"E' finita... e finito tutto"!!!
Con questa frase esordi il Dott. Caponnetto dopo la strage di Via D'Amelio, anche se poi tutti noi sappiamo di come egli si sia immediatamente pentito d'aver pronunciato quelle parole...
Ma d'altronde come dargli torto... in quei pochi giorni aveva perso prima l'amico Giovanni (Falcone) e poi Paolo (Borsellino) ed allora, a quel momento di sconforto, ecco che seguì quella reazione fortemente umana che per l'appunto portò al pronunciamento di quelle parole così arrendevoli...
Ma l'indomani il Dott. Caponetto era già al lavoro per mandare avanti il lavoro preparato da quei suoi due colleghi, lì... senza alcuna paura, senza mai pensare per un solo istante alla circostanza che chi si metteva in quel periodo contro la mafia, finiva ahimè ammazzato...
Ed allora a differenza di molti suoi colleghi che si dimostravano codardi e preferivano restavano nascosti, egli senza alcuna titubanza, dedicò tutto il suo tempo alla caccia di quei delinquenti, affinché finissero definitivamente alla sbarra!!!
Egli a differenza dei suoi fraterni colleghi riusci a non farsi colpire da azioni violente compiute da quella associazione criminale, attraverso tutta una serie di espedienti, attenzioni e protezioni, che di fatto lo hanno protetto da quei possibili attentati...
Egli non si fidava di nessuno ed evitava qualsivoglia condizione che metteva a rischio la sua persona, ma anche e soprattutto quella della propria scorta che - dopo le stragi - gli era stata assegnata...Uomo serio e fortemente impegnato, ma soprattutto un magistrato che credeva nelle istituzioni e nei suoi referenti...
Infatti, se solo avesse sospettato che quello stesso Stato - di cui egli si fidava - lo avrebbe tradito raggirandolo, garantendo ad egli come suo successore a Palermo l'amico Giovanni Falcone, una circostanza che invece - dopo che egli aveva già lasciato tutto ed era ritornato a Firenze - vide la nomina di un altro magistrato che nulla centrava con il "pool-antimafia" o con la lotta alla mafia siciliana e chissà, già... se fosse rimasto nel capoluogo siciliano, forse quelle stragi non si sarebbero neppure potute compiere, viste le sue capacità umane e professionali...
Egli infatti sapeva dare gli ordini in maniera precisi e rigidi, tanto da obbligare i suoi subalterni ad eseguirli in maniera puntuale e corretta, in particolare quando si trattava di prendere precauzioni per evitare di non restare vittime di attentati...
Difatti, quando i suoi due pupilli, Falcone e Borsellino, iniziarono a scrivere centinaia e centinaia di pagine del documento di quel maxi-processo, entrambi vennero mandati dal Dott. Caponnetto (loro malgrado... ) in un una località segreta di un'isola della Sardegna, affinché potessero lavorare in pace e non fossero in alcun modo rintracciabili...
D'altronde se pensate che egli viveva all'interno di una caserma, quella della Guardia di Finanza, in un piccolissimo ufficio dove scriveva e leggeva sotto una tenue luce e quando qualcuno gli faceva notare che fosse meglio per egli passare in un ufficio più spazioso e luminoso, egli rispondeva: no...no... va bene così, mi sento già abbastanza fortunato di essere qui e ringrazio la Gdf per avermi messo a disposizione quest'ufficio e non smetterò mai di ringraziarli per avermi concesso la possibilità di vivere dentro la loro caserma"!!! Sì... egli non avrebbe mai osato chiedere per se nulla di più!!!Già... egli si accontentava di quella poca luce, chissà ripesandoci mi viene da aggiungere: forse perché egli... brillava già di luce propria!!!
Ed ancora, come non ricordare quei momenti in cui trascorreva il proprio tempo esclusivamente tra la caserma della Gdf ed il Palazzo di Giustizia, evitando - quando vi giungeva - di frequentava quello stesso l Bar, proprio per evitare che ci fosse la possibilità - se pur remota - che venisse visto accanto a qualche personaggio che non doveva esserci oppure fosse avvicinato da un qualche avvocato... difensore proprio di quei boss mafiosi!!!
Sì... sono in molti oggi - tra quei suoi colleghi - a dover prendere esempio da egli, non tanto per quel suo modo di vivere in totale clausura, ma perché grazie proprio a quel suo impegno professionale che oggi, una parte di quella magistratura, può ancora andare fiera!!!
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