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lunedì 9 novembre 2020

La Cina comanda sul web!!!

Secondo i dati compilati da Nikkei, contando anche Hong Kong, la Cina è nettamente la prima al mondo per traffico di dati su Internet, con 111 milioni di megabit/secondo scambiati attraverso la frontiera, quasi il doppio dei 60 milioni degli Stati Uniti!!!

Terzo in questa classifica è il Regno Unito a 51, seguono Singapore e Vietnam che più degli Usa sono i paesi più coinvolti nello scambio di dati con la Repubblica Popolare.

I dati evidenziano del volume del mercato cinese, ma non dicono nulla sotto l’aspetto qualitativo, decisivo quest'ultimo a livello strategico. 

E' ovvio che la Cina non dominerà mai Internet semplicemente perché scambia più dati con il resto del mondo... come d'altronde non domina la sfera culturale semplicemente perché il mandarino è la lingua più parlata da oltre 2 miliardi di persone...  

Più interessante a livello analitico sarebbe sapere di quali paesi la Cina importa i dati e se i traffici in entrata superano quelli in uscita ed ancora, se l’import cinese è maggiore di quello americano...

Come nei commerci convenzionali, anche nell’ambito dei dati l’attore più importante è il compratore di ultima istanza, colui che più di tutti acquista dall’estero. 

Chi vive di esportazioni dipende dai capricci stranieri, mentre chi vive di importazioni usa quel rapporto di dipendenza con l’esportatore, arricchendolo. 

È il ruolo degli Stati Uniti nella globalizzazione, il paese con la bilancia commerciale più in rosso del pianeta.

In campo digitale, il controllo sui dati serve intanto ad acquisire informazioni essenziali sulle collettività straniere, a farsi un profilo di ciò che le spaventa, le anima. E tramite quel profilo costruire servizi sempre più lucrosi per la digital economy. 

È questo flusso di dati che rende strategica la Silicon Valley per gli Stati Uniti e che gli stessi Stati Uniti vogliono impedire che la Cina inizi a controllare la futura tecnologia 5G...

Ed allora viene da chiedersi... se la Cina scambia tutta questa mole di dati, ma non ci dice a chi glieli offre e in quale percentuale, viene da chiedersi chi è realmente sottoposto a quella sua influenza???


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