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martedì 9 maggio 2023

Un po' di storia per i "fratelli" massoni e per quanti vogliono comprenderne qualcosa...

L’origine della Massoneria costituisce un tema di straordinario interesse che ben difficilmente potrà essere chiarito una volta per tutte. 
Per quanto numerosi siano i dati a disposizione degli storici, essi non permettono ancora di decidere in maniera conclusiva a favore di questa o quella teoria rivale. 
Ci si deve accontentare di ipotesi, di congetture, che hanno però un elevato grado di probabilità.
Se non è possibile stabilire con certezza da dove la Massoneria proviene, è tuttavia possibile stabilire con certezza da dove non proviene: non fu una creazione dell’umanità post-diluviana, dell’antico Egitto, dei primi cristiani o dei Templari piuttosto che dei Rosacroce. 
Accanto a queste spiegazioni, più o meno stravaganti, ve ne sono altre che chiamano in causa i Maestri Comacini, gli Steinmetzen tedeschi e i Compagnonaggi francesi; malgrado la loro maggiore aderenza ai fatti storici, anch’esse si sono rivelate inaffidabili. 
La strada più sicura da percorrere è quella che ci riporta ai costruttori medievali anglo-scozzesi.
È in questa direzione che si sono concentrati gli studi della massonologia scientifica, affermatasi in Inghilterra sul finire dell’Ottocento con la nascita della Quatuor Coronati Lodge, la prima loggia di ricerca al mondo. 
Autori come R. F. Gould, D. Knoop, G. P. Jones e soprattutto H. Carr, formularono la cosiddetta teoria della transizione, che si è guadagnata col tempo lo status di teoria classica sulla genesi della Libera Muratoria. Essa afferma che la Massoneria moderna o speculativa é derivata direttamente dall’antica Massoneria operativa o di mestiere attraverso il fenomeno dell’accettazione.
Dopo l’anno Mille l’Europa fu interessata da una ripresa demografica, economica e culturale che favorì la rinascita della vita urbana, la quale diede a sua volta nuovo impulso all’Arte muratoria. 
Iniziarono a comparire in tutto l’Occidente organizzazioni professionali di costruttori che, a seconda del paese d’origine, assunsero le più varie fisionomie associative: confraternite, corporazioni, compagnonaggi. 
In Scozia ed Inghilterra le associazioni muratorie conobbero però, grazie all’accettazione, un’evoluzione del tutto peculiare. 
Per "accettazione" si intende l’ammissione nella Massoneria operativa di membri non-operativi, ovvero di persone estranee all’Arte muratoria: artigiani di altri mestieri, nobili, borghesi, ecclesiastici, intellettuali. 
Col passare del tempo i non-operativi avrebbero preso nelle logge il sopravvento sugli operativi, trasformando l’originaria associazione di mestiere in un’istituzione che perseguiva finalità sociali, culturali, caritative, morali e spirituali. 
Nella seconda metà del XVII secolo il processo di transizione poteva dirsi compiuto... 
Nasceva così la Massoneria moderna o speculativa, definita dagli anglosassoni “un particolare sistema di insegnamento morale, velato da allegorie e illustrato da simboli”. 
A sostegno di questa ricostruzione si citano di solito i registri della Compagnia dei Muratori di Londra, istituzione operativa risalente al Medioevo, dai quali si evincerebbe che nel XVII secolo esisteva al suo interno una sorta di loggia, di cui facevano parte sia massoni di mestiere, sia massoni accettati.
L’esistenza di questa loggia è l’anello mancante che dimostrerebbe la validità dello schema: Massoneria operativa – transizione – Massoneria speculativa.
Nel 1978 la teoria della transizione viene attaccata da E. Ward (anch’egli membro della Quatuor Coronati) non sulla base di nuovi documenti, ma in virtù di una diversa interpretazione di quelli già noti. 
Egli sostiene che prove di una progressiva penetrazione di elementi non-operativi nelle logge esistono in realtà solo per quanto riguarda la Scozia. 
Ma qui l’ammissione di individui estranei al mestiere non produsse alcun mutamento all’interno delle logge, le quali conservarono un carattere strettamente operativo. 
D’altra parte l’esistenza di una Massoneria non-operativa è attestata in Inghilterra nel 1646, anno in cui l’antiquario ed erudito Elias Ashmole venne fatto massone in una loggia a Warrington, nel Lancashire. Tutti questi dati portano Ward alla conclusione che la Massoneria nacque in Inghilterra e che fu speculativa fin dal suo apparire. 
La tesi di una filiazione della Massoneria moderna o speculativa alla Massoneria operativa o di mestiere deve quindi essere respinta in quanto non dimostrabile.
É un luogo comune affermare che fin dai tempi più antichi, sui quali siamo documentati, delle organizzazioni di mestiere medievali erano solite scegliere come membri dei personaggi importanti che non avevano direttamente a che fare con le loro attività professionali. 
Non abbiamo prove che delle società di massoni di mestiere inglesi abbiano mai fatto questo, ma gli archivi delle logge massoniche scozzesi mostrano che esse avevano avuto membri del genere a partire dal 1634. 
Tuttavia è storicamente importante che, malgrado l’afflusso di questi non-operativi, le logge scozzesi senza eccezione abbiano mantenuto un carattere e delle usanze operative fino a diciottesimo secolo inoltrato.
In Inghilterra si sviluppò una situazione completamente diversa e senza precedenti nel XVII secolo, quando cominciarono ad apparire delle logge che dalla loro origine erano indipendenti dal mestiere del massone.
All’ipotesi della transizione è così subentrata quella del prestito, secondo cui la Massoneria speculativa sarebbe stata creata prendendo deliberatamente a prestito testi ed usanze della Massoneria operativa, ma
in maniera del tutto unilaterale, senza autorizzazione, né filiazione diretta. 
Se vi fu un legame con la tradizione operativa, si trattò di un legame indiretto, frutto di una precisa, consapevole volontà di appropriazione.
La messa in discussione della teoria della transizione stimolò gli storici della Quatuor Coronati a cercare spiegazioni alternative. W. Seal-Coon, per esempio, ipotizza che la Massoneria speculativa sia nata come copertura per riunioni cospirative stuardiste nel decennio 1640, all’epoca dello scontro tra la Corona e il Parlamento. 
Poi, durante la Repubblica, le logge decisero di entrare in letargo, rinunciando alle proprie rivendicazioni. 
Tornate sulla scena a restaurazione avvenuta, si proposero come luoghi di convivialità e concordia civile, da cui il divieto di discutere in loggia di questioni politiche e religiose.
Continua... 

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