Presidente, mi rivolgo nuovamente a Lei in questo momento di grave tensione sociale con lo stesso accorato appello, dovendo constatare con amarezza come le mie preoccupazioni, purtroppo, non siano state scongiurate
Avevo pregato lei e i suoi referenti di intervenire per calmare i toni, per arginare una retorica che mi ricordava, in modo sinistro, quella che insanguinò il nostro Paese.
Le mie richieste, formali e sentite, sono rimaste inascoltate, e ora assistiamo a quanto avevo temuto: disordini che colpiscono cittadini inermi, turisti e quelle forze dell'ordine che sono nostre connazionali, lì a fare il proprio dovere per la sicurezza di tutti, spesso per uno stipendio da fame.
La violenza non inizia sempre con un colpo di pistola. Inizia con una parola, con un’accusa infuocata, con un discorso che trasforma l’avversario in un nemico da annientare. La storia ci ha già insegnato questa lezione, eppure sembriamo averla rimossa. Lei ricorderà come, tra il 1969 e il 1984 - il periodo buio degli anni di piombo - il nostro Paese fu lacerato da uno stillicidio di violenza politica che mieté centinaia di vittime.
Fu un'epoca in cui l'odio verbale si materializzò, culminando in stragi. Ricordo, solo per citare alcuni episodi, la strage di Piazza Fontana, la bomba sull'Italicus, l'eccidio di Piazza della Loggia e l'attentato alla stazione di Bologna. Questi non sono solo eventi storici, sono nomi, sono storie, sono ferite ancora aperte per molte famiglie e per l'intera nazione.
Osservando oggi le diatribe in corso tra i parlamentari di governo e dell'opposizione, mi colpisce la stessa pericolosa leggerezza. I toni sono feroci, le divisioni si approfondiscono, e l'unico obiettivo sembra essere la distruzione dell'avversario, non il bene del Paese.
Questa guerra verbale, questo clima da trincea, rischia di essere la miccia che sta facendo divampare un nuovo incendio che credevamo spento. I giovani, in particolare, rischiano di essere travolti da questo clima, convincendosi che la violenza, in qualsiasi forma, possa essere l'unica risposta.
La prego, Presidente, intervenga immediatamente con la sua autorevolezza. Ristabilisca il dialogo là dove si è rotto. Imponga ai contendenti di abbassare i toni e di rivolgersi ai cittadini con il rispetto che meritano.
Bastava poco - solo alcuni giorni fa - per evitare che la situazione degenerasse come stiamo vedendo, sì... bastava un po' di saggezza e di senso di responsabilità. Lei è ancora in tempo per fermare tutto questo, per ricordare a tutti che la democrazia è un bene fragile, che si nutre di confronto e non di odio.
Si rivolga agli italiani con la stessa solennità con cui ricorda le pagine più dolorose della nostra storia. Parli alla nazione non per celebrare una ricorrenza, un'unità nazionale (ormai apparente) o i consueti auguri di un periodo festivo. Parli per scongiurare l'irreparabile. Perché ciò che stiamo vivendo non è una semplice crisi politica, ma il concreto rischio di una guerra civile che serpeggia tra le nostre strade.
Richiami tutti all'ordine, a iniziare dai suoi politici, da Giorgia Meloni a Elly Schlein, da Matteo Salvini a Giuseppe Conte, da Antonio Tajani a Matteo Renzi. Ognuno di loro deve ricordare che il proprio compito è servire il Paese, non i propri interessi. Il loro dovere è unire, non dividere, risolvere i problemi concreti della gente, non alimentare conflitti inutili di cui l'Italia non ha alcun bisogno.
In queste ore mi sono chiesto se lei non abbia avuto modo di leggere il mio primo post e neppure il successivo, eppure sono stati tra i più letti in quella settimana.
E allora, Signor Presidente, mi permetta di riportare nuovamente alla Sua attenzione i link dei miei precedenti appelli. Quelle parole esprimono - ahimè - ora, la mia profonda delusione per non essere stato ascoltato, ma sono anche la testimonianza della mia ostinata speranza che sia ancora possibile invertire la rotta. Per il bene dell'Italia, non possiamo permettere che il sacrificio di tutte le vittime della nostra storia recente sia vanificato.
Con profonda stima e con la stessa, tremante, preoccupazione di qualche giorno fa, oggi ancor più forte.
I link di riferimento:
https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/09/presidente-mattarella-intervenga.html
https://nicola-costanzo.blogspot.com/2025/09/continuo-ripetermi-ma-le-mie-parole.html
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