Incredibile come la Guardia di Finanza di Treviso, attraverso controlli sui conti correnti, quote societarie, beni e soprattutto crediti fiscali, si sia immediatamente attivata per giungere a provvedimenti di sequestro da capogiro...
Viceversa, in altre regioni, quanto sta egualmente accadendo non riesce a trovare rapida soluzione, già perché presso quegli uffici operativi si valgono di tempi e modi che fanno parte di quel concetto vago di vivere quella propria mansione, sì... quel loro incarico in maniera, come dire, un po' superficiale (un vero peccato che Giletti sia attualmente impegnato a galoppare l'audience su La7 in particolare nell'inchiesta su Matteo Messina Denaro, poiché se dedicasse un po' di quel tempo nella sua trasmissione per far emergere quanto (ad egli) già segnalato, ecco che improvvisamente si avrebbe su quelle vicende incresciose, una rapida accelerazione e sicuramente il cambiamento di rotta auspicato...), ma forse chissà, la vera ragione è da attribuirsi a quella distanza che separa il nostro Paese, sì... tra nord e sud, non solo fisica, ma ahimè culturale!!!
Come riportavo, quei finanzieri di Treviso sono giunti attraverso opportune investigazioni a scoprire come su quel territorio gravassero attività poco lecite, in particolare i controlli effettuati sui dati nella piattaforma dell’Agenzia delle Entrate facevano emergevano i nomi ed i collegamenti di quelle imprese iscritte sul portale, al solo fine di ricevere i crediti fiscali del Bonus.
Crediti che secondo la Gdf erano già stati monetizzati dopo la cessione alle Poste ad altre imprese o istituti di credito o ancor peggio spostati all’estero, con il fine concreto che quella circolazione indiscriminata di denaro proveniente dai crediti d’imposta, si sia prestata a rischi concreti di frode e di riciclaggio!!!
Tra l'altro, quelle attività illecite hanno visto coinvolti non solo imprenditori, anche professionisti esterni e come sempre accade in questi casi, uomini affiliati ad associazioni criminali...
La Gdf trevigiana ha finora scoperto 230 milioni di crediti fittizi divisi tra vari Bonus ed è partita la caccia all’estero dei proventi, grazie anche agli accordi di collaborazione internazionale tra le forze di polizia.
A questo punto ritengo che - per evitare di subire tutte queste ormai continue ed accertate frodi fiscali - sia fondamentale modificare la normativa e soprattutto comprendere chi ci sia stato dietro a questo sistema fraudolento per poter mettere un freno a queste operazioni fraudolente...
Consiglio inoltre tutti coloro che credono o hanno il benché minimo dubbio di trovarsi in un contesto analogo, di procedere non solo avvisando le forze di polizia giudiziarie (che mi dispiace dirlo ma in talune circostanze, danno l'impressione come di restare "imbambolati", già in attesa, non si sa di che cosa, mi verrebbe di suggerire loro: chiedete sostegno al collega Comandante Provinciale della Guardia di finanza di Treviso, almeno egli "e i suoi uomini, sanno quantomeno cosa fare...), ma comunicare tempestivamente al Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), i procedimenti di cui avete certezza di abuso, d'altronde quest'ultima svolge propriamente le funzioni di indirizzo e di regia della politica economica e finanziaria complessiva dello Stato ed titolata per svolgere le funzioni e i compiti d controllo su tutti gli investimenti pubblici, quantomeno attraverso di essa, si potranno bloccare tutti quei pericolosi finanziamenti illeciti!!!.
In tal senso, mi permetto di evidenziare i canali di comunicazione utili per entrare in contatto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per ricevere da essi assistenza.
Ministero dell'Economia e delle Finanze, via XX Settembre, 97 – 00187.
Telefono centralino: +39 06 476111 – dalle ore 9:00 alle ore 15:00
E-mail: responsabileanticorruzione.mef@pec.mef.gov.it
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