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lunedì 13 gennaio 2020

Sento ovunque puzzo di compromesso, indifferenza, contiguità e ahimè... complicità!!!

Com'è fondamentale l'azione repressiva nei confronti della criminalità organizzata, vale a dire... catturare i mafiosi, sequestrare e confiscare le proprietà e le aziende, porre fine alle attività illegali attraverso indagini e processi, è di fondamentale importanza l'opera di distacco da quella cultura mafiosa, attraverso il sostegno della famiglia, della scuola, delle associazioni di legalità e di quei centri di aggregazione...
La mafia riguarda tutta la collettività e non solo una parte di essa (quella direttamente interessata), per il semplice motivo che sottrae libertà e democrazia alla società, ed in seconda battuta è di ostacolo non solo allo sviluppo, ma bensì alla dignità di un popolo che troppo spesso viene associato, ingiustamente, ad essa!!!
Diceva il giudice Borsellino: "La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolga tutti, che tutti abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità"!!!
Il miglior metodo di contrasto alle mafie è quello di rendere il nostro territorio inospitale alla loro presenza e per far questo bisogna intervenire in maniera concreta, c'è bisogno di un impegno costante e quotidiano da parte di tutti e non solo da parte dei soggetti coinvolti, mi riferisco a quelli istituzionali e di polizia... 
Troppo comodo lasciare a loro i problemi di questa nostra terra, già... bisogna intervenire personalmente affinché si contrasti quella associazione criminale... che influenza in maniera determinante la nostra società, regolando povertà, disoccupazione e lo stesso fenomeno dell’abbandono scolastico...
Perché l'insegnamento di una cultura della legalità deve aver inizio dai primi anni scolastici, in cui i ragazzini vengono formati ai valori civici e questo può avvenire grazie a educatori qualificati e formati su questo tema così grave, affinché gli studenti si interessino ad esso e lo contrastino crescendo con tutte le loro forze...
Ed ancora, quella crescita deve tradursi in una inclusione extrascolastica, ossia in concrete possibilità lavorative successive, perché è nelle istituzioni culturali che viene individuato il primo strumento per la lotta all'esclusione sociale... 
Perché ciò che oggi manca ai nostri giovani è un modello educativo, manca loro la percezione che vi possa essere un'alternativa all'illegalità, ad una proposta che a volte viene loro offerta da quel proprio ambito familiare...
D'altro canto si sa: "la mafia teme più la scuola che la giustizia"!!!
Peraltro non è forse vero che la criminalità si annida negli ambienti più poveri, si nutre delle diseguaglianze sociali, sfrutta quel senso precario e di frustrazione, ed è soltanto garantendo un lavoro onesto e duraturo che si può rendere liberi i  miei conterranei dai ricatti di "cosa nostra".
D'altronde, come il contesto è stato fondamentale per lo sviluppo della mafia, così la repressione non potrà essere efficace se non verrà accompagnata da interventi indispensabili... perché soltanto così si potrà avere quel necessario cambiamento, altrimenti tutto resterà com'è... inalterato!!!

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