Translate

martedì 7 gennaio 2025

GIUSTIZIA ED EQUITÀ: 📢 Per favore, leggi con attenzione questo messaggio importante.

Se condividi questi valori, aiutaci a diffonderlo condividendolo con quante più persone possibile.

La nostra voce unita può fare la differenza per promuovere trasparenza, correttezza e rispetto delle regole per tutti, senza privilegi.

Chiedo a ciascuno di voi di inoltrare questo messaggio a quante più persone possibile, per organizzarci e dare una risposta collettiva al termine di questa iniziativa.

L'obiettivo è quello di: sensibilizzare il Paese e preparare il terreno per una legge di iniziativa popolare.

Ecco i punti principali della proposta:

Retribuzione trasparente e limitata nel tempo: deputati e senatori saranno pagati solo durante il loro mandato.

Pensione equa per tutti: deputati e senatori contribuiranno al sistema previdenziale generale, come tutti i cittadini. Il fondo pensionistico del Parlamento sarà trasferito alla previdenza sociale.

Stop agli aumenti autogestiti: deputati e senatori non potranno votare i propri aumenti di stipendio.

Leggi uguali per tutti: deputati e senatori saranno soggetti alle stesse leggi degli altri cittadini.

Mandati limitati: il Parlamento non sarà più una professione. I parlamentari potranno essere eletti per un massimo di 3 legislature.

Riduzione della politica inutile: tagliare del 30% il numero di politici (consiglieri comunali, provinciali, regionali, deputati e senatori) ed eliminare enti inutili o duplicati.

Meno consulenti, meno sprechi: ridurre del 50% il numero di consulenti negli uffici politici e limitare le loro retribuzioni.

Pensioni di reversibilità eque: i benefici saranno destinati solo al coniuge superstite, come previsto per tutti i cittadini.

Il momento di agire è adesso!

Correggiamo gli abusi e riportiamo l’equità nelle istituzioni.

📢 Diffondi questo messaggio!

Se ogni destinatario lo inoltra a 20 persone, in soli 3 giorni potremo raggiungere una vasta rete di cittadini.

Nota: se non condividi questo messaggio, sentiti libero di ignorarlo. Nessuno ti obbliga. Ma se sei d'accordo, fai la tua parte!

Grazie!


lunedì 6 gennaio 2025

L'assassinio di Piersanti Mattarella: Un mistero lungo 45 anni.

Sono passati ben 45 anni da quel 6 gennaio del 1980, e ancora oggi non si sa con certezza chi sia stato ad assassinare Piersanti Mattarella.

È vero, secondo le ultime indagini, ad agire furono Antonino Madonia, figlio di Francesco e membro di una delle famiglie mafiose più potenti, insieme a Giuseppe Lucchese. Tuttavia, in questi lunghi anni, entrambi, pur condannati e in carcere per decine di omicidi, non hanno mai rivelato nulla.

E allora, si ricorre nuovamente alle testimonianze di decine di pentiti. Ma quanti di loro sono realmente a conoscenza di ciò che accadde quel giorno? E soprattutto, quale movente spinse eventualmente la cupola corleonese ad assassinare il Presidente della Regione? Questo resta un mistero.

D'altronde, occorre ricordare che il giudice Falcone stava esplorando una pista diversa: quella neofascista, con Giuseppe Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, due esponenti dei Nar poi assolti.

Io stesso ho sempre nutrito qualche dubbio su questo assassinio. Perché colpire un uomo della Democrazia Cristiana, il cui padre era stato un importante esponente politico, tanto da essere stato cinque volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta? Perché la mafia, che in seguito è emerso essere legata a doppio filo proprio con il Partito Democristiano, avrebbe deciso di uccidere Piersanti Mattarella? Parliamo di un partito i cui uomini, come i fratelli Salvo o Vito Ciancimino — già assessore e poi sindaco di Palermo — avevano stretti rapporti con Cosa Nostra. E non dimentichiamo Giulio Andreotti, che secondo Tommaso Buscetta, il pentito le cui rivelazioni avevano mandato in carcere numerosi mafiosi, rappresentava il punto di connessione tra mafia e politica.

Ora, dopo quasi mezzo secolo, si cerca di realizzare un identikit per dare un volto a uno dei due assassini. Si parla dell’“uomo dagli occhi di ghiaccio”, riconosciuto come il sicario che sparò al Presidente Mattarella.

Non so... vedo più ombre che luci in questa vicenda. Ma in fondo, siamo in un Paese dove la verità spesso viene ostacolata. E questo accade anche perché, nel cercarla, si rischia di svelare realtà scomode. Troppe volte, invece di fare luce, si è tentato di insabbiare azioni e comportamenti ignobili compiuti da uomini dello Stato, corrotti e asserviti ai poteri della mafia e della massoneria.

Non ci resta che esprimere il nostro cordoglio e commemorare quel giorno terribile, con la speranza di non dover più vivere anni bui come quelli che hanno costretto il nostro Paese a soccombere a una schiera di delinquenti.

Questo è accaduto solo perché non si è avuto il coraggio di combattere quando si doveva!!!


domenica 5 gennaio 2025

Cosa sta accadendo in Siria e quanto sincere sono le dichiarazioni del suo leader?

Mentre gran parte del mondo sembra entusiasta per l'attuale governo siriano, io nutro forti dubbi riguardo alla sincerità delle dichiarazioni del leader Ahmad al-Shara, precedentemente noto come Abu Mohammed al-Jolani. 

Non posso fare a meno di pensare che dietro le sue belle parole si celi l'intenzione di ripristinare un modello di governo simile a quello dell'Afghanistan sotto i "Talebani".

A differenza di Papa Francesco, che si è mostrato ottimista nel recepire i segnali di apertura verso la comunità cristiana, io sono convinto che le azioni intraprese siano semplicemente una facciata per guadagnare tempo e rinforzarsi militarmente, riprendendo poi atteggiamenti che hanno già caratterizzato il passato di questo leader.

L'obiettivo non dovrebbe limitarsi a evitare conflitti militari o ideologici, ma a promuovere un concetto di democrazia più inclusivo e rispettoso... 

Certo, non possiamo aspettarci un modello ideale nell'immediato, ma almeno un sistema simile a quello della Turchia, che consenta alle donne di vivere con dignità e senza coercizioni, rappresenterebbe un progresso rispetto alla realtà attuale. 

Tuttavia, la mia sensazione è che il nuovo governo stia solo cercando di stabilire le condizioni minime per la sopravvivenza, sfruttando gli aiuti internazionali.

Difatti, questa prospettiva si riflette nelle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri siriano, Asaad Hassan al-Shaibani; durante una visita in Qatar, ha chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni, definendole un ostacolo alla ripresa del Paese devastato dalla guerra. Secondo al-Shaibani, “le sanzioni rappresentano una barriera per il popolo siriano, impedendo lo sviluppo e la creazione di partnership con altri Paesi”. Ha ribadito che l'appello a eliminare queste misure non è più legato al regime di Bashar al-Assad, ma è ormai una necessità per la popolazione civile.

Anche il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, ha riaffermato il sostegno del suo Paese all'unità, alla sovranità e all'indipendenza della Siria. Ed è in questo contesto che i ministri degli Esteri di Francia e Germania hanno incontrato al-Shara a Damasco. Tuttavia l'incontro è stato segnato da polemiche: al-Shara ha stretto la mano al ministro francese, ma ha salutato la collega tedesca, Annalena Baerbock, con un gesto del cuore, citando una rigida interpretazione delle regole del Corano.

Di una cosa sono certo: è fondamentale valutare concretamente l'evoluzione politica di questa dirigenza e verificare se alle promesse seguiranno azioni concrete. 

Se ciò non accadrà, sarà necessario pensare a soluzioni diverse. La popolazione civile, ancora presente in Siria, ha bisogno di ritrovare non solo unità d'intenti per il bene comune, ma soprattutto una serenità che manca da oltre mezzo secolo.


sabato 4 gennaio 2025

Le “spaccate” a Catania: un furto da serie TV

Questa sera vorrei approfondire un tema che sta scuotendo la nostra città: le “spaccate”!!! 

Una tecnica di furto che, per la sua complessità e precisione, ricorda alcune scene di una celebre serie TV.

L’ultimo colpo, appena compiuto, è stato pianificato nei minimi dettagli, con una scelta strategica del momento: la notte di Capodanno.

Già... mentre la città era immersa nei festeggiamenti e le forze dell’ordine erano concentrate sulla sicurezza di migliaia di turisti, attratti dall’evento in diretta su Canale 5 da Piazza Duomo, i ladri hanno colto l’occasione per agire indisturbati.

Hanno bloccato tutte le vie di accesso al centro commerciale "Centro Sicilia" utilizzando veicoli pesanti rubati: un tir, un furgoncino, un autocarro e persino un escavatore. Questi mezzi, posizionati di traverso sulle strade e successivamente incendiati, hanno reso impossibile un rapido intervento delle autorità.

Intorno alle 00:20, la banda, composta da almeno dieci elementi con il volto coperto, ha utilizzato l’escavatore per sfondare l’ingresso posteriore dell’Apple Store. In pochi minuti hanno razziato iPhone, iPad e altri dispositivi elettronici di alta gamma, caricandoli su un furgone prima di dileguarsi.

Le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale e dalla Sezione Investigazioni Scientifiche hanno confermato che il furto era stato organizzato con estrema cura. La scelta della notte di Capodanno non è stata casuale: il caos dei festeggiamenti, l’impiego massiccio delle forze dell’ordine in centro e il clima di distrazione generale hanno creato il contesto perfetto per agire.

Sebbene il valore della merce rubata non sia ancora ufficiale, si stima che il bottino sia di notevole entità.

Nella stessa notte, altre due spaccate hanno colpito negozi di ottica e profumeria lungo il Corso Italia. Anche in questi episodi, i malviventi hanno distrutto le vetrine, portando via merce di valore prima di sparire nel nulla.

Questi episodi evidenziano un crescente allarme sulla sicurezza a Catania. 

Come ho riportato in un precedente post: “Dopu cà a Sant'Aita a rubbaru, ci ficiru i potti di ferru”.

Non sorprende quindi che anche la direzione del "Centro Sicilia" abbia annunciato un potenziamento delle misure di sicurezza, con controlli intensificati e nuove strategie di sorveglianza.

È evidente che ci troviamo di fronte a bande altamente organizzate, capaci di pianificare e realizzare furti con modalità sempre più sofisticate. 

Come ho scritto nel titolo d’apertura, questa dinamica ricorda in modo inquietante quella della banda de "La Casa di Carta".

venerdì 3 gennaio 2025

Oltre le cazzate sul Paradiso...

Albert Einstein, quando gli veniva chiesto se credesse in Dio, rispondeva spesso con una frase tanto semplice quanto enigmatica: "Credo nel Dio di Spinoza".

Per molti, questa risposta potrebbe sembrare poco chiara o addirittura priva di significato, ma in realtà racchiude un intero universo di pensiero, una visione che trascende la religione convenzionale per abbracciare qualcosa di profondamente razionale e naturale. Per comprendere il senso di questa affermazione, dobbiamo immergerci nel pensiero di Baruch Spinoza, filosofo del XVII secolo e figura centrale del razionalismo.

Spinoza, vissuto in un periodo dominato dalla fede e dalla dogmatica religiosa, concepì Dio in un modo completamente innovativo, identificandolo con l'ordine geometrico del mondo, manifestazione suprema della perfezione della Natura. Una delle sue massime più celebri, Deus sive natura (Dio ovvero la Natura), riassume il suo pensiero: Dio non è un'entità separata e trascendente, ma è immanente, presente in ogni aspetto del mondo naturale. Egli è la legge stessa che regola l'universo, la logica che permea ogni cosa.

Immaginando il Dio di Spinoza parlare, potremmo attribuirgli queste parole:

“Smettila di pregare e di batterti sul petto. Divertiti, ama, canta e goditi tutto ciò che questo mondo ti può dare. Non voglio che tu visiti i templi freddi e bui che chiami la mia casa. La mia casa è nelle montagne, nelle foreste, nei fiumi, nei laghi e sulle spiagge. Lì è dove esprimo il mio amore. Non farti ingannare dai testi scritti che parlano di me: se vuoi trovarmi, guarda un paesaggio, senti il vento e il calore sulla tua pelle.

Non chiedermi nulla: non ho il potere di cambiare la tua vita. Tu, però, sì. Non avere paura: non giudico, non critico, non punisco. Non credere a chi mi riduce a un elenco di regole. Quelle servono solo a farti sentire inadeguato, colpevole, e a controllarti. Non pensare al mondo dopo la morte: non è lì che troverai la bellezza. Questo mondo è pieno di meraviglie, e sta a te scoprirle. Non voglio che tu creda in me per fede cieca, ma che tu mi senta sempre in te e intorno a te.

È facile intuire come il pensiero di Spinoza fosse radicale per la sua epoca, e lo rimane tutt’oggi. 

Il Dio che descrive è un Dio di libertà, estraneo alle dinamiche umane del perdono e della punizione, un Dio che non richiede sottomissione ma che invita alla celebrazione della vita. Questo spostamento di prospettiva - dalla paura del giudizio alla valorizzazione della bellezza del mondo - restituisce l’esistenza nelle mani di chi la vive.

E allora, è inevitabile chiederci: quanto delle religioni istituzionalizzate si basa su una narrazione di controllo e paura? Quante dottrine promettono un aldilà glorioso a patto che si rispettino determinate regole, spesso arbitrariamente dettate? Queste idee non sembrano servire tanto a elevare l’anima umana, quanto a vincolarla, a tenerla incatenata al timore di una punizione eterna o alla speranza di una ricompensa ultraterrena.

Ma se, come diceva Lavoisier, “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” allora non è più liberatorio pensare che siamo energia in continuo mutamento? Un’energia che non scompare con la morte, ma che si reintegra nel grande disegno dell’universo, proprio come la Natura di Spinoza.

Forse è tempo di abbandonare le cazzate di chi ci promette un paradiso celeste in cambio della nostra sottomissione. 

Forse è tempo di guardare il mondo per quello che è: un luogo straordinariamente bello, ricco di opportunità per amare, gioire e vivere. 

La vera spiritualità non risiede in dogmi e templi, ma nell’esperienza diretta della vita, nel riconoscere il divino in ogni respiro del vento e in ogni raggio di sole.


giovedì 2 gennaio 2025

Bisogna trovare urgentemente una soluzione per la popolazione di Gaza!

Sono trascorsi 450 giorni dall’inizio dell’aggressione a Gaza, e la sofferenza degli sfollati cresce drammaticamente. Pioggia e freddo estremo aggravano una situazione già insostenibile. Migliaia di persone vivono in rifugi improvvisati, incapaci di proteggersi dagli elementi, mentre il mondo sembra incapace di rispondere con l'urgenza necessaria.

In Cisgiordania, la situazione non è meno preoccupante. La Moschea di Al-Aqsa è stata oggetto di incursioni di massa da parte di centinaia di coloni, accompagnate da continui raid delle forze di occupazione in diverse aree. Questi atti non solo aumentano la tensione, ma alimentano un ciclo di violenza che sembra non avere fine.

Nel frattempo, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) ha dichiarato che più di 100 tende a Khan Yunis sono state allagate dalle piogge, lasciando oltre 500 famiglie sulla costa di Gaza in condizioni disperate. L’assenza di infrastrutture adeguate e di un sostegno internazionale concreto rende ogni giorno più difficile la sopravvivenza di queste persone.

Le cifre diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono devastanti: oltre 45.000 persone sono state uccise, e tra queste, il 50% erano donne e bambini. Questo massacro è di per sè un motivo sufficiente per fermare immediatamente il conflitto. La distruzione su vasta scala della Striscia di Gaza non ha precedenti e richiede una risposta decisa da parte della comunità internazionale.

Tuttavia, la pace non può essere raggiunta unilateralmente. Anche il gruppo di Hamas deve assumersi le proprie responsabilità, liberando gli ostaggi israeliani. Solo un gesto di questo tipo potrebbe spingere l’opinione pubblica mondiale a fare pressione per una cessazione definitiva delle ostilità. Senza tale atto, il governo israeliano continuerà con il suo progetto (se pur non apertamente dichiarato) di espulsione sistematica degli arabi dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania.

È evidente come le azioni dell'esercito israeliano, tra cui la distruzione sistematica degli ospedali di Gaza, siano mirate a costringere i residenti a lasciare definitivamente la regione e trasferirsi in Egitto. Questa strategia è stata confermata dal quotidiano Haaretz, che ha riportato come la chiusura degli ospedali faccia parte di un piano per svuotare l’area settentrionale della Striscia di Gaza dai civili.

Nel frattempo, anche in Cisgiordania si verificano incursioni contro luoghi sacri, tra cui moschee, da parte di coloni protetti dalle forze di occupazione. Questi atti non fanno che aumentare il malcontento e la tensione all’interno della popolazione locale.

I colloqui di pace tra Hamas e Israele sono fermi. Le speranze di una ripresa delle negoziazioni sembrano legate all’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Tuttavia, l’incertezza rimane alta. 

Mentre i residenti nella Striscia di Gaza continuano a sperare che il 2025 porti la fine delle sofferenze e un nuovo inizio, il realismo impone un approccio più cauto. L’attuale programma del governo israeliano lascia poco spazio all’ottimismo.

Una soluzione duratura può essere raggiunta solo attraverso la creazione di uno Stato Palestinese indipendente, che garantisca diritti e sicurezza per entrambe le parti. Senza questo passo cruciale, ogni discussione sulla pace rimane solo una vuota retorica. 

L’umanità ha il dovere di agire, prima che sia troppo tardi!!!


mercoledì 1 gennaio 2025

Ben venga questo 2025: Anno nuovo, vita nuova!!!

Con il nuovo anno alle porte, accogliamo il 2025 con entusiasmo e speranza. 

Già perché quanto sta per compiersi non è solo un cambio di calendario, ma un invito a credere in un futuro migliore, a sognare un mondo più sereno e privo di conflitti.

Immaginiamo la fine delle guerre, di quelle che dividono popoli e distruggono vite. Aspiriamo quindi ad un mondo dove i giovani possano guardare al domani con fiducia, liberi dalle paure legate a repressioni, dittature o conflitti inter-religiosi. 

Già... un mondo dove non vi siano rischi di guerre civili, ma solo la promessa di pace e cooperazione.

Il 2025 deve essere anche l'anno della consapevolezza ambientale. 

È urgente che i governi di tutto il mondo agiscano in maniera celere e con decisione per contrastare i cambiamenti climatici e preservare l'equilibrio naturale. Non si tratta semplicemente di tutelare il clima, ma anche di garantire che le risorse agricole e gli allevamenti, fondamentali per la nostra sopravvivenza, non siano compromessi. 

La natura è il nostro partner più prezioso, e dobbiamo rispettarla e proteggerla!!!

È giunto il momento per tutta l'umanità di fare un passo indietro, di riconoscere che il nostro compito su questa terra non è quello di distruggere, ma di costruire e migliorare. 

La tecnologia, che tanto ha trasformato le nostre vite, deve essere messa al servizio della natura, non contro di essa.

Ecco perché il 2025 può diventare l’anno in cui scegliamo di agire con responsabilità, solidarietà e rispetto per il pianeta e per le generazioni future. 

Insieme, possiamo creare una civiltà capace di rifiorire, dove il progresso si sposa con la sostenibilità, e la speranza diventa la forza motrice di ogni nostro gesto.

Quindi... ben venga questo 2025! Che sia l’inizio di un viaggio verso un futuro luminoso e condiviso.

Note sul Blog "Liberi pensieri"

Disclaimer (uso e condizioni):

Questo blog non rappresenta una “testata giornalistica” in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità, pertanto, non può considerarsi “prodotto editoriale” (sottoposto alla disciplina di cui all'art. 1 co.3 legge n.62 del 2001).

Gli articoli sono pubblicati sotto Licenza "Blogger", dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l'Autore), che non vi sia alcuno scopo commerciale e che ciò sia preventivamente comunicato all'indirizzo nicolacostanzo67@gmail.com

Le rare immagini utilizzate sono tratte liberamente da internet, quindi valutate di “pubblico dominio”, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog al seguente indirizzo email:nicolacostanzo67@gmail.com, che provvederà alla loro pronta rimozione.

L'autore dichiara inoltre di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.

Per qualsiasi chiarimento contattaci

Copyright © LIBERI PENSIERI di Nicola Costanzo

I Blog che seguo