A chiederla, con una lettera al premier Mario Draghi, è il presidente della Regione Nello Musumeci, alla luce, soprattutto, del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, recentemente firmato a Palazzo Chigi tra governo centrale e le Organizzazioni sindacali.
In particolare, scrive il governatore siciliano, «talune previsioni (contenute nell’intesa raggiunta nello scorso gennaio), come quelle in materia di preclusione dei concorsi per la dirigenza, non consentono il ricambio generazionale a fronte dell’opposta esigenza di rafforzare l’azione amministrativa».
Pertanto, per il governo dell’Isola si rende necessaria «un'adeguata riconsiderazione che tenga conto delle ineludibili esigenze di efficienza e rigenerazione dell'Amministrazione regionale, ferme e impregiudicate restando le esigenze di selettività professionale e specialistica».
Nella sua nota, Musumeci ricorda come il Piano sottoscritto in attuazione dell’Accordo Stato-Regione abbia già prodotto, con l’approvazione della legge di Stabilità, alcuni effetti come le «riduzioni strutturali degli impegni di spesa corrente, rispetto a quelli risultanti dal consuntivo 2018».
Tuttavia, aggiunge, «sin da subito è emersa l’esigenza di alcune limitate modifiche che tengano conto del mutato contesto istituzionale, a partire dalla conclusione dell’accordo che il Suo Governo ha opportunamente concluso nel settore del lavoro pubblico».
Da qui la richiesta di deroga anche per quanto concerne i concorsi per la dirigenza.
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