di Macedonia, eretico, bruciato vivo il 10 giugno 1562. Cornelio di Olanda, eretico, impiccato e bruciato il 23 gennaio 1563. Franceso Cipriotto, impiccato e bruciato per eresia il 4 settembre 1564. Giulio Cesare Vanini, panteista, bruciato vivo dopo avergli strappato la lingua. Giulio di Grifone, eretico, giustiziato.
Pio V // Con bolla papale viene imposta a Roma la chiusura di tutte le sinagoghe. Muzio della Torella, eretico, giustiziato il 1° marzo 1566. Giulio Napolitano, eretico, bruciato vivo il 6 marzo 1566. Don Pompeo dei Monti, decapitato per eresia il 3 luglio 1566. Curzio di Cave, francescano, decapitato per eresia il 9 luglio 1566. 17.000 protestanti massacrati nelle Fiandre da cattolici spagnoli. Giorgio Olivetto arso vivo perché luterano il 27 gennaio 1567. Domenico Zocchi, ebreo, impiccato e bruciato a Piazza Giudia nel Ghetto di Roma il 1° febbraio 1567. Girolamo Landi, impiccato e bruciato per eresia il 25 febbraio 1567. 
Pietro Carnesecchi, impiccato e bruciato per eresia il 30 settembre 1567. Giulio Maresco, decapitato e arso per eresia il 30 settembre 1567. Paolo de Matteo, Ottaviano Fioravanti, Giovannino Guastavillani e Geronimo del Puzo, murati vivi per eresia il 30 settembre 1567. 
Gerolamo Donato con altri suoi confratelli dell'Ordine degli Umiliati, vengono giustiziati su
ordine di Carlo Borromeo, vescovo di Milano, poi fatto santo, dopo lunga tortura, per eresia il 2 agosto 1570. Macario Giulio da Cetona, decapitato e bruciato per eresia il 1° ottobre 1567. Lorenzo da Mugnano, impiccato e bruciato per eresia il 10 maggio 1668. Matteo d'Ippolito, impiccato e bruciato per eresia il 10 maggio 1568. Francesco Stanga, impiccato e bruciato per eresia il 10 maggio 1568. Donato Matteo Minoli, lasciato morire nelle carceri dopo avergli rotto le ossa e bruciato i piedi il 27 maggio 1568. 
Francesco Castellani, Pietro Gelosi e Marcantonio Verotti, eretici, impiccati e bruciati il 6 dicembre 1568. Luca di Faenza, eretico, bruciato vivo il 28 febbraio 1568. Filippo Borghesi, decapitato e bruciato per eresia il 2 maggio 1569. Giovanni dei Blasi, impiccato e bruciato per eresia il 2 maggio 1569. Camillo Ragnolo, Fra Cellario Francesco e Bartolomeo Bartoccio, bruciati vivi per eresia il 25 maggio 1569. Guido Zanetti, murato vivo per eresia il 27 maggio 1569. Filippo Porroni, eretico luterano, impiccato l'11 febbraio 1570. Gian Matteo di Giulianello, giustiziato per eresia il 25 febbraio 1570. Nicolò Franco, impiccato per aver deriso il Papa l'11 marzo 1570. Giovanni di Pietro, eretico, impiccato e bruciato il13 maggio 1570. Aolio Paliero, eretico, impiccato e bruciato su espresso desiderio di Pio V, poi fatto santo, il 3 luglio1570. Fra Arnaldo di Santo Zeno, eretico, bruciato vivo il 4 novembre
1570. Don Girolamo di Pesaro, Giovanni Antonio di Jesi e Pitro Paolo di Maranzano,
giustiziati per eresia il 6 ottobre 1571. Francesco Galatieri, pugnalato a morte dai sicari
pontifi perché eretico il 5 gennaio 1572. Dianora di Montpelier, Isabella di Montpelier, Pellegrina di Valenza, Girolama Guanziana, eretiche, impiccate e bruciate il 9 febbraio 1572. Domenico della Xenia, eretico, impiccato e bruciato il 9 febbraio 1572. Teofilo Penarelli, eretico, impiccato e bruciato il 22 febbraio 1572. Alessandro di Giulio, eretico impiccato e bruciato il 26 febbraio 1572.
Gregorio XIII // Alessandro di Giulio e Giovanni di Giovan Battista, impiccati e bruciati perché eretici il 15 marzo 1572. Girolamo Pellegrino, impiccato e bruciato per eresia il 19 luglio 1572. 10.000 eretici 
massacrati in Francia per ordine del Papa (strage degli Ugonotti- Notte di S. Bartolomeo) il 24 agosto 1572. 500 eretici massacrati in Croazia per ordine del vescovo cattolico Juraj Draskovic in tutto il 1573. Nicolò Colonici eretico impiccato e bruciato. Giovanni Francesco Ghisleri, strangolato nelle carceri dell'Inquisizione il 25 ottobre del 1574. Alessandro di Giacomo, arso vivo il 19 novembre 1574. Benedetto Thomaria, eretico, bruciato vivo il 12 maggio 1574. Don Antonio Nolfo, eretico, giustiziato il 29 luglio 1578. Giovanni Battista di Tigoni, eretico, giustiziato il 29 lugio 1578. Baldassarre di Nicolò, Antonio Valies de la Malta, Francesco di Giovanni Martino, Bernardino di Alfar, Alfonso di Poglis, Marco di Giovanni Pinto, Girolamo di Giovanni da Toledo e Gasparre di Martino, eretici, impiccati e 
bruciati il 13 agosto 1578. Fra Clemente Sapone, eretico, impiccato e bruciato il 29 novembre 1578. Pompeo Loiani e Cosimo Tranconi, eretici, impiccati e bruciati il 12 giugno 1579. 222 ebrei bruciati al rogo per ordine della Santa Inquisizione nel 1558. Salomone, ebreo, impiccato per aver rifiutato il battesimo il 13 marzo 1580. Un inglese, di cui non ci è pervenuto il nome, bruciato vivo per aver offeso un prete il 2 agosto 1581. Diego Lopez, Domenico Danzarelli, Prospero di Barberia e Gabriello Henriquez, bruciati vivo per eresia il 18 febbraio 1583.
Borro d'Arezzo, bruciato vivo per eresia il 7 febbraio 1583.
Ludovico Moro, eretico, arso vivo il 10 luglio 1583.
Fra Camillo Lomaccio, Fra Giulio Carino, Leonardo di Andrea strangolati nel carcere di Tor Nona per eresia il 23 luglio 1583.
Lorenzo Perna, arrestato per ordine del cardinale Savelli per eresia, giustiziato il 16 giugno 1584. 
La "Signora di Bellegard", arrestata per eresia, giustiziata a fine ottobre 1584. Giacomo Paleologo, decapitato e bruciato il 22 marzo 1585. I fratelli Missori decapitati il 22 marzo 1585 per aver espresso il diritto alla libertà di stampa; le loro teste furono lasciate esposte al pubblico. 
Sisto V // Dopo l'esecuzione di una sentenza, disse: "Dio sia benedetto per il grande appetito con cui ho mangiato". Pietro Benato, arso vivo per eresia il 26 aprile 1585.
Pomponio Rustici, Gasparre Ravelli, Antonio Nantrò, Fra Giovanni Bellinelli, impiccati e bruciati vivi per eresia il 5 agosto 1587.
Vittorio, conte di Saluzzo, giustiziato per eresia il 9 dicembre 1589. Valerio Marliano, eretico impiccato e bruciato il 16 febbraio 1590. Don Domenico Bravo, decapitato per eresia il 30 marzo 1590. Fra Lorenzo dell'Aglio, impiccato e bruciato il13 aprile 1590.
Gregorio XIV // Fra Andrea Forzati, Fra Flaminio Fabrizi, Fra Francesco Serafini, impiccati e bruciati il 6 febbraio 1591.
Giovanni Battista Corobinacci, Giovanni Antonio de Manno Rosario, Alexandro d'Arcangelo, Fulvio Luparino, Francesco de Alexandro, giustiziati nel giugno 1590. Giovanni Angelo Fullo, Giò Carlo di Luna, Decio Panella, Domenico Brailo, Antonio Costa, Fra Giovanni Battista Grosso, l'Abate Volpino, insieme ad altri seguaci di Fra Girolamo da Milano, arrestati dalla Santa Inquisizione e giustiziati nel1590. Tutto questo ben di Dio in un solo anno di Santo Pontificato.
Clemente VIII // Giordano Bruno, bruciato vivo per eresia il 17 febbraio 1600. Quattro donne e un vecchio bruciati vivi per eresia il 16 febbraio 1600. Francesco Gambonelli, eretico, arso vivo il 17 febbraio 1594. Marcantonio Valena e un altro luterano, di cui non ci è noto il nome, arsi vivi nell'agosto del 1594. Graziani Agostini, eretico impiccato e bruciato, nel 1596.
Prestini Menandro, eretico impiccato e bruciato, nello stesso anno. Achille della Regina, giustiziato nel giugno 1597.
Cesare di Giuliano, eretico impiccato e bruciato nello stesso anno. Damiano di Francesco, Baldo di Francesco, Giovanni Angelo De Magistri, Don Ottavio Scipione, eretici, decapitati e bruciati nel 1597. Giovanni Antonio da Verona e Fra Celestino, eretici, bruciati vivi il 16 settembre 1599. Fra Cierrente Mancini e Don Galeazzo Porta, decapitati per eresia il 9 novembre 1599. Maurizio Rinaldi, eretico, bruciato vivo il 23 febbraio 1600. Francesco Moreno, eretico, impiccato e bruciato il 9 giugno 1600. Nunzio Servandio, ebreo, impiccato il 25 giugno 1600. Bartolomeo Coppino, luterano, arso vivo il 7 aprile 1601.
Tommaso Caraffa e Onorio Costanzo, eretici, decapitati e bruciati il 10 maggio 1601.
Paolo V // Giovanni Pietro di Tunisi, impiccato e bruciato nel 1607. Giuseppe Teodoro, Felice d'Ottavio, Francesco Rossi, Antonio di Jacopo, Fortunato Aniello, Vincenti Pietro, Umberto Marcantonio, Fra Manfredi Fulgenzio, eretici, impiccati e bruciati tra il 1609 e il 1610. Battista Lucarelli e Emilio di Valerio, ebrei, impiccati e bruciati nel 1610. 
Don Domenico di Giovanni, per essere passato dal cristianesimo all'ebraismo, impiccato nel 1611. Giovanni Milo, luterano impiccato nel marzo 1611. Giovanni Mancini, per aver celebrato la messa da spretato, impiccato e bruciato il 22 ottobre 1611. Jacopo de Elia, ebreo, impiccato e bruciato il 22 gennaio 1616. Francesco Maria Sagni, eretico, impiccato e bruciato il 1° luglio 1616. Arrestato un negromante zoppo, arso vivo per stregoneria nel maggio 1617.
Lucilio Vanini, arso vivo per aver messo in dubbio l'esistenza di Dio il 17 febbraio 1618. Migliaia di eretici trucidati dai cattolici nei Grigioni in Valtellina nel 1620.
Urbano VIII // Galileo Galilei, torturato e condannato al carcere perpetuo quale eretico per aver affermato che la Terra gira intorno al Sole nel 1633. Ferrari Ambrogio, eretico, impiccato nel 1624. Donna Anna Sobrero, morta di peste in carcere dove era stata condannata a vita, nel 1627. Frate Serafino, eretico, impiccato e bruciato nel 1634. Giacinto Centini, decapitato per aver offeso la sovranità papale, nel 1635. Fra Diego Giavaloni,
eretico impiccato e bruciato, nello stesso anno. Alverez Ferdinando, bruciato vivo per essersi convertito all'ebraismo, il 19 marzo 1640. Policarpo Angelo, impiccato e bruciato per aver celebrato la messa da spretato, il 19 maggio 1642. Ferrante Pallavicino, eretico, impiccato e bruciato nel 1644. Fra Camillo d'Angelo, Ludovico Domenico, Simone Cossio, Domenico da Sterlignano, giustiziati per eresia nel 1644.
Innocenzo X // Giuseppe Brugnarello e Claudio Borgegnone, impiccati e bruciati per aver falsificato alcune lettere apostoliche nel 1652.
Alessandro II // Giovanni Fello, sacerdote, decapitato per eresia nel 1657. Circa 2.000 Valdesi massacrati dai cattolici nelle Valli Alpine nel1655.
Innocenzo XI // 20 ebrei condannati al rogo nel 1680. Vincenzo Scatolari, per aver esercitato la professione di giornalista senza autorizzazione di Santa Madre Chiesa, decapitato il 2 agosto 1685. Più di 2.000 Valdesi massacrati dai cattolici nelle Valli Alpine per ordine diretto del Papa nel maggio 1686. 24 protestanti uccisi dai cattolici a Pressov in Slovacchia nel 1687.
Innocenzo XII // Martino Alessandro, morto in carcere per torura il 3 maggio 1690. 37 ebrei bruciati vivi nel 1691. Antonio Bevilacqua e Carlo Maria Campana, cappuccini, decapitati perché seguaci del Quietismo di Molinos il 26 marzo 1695.
Clemente XI // Filippo Rivarola, portato al patibolo in barella per le torture ricevute, decapitato il 4 agosto 1708. Spallaccini Domenico, impiccato e bruciato per aver bestemmiato a causa di un colpo di alabarda ricevuto da una guardia papalina il 28 luglio 1711. Gaetano Volpini, decapitato per aver scritto una poesia contro il Papa il 3 febbraio 1720.
Clemente XII // Ripristinata la "mazzolatura" (rottura delle ossa a colpi di bastone). Pietro Giarinone, filosofo e storico, muore sotto tortura per aver sostenuto la supremazia del re sulla curia romana il 24 marzo 1736. Enrico Trivelli, decapitato per aver scritto frasi di rivolta contro il Papa il 23 febbraio 1737. Numerose vittime sotto questo pontificato sono
rimaste sconosciute, perché Clemente XII preferiva che morissero sotto tortura nelle carceri dell'Inquisizione piuttosto che giustiziarle nelle pubbliche piazze, per evitare proteste.

Clemente XIII // Tommaso Crudeli, condannato al carcere a vita per massoneria il 2 agosto 1740. Giuseppe Morelli, impiccato per aver celebrato l'eucaristia da spretato il 22 agosto 1761.
Carlo Sala, eretico, giustiziato il 25 settembre 1765. Carlo Sala è l'ultimo martire ucciso dalla Chiesa per eresia. Di qui in poi i massacri continuarono comunque. Decapitazioni, torture con mazzolature, impiccagioni e sevizie con squartamento o smembramento.
Pio VI // Solo 5 esecuzioni capitali nei suoi 4 anni di pontificato. In compenso gli ebrei vengono costretti a vestire abiti gialli per essere riconosciuti pubblicamente. Ricorda qualcosa?
Pio VII // Gregorio Silvestri, impiccato per cospirazione politica il 18 gennaio 1800.
Ottavio Cappello, impiccato perché patriota rivoluzionario il 29 gennaio 1800. Giovanni Battista Genovesi, patriota, squartato e bruciato il 7 febbraio 1800; la sua testa fu esposta al pubblico. Teodoro Cacciona, impiccato e squartato per furto di un abito ecclesiastico il 9 febbraio 1801. Paolo Salvati, impiccato e squartato per aver derubato un corriere del Papa l'11 dicembre 1805. Bernardo Fortuna, impiccato e squartato per furto ai danni di un corriere francese il 22 aprile 1806. Tommaso Rotilesi, impiccato per aver ferito un ufficiale francese. 161 esecuzioni capitali per reati comuni in 15 anni di pontificato.
Leone XII // Leonida Montanari, decapitato per aver offeso pubblicamente il Papa il 23 novembre 1825. Angelo Targhini, decapitato per aver ferito una spia papalina il 23 novembre 1825. 29 esecuzioni capitali per reati comuni.
Pio VIII // In un solo anno di pontificato 13 condanne capitali per reati comuni.
Gregorio XVI // Divieto assoluto di ogni libertà di parola o di espressione scritta che non seguisse i dettami di Santa Madre Chiesa. Divieto assoluto agli ebrei: nessuna attività sociale ed economica fuori del Ghetto. Giuseppe Balzani, decapitato per offese al Papa il 14 maggio 1833. Luigi Scopigno, decapitato per furto di oggetti sacri il 21 luglio 1840. Pietro Rossi, decapitato per furto il 9 gennaio 1844. Luigi Muzi, decapitato per piccolo furto il 19 gennaio 1844. Giovanni Battista Rossi, decapitato per furto il 3 agosto 1944. Altre 110 condanne a morte per reati comuni, decapitati, squartati e smembrati dal famoso boia Mastro Titta.
Pio IX // Romolo Salvatori, decapitato per aver consegnato ai garibaldini l'Arciprete di Anagni. Gustavo Paolo Rambelli, Gustavo Marloni, Ignazio Mancini, decapitati il 10 settembre 1851. Antonio de Felici, decapitato per aver attentato al Cardinale Antonelli il 24 gennaio 1854.
Poi la carneficina subisce un crollo verticale per lo sfondamento di Porta Pia.
Ecco quanto sopra... in nome di Dio!!!

sabato 12 febbraio 2011

Barzellette su Berlusconi...


Oggi, le mie due figlie, mi hanno fatto ridere un pò con queste barzellette; ho deciso quindi di condividerle con Voi...
Nel Parco di MILANO 2, proprio di fronte gli studi di Mediaset, Silvio Berlusconi ha fatto costruire un laghetto artificiale dove si esercita a camminare sulle acque...
Un giorno alla presenza di telecamere e giornalisti, il Cav. indossa una tunica bianca, immerge un piede nell'acqua, volge gli occhi al cielo, fa il primo passo senza affodare, ne fa un'altro, e piano piano arriva sino all'argine opposto...
Ma appena tocca terra, ecco che dietro di lui, dall'acqua, emerge boccheggiante la testa di Emilio Fede...
A quel punto, arrabbiatissimo, il Cav. si volta di scatto e gli sibila: " stai sotto, cretino, che ti vedono !!! "

Sul cruscotto dell'auto di Berlusconi c'è la foto di Gesù con su scritto: " Papà, guida piano "

Berlusconi va dallo psichiatra: " Dottore, ho un grave problema! gli Italiani non mi amano più, i miei avversari e persino molti miei alleati dicono che mi do troppe arie, addirittura che mi credo Dio...
La prego, mi aiuti.... Il Dottore: " vabbene, Cav., mi racconti tutto dall'inizio..." e Berlusconi: " certo, ascolti: in Principio ho creato il cielo e la terra.. ".
Su un aereo c'è Fini e Belusconi... l'aereo stà precipitando chi si salva...??? L'ITALIA!!!

Berlusconi in un aereo... ora butterò cento euro e farò felice un'Italiano... dopo un pò, ora butterò mille euro così farò felici dieci Italiani, dopo circa un'ora decise quindi di buttare 10.000 euro per fare felici 1.000 Italiani... Allora un passeggero in fondo all'aereo gridò ad alta voce...Presidente scusi... ma se si butta Lei... fa felici tutti gl'Italiani...

Berlusconi nella sua villa ad Arcore: durante una passeggiata si accorge che una delle tante cameriere, inciampa, cadendo rovinosamente per terra… Belusconi prontamente e da buon gentiluomo, l’aiuta a rialzarsi… La Cameriera disse quindi: come posso sdebitarmi??? Il Cav. Allora: “ Sig.ra tra un po’ ci saranno le elezioni, potrebbe votare per me…??? E la cameriera rispose: Cav. ho sbattuto il sedere non la testa…

Un amico incontra dopo tanto tempo un caro amico che non vedeva da tanti anni… Ciao come stai, vedo che te la passi bene, bella macchina complimenti, ma come hai fatto??? “ Sai ti ricordi che da giovane ero fissato con Garibaldi…, bene sono andato al Milionario ed ho vinto!!! “… Dopo un paio di mesi quest’ultimo incrocia l’amico e vede che passeggia con una bella rossa Ferrari… Ehi… ma come dicevi a me della macchina e vedo te con una Ferrari ma come hai fatto??? “ sai l’idea me l’hai data tu… sono andato a Mediaset ed ho detto che sapevo tutto su Berlusconi… Beh, mi hanno accompagnato a casa e senza aver risposto… mi hanno regalato questa Ferrari!!! “.

Berlusconi è nudo in bagno dopo la doccia. Una sua amica entra per sbaglio ed esclama: “ Oh Dio… scusami!!! “ e Lui: “ Cara, in privato puoi anche chiamarmi Silvio “.

Berlusconi è seduto in un tavolino di un bar con un amico… Vede arrivare una bellissima donna e dice al suo amico: “ caspita che bella donna… mi piacerebbe andarci a letto “ e l’amico: ma quella è mia moglie!!! E Berlusconi… “ Beh, pagando ovviamente…”.
Berlusconi è meglio di un Psicologo…: Lui ti fa sdraiare sul lettino e poi alla fine paga pure il conto!!!

Belusconi: c’è un disegno per farmi fuori!!! No, no ci sono proprio le foto…

Berlusconi rivela di avere una fidanzata ma di non volerla esporre ai giornali…: “ deciderà Lei da sola, compiuta la maggiore età, quale sarà il giusto momento… “.

Un’Italiana…: “ Questa notte ho sognato Berlusconi vestito da principe azzurro, su un destriero bianco, che mi portava via…Tutto!!! “.


Berlusconi il Papa e Pierino sono su un aereo. L’aereo sta precipitando e ovviamente tutti si buttano con i paracaduti… sono rimasti in tre e ci sono soltanto due paracaduti… Berlusconi: “ perdonatemi ma io sono l’uomo più intelligente della terra e devo fare ancora tante e tante cose ” e si butta; il Papa: bimbo tu sei ancora così giovane mentre io sono un povero vecchio prendi il paracadute, buttati e salvati almeno tu…”; Pierino: Padre grazie… ma non c’è bisogno perché l’uomo più intelligente della terra ha preso il mio zainetto…
 Ecco lo slogan che preferisce durante i cortei...
E per finire quella mandatami dal mio amico Claudio...
Un bel giorno in un treno... Fini, Berlusconi e una bella norvegese viaggiavano nello stesso compartimento...; viaggiavano insieme da parecchie ore senza parlare...; improvvisamente il treno entrò in una galleria e si formò il buio assoluto...
Si sentì all'improvviso il rumore di un bacio seguito immediatamente da un monumentale schiaffo!!!
Quando uscirono dalla galleria e la luce ritornò, Fini e la norvegese sono seuti come nulla fosse avvenuto...
Berlusconi col segno di uno schiaffo sulla guancia, si tiene la testa con due mani, visibilmente incavolato...
Pensa fra se: Fini ha provato a dare un bacio alla ragazza, quella pensando che fossi stato io mi ha mollato una sberla...
La ragazza: Berlusconi voleva darmi un bacio, con il buio si è sbagliato, ha baciato Fini, il quale arrabiato gli ha mollato un cieffone...
Fini: alla prossima galleria... mi appioppo un altro bacio sulla mano e così gli mollo un'altro schiaffo a Berlusconi...

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