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giovedì 4 settembre 2025

Quando il lavoro onesto diventa un rischio: curnutu e vastuniatu!

C’è un silenzio che pesa più di qualsiasi parola, soprattutto dopo aver fatto tutto ciò che ti era stato chiesto. 

Sì... hai voluto seguir la strada dritta, hai così compilato ogni modulo, superato i controlli, persino quelli che sembrano inventati apposta per scoraggiare chi non ha alcuna protezione o appoggio... 

Hai altresì presentato i documenti antimafia, come se la tua onestà dovesse essere dimostrata, come se fossi tu il sospettato, no... chi ti commissiona il lavoro. 

Eppure, non hai mai alzato la voce, hai continuato a camminare dritto, convinto che prima o poi qualcuno avrebbe visto il tuo impegno e avrebbe così riconosciuto il tuo valore.

E quando finalmente arriva quel contratto, già... quel pezzo di carta sembra promettere un futuro in salita, sì... lo guardi con gli occhi lucidi di chi non ci credeva più.

Non era stato un colpo di fortuna, ma il risultato di anni di fatica, di scelte difficili, di rinunce difficili, le stesse che poi hanno fatto arricchire i tuoi avversari. 

Eri comunque pronto a metterci il tuo impegno, la faccia, i mezzi, il tempo, ormai eri dentro, non hai ricevuto alcun acconto e così hai investito il tuo denaro, pensando comunque che alla fine, se avresti fatto bene il tuo dovere, qualcuno avrebbe fatto il suo...

Ed allora la tua imprese lavora senza sosta, sì... con la stessa cura che metteresti per realizzare casa tua; rispetti i tempi, superi gli imprevisti, risolvi problemi che - come solitamente accade - non dipendono da te, completi quindi un mese di lavori, verifichi la contabilità consegnata dalla tua D.l. e dopo qualche giorno emetti la fattura concordata, in attesa dei fatidici 60/90 gg...

Sì... aspetti quel pagamento, lo aspetti con la pazienza, già perché sai che nel mondo degli appalti il denaro viaggia lento, aggiungerei... troppo lento: Sessanta, novanta e a volte anche centoventi giorni, ti dicono che è normale...

Ma stranamente (o dovrei dire "spesso") dopo tutto quel tempo, il bonifico non arriva!!!

Ed allora, chiami, mandi solleciti, mostri documenti, fatture, verbali di consegna, ma ricevi solo silenzi e le classiche risposte vaghe, già... le stesse che come neve al sole si sciolgono improvvisamente... ed allora ti rivolgi ai legali, iniziano le procedure dei decreti ingiuntivi, ed invece di vedere finalmente una soluzione, ecco che ti arriva una "bella" comunicazione: il contratto è disdetto.

"Curnutu e vastuniatu" così si dice a Catania, non perché hai sbagliato, non per la tua inadempienza, ma perché ti sei permesso - già... hai osato chiedere a quel Committente (che siede alla destra del padre...) - i tuoi soldi, i tuo diritti, già... ciò che ti spetta per legge!!!

Ma di quale legge parliamo? Una legge che tutela i ladri e colpisce gli onesti...? Sì... è quando ti rivolgi allo Stato che comprendi tutto il tuo fallimento, già... quando entri in un'aula di Tribunale che comprendi di non aver più una rapida soluzione ai tuoi problemi, anzi il più delle volte, vieni punito per aver preteso il rispetto delle regole.

Sei un estraneo in un gioco di cui non conosci le regole, o meglio, in cui le regole cambiano a seconda di chi le fa e soprattutto chi le deve seguire. 

Non importa se hai rispettato ogni vincolo, ogni obbligo, loro possono disattendere "impunemente" ogni obbligo, possono cancellare quel rapporto istaurato come se fosse un errore di battitura e così, mentre tu lotti per non affondare, per pagare i tuoi operai, i fornitori, per mantenere aperta un'impresa che magari ha radici profonde in questo territorio, loro, sì... questi grandi appaltatori, se ne stanno al riparo, protetti da centinaia di clausole che sembrano fatte apposta per salvarli, anche quando sono loro a creare i problemi!!!

Nel frattempo mentre tu aspetti invano i tuoi pagamenti... fallisci, mentre loro - viceversa - ricevono quei fondi pubblici previsti e consegnati loro da una politica che utilizza quel sistema per raccomandare parenti e familiari, ma soprattutto per foraggiare un sistema parallelo, illegale, che poi ricambia attraverso preferenze elettorali, si con quel noto scambio di voti.

Ma infatti da "Siciliano"  mi sono sempre chiesto: perché affidare questi lavori a chi non vive qui, a chi non conosce il territorio, a chi non ha alcun interesse a costruire qualcosa di duraturo? Perché non dare direttamente appalto a chi ha le competenze, a chi ha le maestranze, a chi da generazioni tiene in piedi l’economia di questa terra? Perché inserire un anello intermedio che non aggiunge valore, ma solo costi, ritardi e rischi? 

Ma forse anch'io la risposta la so da sempre: Sì... forse perché quel collegamento non è mai stato tecnico, ma politico? Forse perché dietro quei nomi vi sono appoggi, raccomandazioni, scambi di favori che nulla hanno a che fare con la trasparenza o il merito, ma servono principalmente ad oliare questo sistema marcio!

Ma quando ne parlo a gran voce, quando pubblico i miei post, sì... sono in molti a darmi ragione, ma poi girato l'angolo, scrollano le spalle, già... come se questo meccanismo perverso sia inevitabile, mi sembra il classico discorso dello sconfitto! Ma la verità è che nella maggior parte dei casi, molti di essi, appartengono - direttamente e/o indirettamente - a quel sistema clientelare e collusivo, sì... sono proprio essi, i loro figli, parenti e amici, ad essersi genuflessi e ad aver approfittato e ancora approfittano di quel marciume

Credetemi... quanto riporto non è rabbia, non me ne fotte un caz..., tanto - come dico sempre - io mi accontento del mio piatto di pasta, di più tanto non posso mangiarne...- e quindi, non ho bisogno di "LORO", sì... di quei politici, di quegli imprenditori mafiosi e collusi (ancor più di quei loro lacchè - incompetenti - chiamati "teste di legno"),ed ancora, di amici e conoscenti che operano nel servizio pubblico (finora mi sono sempre rivolto - a pagamento - ai servizi privati...), non ho bisogno di raccomandazioni, perché mi sento abbastanza preparato che solitamente le imprese a fare una "cinquina" assumendomi e mai il contrario, difatti, in questi miei 35 anni di servizio, nessuno mai ha pensato di licenziarmi, difatti, in quelle poche circostanze, sono stato io ad inviare le dimissioni - solitamente per giusta causa. 

D'altronde come potrei convivere in un'impresa, avendo la consapevolezza che essa appartiene, di fatto - ad un'associazione criminale o permette quotidianamente che metta in campo meccanismi fraudolenti, gli stessi che poi le permettono di evadere e quindi incassare migliaia e migliaia di euro...

parliamo di semplici raggiri (ma sono truffe che lo Stato - ahimè - non riesce neppure a comprendere o quando ci riesce è ormai troppo tardi... eppure sono lì...sotto i loro occhi, ma a volte ho come l'impressione che quei soggetti si trovino nella "stanza con l'elefante") ma d'altronde lo Stato punisce chi le regole le rispetta, mentre premia o forse dovrei dire "ricompensa", chi riesce a far durare più a lungo questo sistema, d'altronde lo stesso che lo tiene in vita. 

E così... in questi anni, centinaia di imprese oneste siciliane hanno chiuso, non per incapacità, ma viceversa, per mancanza di giustizia. 

Perché alla fine quello che manca davvero in questa terra non è il denaro, ma il senso di quel diritto che ormai nessuno, sembra più voler far rispettare! E quindi: Curnutu e vastuniatu!

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