Certo questo termine è difficile da voler affibbiare a quanti operano nella mia Sicilia, ma come dicevo sopra, esiste ancora una parte sana che in questi anni sta provando a resistere, combattendo le difficoltà finanziarie provocate dal "covid", ma non solo, anche agli aumenti esponenziale dei prezzi di acquisto delle materie prime, in particolare quelle del settore energetico e petrolifero, incrementi non previsti che stanno mettendo in ginocchio parecchie imprese e che hanno visto molti imprenditori decidere di chiudere definitivamente i battenti e per quanti di essi ancora determinati a proseguire, resistere anche alle pressioni coercitive esterne, ribellandosi in maniera coraggiosa a quel sistema regolare di aggravio richieste, a cui da sempre si era sottomessi!!!
Desidero affrontare stasera questo tema dopo aver letto in questi giorni di talune inchieste giudiziarie, che hanno visto coinvolti alcuni imprenditori ora indagati per corruzione...
Naturalmente lungi dal sottoscritto entrare nei meriti giudiziari, ma seppur condivido il pensiero legislativo che interpreta qualsivoglia forma di pagamento di tangente una vera e propria forma di corruzione e che quindi essa in se costituisca un reato, ciò non di meno, mi permetto di aggiungere come a volte - nel provare a compiere in maniera più celere la propria attività - si ci ritrova a doversi sottomettere ad un sistema, che obbliga a certi compromessi e nel caso in cui si decisa di ribellarsi, ecco che improvvisamente viene a mancare quella possibilità di operare...
Già perché da noi si sa, per dimostrare al paese intero di essere onesti, beh... bisogna farsi sparare o quantomeno far comprendere a chi di dovere - mettendoci in primis la faccia - che non si ha paura, di niente e soprattutto di nessuno, perché soltanto così, dopo aver dimostrato allo Stato quanto sopra, ecco che lo si obbliga con i suoi uomini ad intervenire, altrimenti - quegli esigui imprenditori coraggiosi - dovranno continuare per operare sottostare a quel sistema oppure possono sempre decidere di chiudere definitivamente, abbandonando le aspirazioni imprenditoriali di una vita o quei desideri di continuità che si auspicava consegnare ai propri figli...
Ho letto nell'articolo di un imprenditore che ha affermato di avere pagato, non per accaparrarsi i lavori, ma per velocizzare l’affidamento di quel proprio appalto, sì... alla luce di un’aggiudicazione che sarebbe avvenuta in maniera trasparente!!!
In definitiva, una mazzetta per comprare non l’appalto, ma il tempo di chi avrebbe dovuto consegnarla o quantomeno seguirla amministrativamente in modo corretto e quindi celere!!!
Ed allora mi sono chiesto: cosa avrebbe potuto fare quell'imprenditore dopo essersi aggiudicato in maniera corretta e trasparente l'appalto???
Mi direte tutti: semplice Nicola... denunciare quel funzionario alle autorità competenti???
Sì... una risposta scontata!!! Vedo che siete in pochi quelli che avete avuto a che fare con la giustizia e soprattutto coi i suoi tempi interminabili, che vedono spesso ahimè quei giudizi ribaltarsi - grazie a procedure ambigue, certamente inique - proprio a favore di chi, era stato per l'appunto denunciato!!!
La verità... è semplice.
Questo paese è come quel cane che si morde la coda!!! E' un problema senza via di uscita, una condizione che porta ciascuno di noi, dopo aver risolto un problema, a doverne affrontarne un altro; un ciclo vizioso e perverso nel quale ci troviamo tutti ad essere coinvolti, in particolare quei pochi imprenditori ancora onesti che con grande difficolta provano a restare retti, ma come si vede... non ci riescono!!!
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