Il settimanale Panorama in questi giorni è uscito con un articolo da scoop..., nel servizio vengono ricostruite le telefonate intercettate tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino ( inchiesta diretta della Procura di Palermo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, durante il periodo delle stragi..., ma bisogna aggiungere che di queste trascrizioni non ve ne l'ombra...)
Nelle telefonate ci sarebbero giudizi su Berlusconi e Di Pietro e sembra che ci si stato un tentativo di delegittimare il nostro Presidente della Repubblica, che aveva deciso di rivolgersi alla Corte Costituzionale..., anche se bisogna aggiungere che l'interesse del mensile era proprio quella di fare chiarezza e proteggere l'istituzione che essa rappresenta, chissà se forse, indirettamente portando a conoscenza di tutti di essere in possesso di queste trascrizioni, non si voglia mandare qualche messaggio a chi di dovere...
Infatti proprio Di Pietro dichiara che la pubblicazione sia una violazione al segreto istruttorio e nel caso in cui questa trattasi di denigrazione, risulta ancor più evidente il tentativo di ricatto proprio nei confronti del Presidente della Repubblica...
C'è una bella ricostruzione sulle presunte contrattazioni tra lo Stato e Cosa Nostra, con tanto di documenti originale e registrazioni audio e potete leggerla presso
http://www.linkiesta.it/trattativa-stato-mafia-documenti#ixzz26ZZhuaDW dove in maniera chiara vengono riportati i documenti e vengono analizzati gli eventi che hanno portato ad un eventuale patto di convivenza tra lo stato e cosa nostra...
Ovviamente il Quirinale ha reagito con un comunicato stampa alla pubblicazione dell'articolo di Panorama:
La “campagna di insinuazioni e sospetti” nei confronti del Presidente della Repubblica ha raggiunto un nuovo apice con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il Capo dello Stato e il senatore Mancino.
Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici falsi.
Il Presidente, che non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere, ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia. Quel che sta avvenendo, del resto, conferma l’assoluta obbiettività e correttezza della scelta compiuta dal Presidente della Repubblica di ricorrere alla Corte costituzionale a tutela non della sua persona ma delle prerogative proprie dell’istituzione.
Risibile perciò è la pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter “ricattare” il Capo dello Stato. Resta ferma la determinazione del Presidente Napolitano di tener fede ai suoi doveri costituzionali.
A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante.
Leggere quanto dichiarato dal procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, dove la trattativa non rappresenta un castello in aria e quanti attaccano la procura di Palermo, ad iniziare dai giornali che spesso sparano a casaccio, senza sapere nulla della materia di cui si sta parlando...
Cercare oggi di capire perché, a così tanti anni di distanza, qualcuno vuole far riemergere situazioni e decisioni prese in un particolare momento storico del nostro paese, è quanto mai difficile, certamente vi è un tentativo in corso di depistare l'attenzione pubblica, indirizzandola su questa vicenda e sui suoi personaggi e nel contempo distogliendola da quanto certamente sta accadendo intorno a noi, ma che oggi, ci viene celato...
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