La media nazionale dei prezzi in self service della benzina supera quota 1,99 euro/litro (con la media delle compagnie a due euro netti), quella del gasolio è a 1,92 euro/litro e si appresta a superare il picco del 2023 raggiunto a fine gennaio. Quanto all’accisa mobile, la soglia indicata nel Def per far scattare il taglio è superata (sulla media mobile) da un paio di giorni. Quanto ai prezzi di oggi, stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati del gasolio. Stessa mossa per Tamoil, mentre per IP registriamo un rialzo di un centesimo al litro su benzina e gasolio.
Petrolio in crescita di 1,3% a 88.77 dollaro statunitense/barile.
Complice la scelta dell’Opec, il cartello dei Paesi produttori di petrolio, che ha limitato l’estrazione di petrolio in un momento già reso complicato dal basso livello delle scorte di prodotti raffinati e dalla prossima entrata in manutenzione di due importanti raffinerie in Nordamerica, i listini stanno schizzando verso l’alto. Il paragone più diretto è con il record storico del marzo 2022, quando la benzina riuscì a toccare i 2,137 euro al litro e il gasolio rispose con la sonora cifra di 2,122 euro, in entrambi i casi “soltanto” nella più economica modalità self-service.
Allora, a raffreddare i prezzi con uno sconto delle accise di 25 centesimi più Iva intervenne il governo. Oggi, in una situazione economica perfino peggiore, l’attuale esecutivo ha scelto invece di non scegliere. Secondo la sua interpretazione del “Decreto Carburanti” del 2023 in modo restrittivo, il governo non ritiene esistano le condizioni per attivare l’accisa mobile, quel meccanismo cioè che consente di tagliare le imposte sui carburanti per far fronte a una situazione di emergenza causata dall’aumento oltre una determinata soglia dei prezzi.
Un articolo del mio amico Giorgio Petrolo...
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.