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domenica 31 marzo 2024

Nel giorno di Pasqua, reitero l'inammissibilità del ricorso agli armamenti anche se per fini umanitari!!!

Pochi sanno che la parola Pasqua significa "passare oltre", quindi ripartire...

Si iniziare d'accapo, il concetto di rinascere, uniziare una nuova vita, la stessa che veniva a suo tempo negata dal faraone, che per l'appunto impediva agli Ebrei stanziati in Egitto la libertà e quindi di poter partire per recarsi nella "terra promessa".

Parliamo naturalmente di un racconto biblico e non tutti sono d'accordo nel volergli credere, d'altronde noi cristiani ad esempio per Pasqua, indichiamo il passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo, quasi ad intendere una vita nuova, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a insieme ad egli a risorgere...

Ma anche per gli arabi la Pasqua è una ricorrenza importante, difatti con la Pasqua Islamica (l'Eid al-Adha) s'intende la festa del sacrificio: con tale celebrazione si ricorda il sacrificio del profeta Abramo, primo patriarca dell'islam. Dio infatti, lo mise alla prova, ordinandogli di sacrificare Isacco, suo figlio...

Già... sembra incredibile eppure le tre piu grandi religioni monoteiste festeggiano contemporaneamente la Pasqua ed allora mi chiedo: come sia possibile che viceversa, non si riesca a trovare in questo giorno di festività un momento per "passare oltre" e cercare in tutti i modi la pace!!!

Tra l'altro, la circostanza più vergognosa a cui sto assistendo è il voler utilizzare per l'ennesima volta quelle metodologie coercitive per affermare i propri diritti a scapito degli altri, provando così a reprimere con la forza quando si potrebbe ottenere attraverso il dialogo!!!

D'altronde vorrei ricordare come non esiste alcuna legittimità o diritto giuridico che stabilisca quale sia la corretta procedura per affermarla dal punto di vista internazionale. 

Nessun conflitto difatti può esser ritenuto valido o legittimo, neppure un conflitto preventivo o una guerra compiuta nei confronti di quei paesi che evidenziano il mancato rispettono per i principi democratici, ma ciò non significa coinvolgere tutta la comunità internazionale per confrontarsi militarmente o per prendere posizioni che obbligano anche gli altri stati con meno peso nella coalizione, a dover partecipare ad un eventuale conflitto, se pur legittimo.

Non esiste quindi una guerra moralmente giusta, perché qualsiasi conflitto anche se considerato  intervento umanitario, indipensabile ad esempio per evitare genocidi o stragi di innocenti, può essere utilizzato quale attenuante per ribaltare un regime oppressivo, sanguinario o anche estremista.

Promuovere la guerra significa procurare una quantità enorme di morti violente, lo sanno bene eppure da sempre l'umanità è in guerra e non riesce a vivere senza creare nuovi conflitti, quasi che la morte li debba inseguire (già... come quel film intitolato "Final destination"), ma d'altronde essa è sempre tra noi presente, ci accompagna e soprattutto non ci lascia mai, già... ci tiene legati a un filo, ma mentre in tempo di pace possiamo combatterla (auspicando che gli altri diano una mano), in guerra viceversa siamo soli, già... noi soli contro una parte dell'Umanità che non solo spera nella nostra morte, ma ahimè la promuove attivamente attraverso le armi!!!

I poteri forti ci hanno da tempo illuso che solo attraverso la guerra saremo liberi, sì... che basterà semplicemente ditruggere i nostri nemici per diventare immortali!

E quindi invece di riflettere su come potremmo superare questo nostro limite e cioè attraverso l'assunzione di una corretta responsabilità che ci permetta di difendere non soltanto noi stessi e/o chi riteniamo esser nostri alleati, ma di rapportarci e quindi dialogare, proteggere e garantire, quelle che rappresentano le altrui autonomie e sovranità, se pur lontane dai nostri valori democratici.

Bisogna quindi che tutti coloro che sono attualmente coinvolti in un conflitto armato, dimostrino di saper fare un passo indietro, principalmente ascoltando le ragioni dei loro attuali contendenti e quindi proponendo ad essi una eventauale soluzione pacifica, che conduca alla fine di qualsivoglia conflitto in corso.

Perchè se si continua a farsi logorare dalla vendetta, se si pensa che giungerà un giorno in cui (forse) alla fine del confilitto ci si potrà ergere a vittoriosi, ecco, nel momento in cui non si penserà più alle vite umane perse, allora quanto si è fatto (anche di buono) è diventato ormai del tutto inutile!!!  

La vendetta si sa, non è mai stata una buona strategia. Ed è proprio il messagio pasquale ad insegnarci che nel caso in cui si voglia ottenere una rivalsa, beh... la persona nemica resterà più colpita da un perdono inaspettato, piuttosto che da una vendetta attesa!!!

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