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lunedì 7 settembre 2020

Una commissione tiene in ostaggio un’intera regione!!!


Le imprese pagano migliaia di euro per farsi istruire il progetto e poi la commissione non lo esamina oppure lo rigetta con giustificazioni assurde...

Ho letto di casi in cui è stato richiesto un piano di monitoraggio "ante-operam" quando la cava esiste già da decenni e la richiesta è relativa a un progetto di rinnovo per il completamento di un piano di coltivazione originariamente approvato. 

Oppure si chiede l’individuazione delle aree di accantonamento del materiale di scarto quando, così come indicato nello studio di incidenza, “l’attività estrattiva e di trattamento della pietra, non produce rifiuti o scarti, visto che la materia prima è sfruttabile sia per la produzione di massi che di tout venant di cava per la produzione di aggregati lapidei”. 

Lo studio trasmesso all'assessorato contiene una trentina di casi per spiegare nel dettaglio le anomalie riscontrate che stanno creando notevoli problemi a un comparto che fattura oltre 250 milioni di euro di prodotto, dei quali 141 destinati all'estero, e occupa 9.887 addetti in circa 500 cave in esercizio... 

Eco perché la sezione Marmo di Sicindustria, insieme con il Consorzio della Pietra lavica dell’Etna e il Consicav, il Consorzio siciliano cavatori, hanno inviato una nota all'assessore Toto Cordaro, per chiedere un incontro alla Regione “al fine di formulare soluzioni urgenti da mettere in campo”, ma, soprattutto, per spiegare attraverso l’analisi puntuale e dettagliata di numerosi casi concreti, come “oltre che dal punto di vista statistico, l’attività della Cts desti molte perplessità anche sul versante delle motivazioni addotte”. Sostanzialmente, si legge nella nota, “viene sacrificato sull'altare della produttività dei pareri l’esame più dettagliato, approfondito e specifico commisurato al singolo progetto. 

"Avere centinaia di pareri non serve a nulla se la risposta data all'utenza è generica, grossolana e non tiene conto delle situazioni specifiche, non possiamo sottacere – conclude la nota – le situazioni di blocco in cui si trovano le imprese che, inevitabilmente si traducono in perdite economiche, difficoltà gestionali causate dall'indeterminatezza dei tempi burocratici e dall'aleatorietà degli esiti autorizzativi”. 


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