Mi permetto di condividere una lettera aperta inviata da "
ASAEC", pubblicata dal quotidiano "
La Sicilia".
Ritengo che quanto riportato dall'Associazione antiestorsione di Catania, rappresenti in maniera conforme la situazione preoccupante in cui versa di fatto la nostra città etnea.
Ecco quindi riproposta la missiva:
L'audizione della Commissione Regionale Antimafia che si è svolta a Catania ha fotografato una situazione preoccupante è pericolosa in cui versa la città...
Una città in attesa di giudizio - l'ha definita Claudio Fava - troppi giudizi sospesi e pochissime le azioni che tendono al riscatto ed una decisa svolta politica e sociale.
Ai meccanismi collusivi e corruttivi proposti dalle organizzazioni criminali e che trovano una buona dose di oleazione in certa parte dell'imprenditoria che ne trae convenienza politica e finanziaria, si aggiunge la "sistematica corruzione elettorale" che incide prepotentemente sulle scelte politiche.
La città non può arrendersi e deve uscire dall'inarrestabile degrado che la sta travolgendo.
Al dissesto finanziario si accompagna un dissesto morale e civile sempre più evidente.
Le recenti operazioni giudiziarie hanno fatte emergere un sistema volto al costante disprezzo delle regole e volto al guadagno dell'illecito.
Precedenti inchieste - prima fra tutte l'operazione Gorgone - hanno evidenziato un perverso è strutturato intreccio tra mafia e pubblica amministrazione fino a spingere il procuratore Carmelo Zuccaro a pronunciare parole forti e dirompenti rivolgendo un accorato appello a tutti gli amministratori che non sono collusi con la mafia: "non siate conviventi cercate di essere più attenti nel controllo di legalità nel vostro territorio".
Ecco il punto: fin quando innanzi a ingiustizie e illiceità faremo finta di nulla, volteremo il capo; fin quando non faremo dell'onestà, della correttezza e del rispetto dell'altro le nostre regole di vita da applicare in ogni campo del nostro agire, allora saremo destinati al degrado e all'arretratezza...
Le città sono comunità fatte di uomini e donne che ne determinano la propria sorte.
Si abbandonino divisioni politiche e pregiudizi ideologici, invidia e personalismi che non producono altro che difetti ed incapacità di risolvere problemi.
Il "sistema città" funziona solo se accanto a coloro che hanno il compito di tutelare la popolazione, ognuno fa il proprio dovere anche se questo comporta sacrifici.
Non possiamo sempre delegare alla decisa instancabile azione della magistratura catanese delle forze dell'ordine, il compito di reprimere malaffare e corruzione, perché questo rappresenterebbe solo un argine, certamente importante, ma pur sempre un argine destinato inevitabilmente a cedere.
Ed allora l'unica strada da intraprendere, andando oltre il dolore urlato, crediamo sia un decisivo è determinato "riscatto", un nuovo patto per Catania, facendo appello alle migliori risorse civili, sociali ed intellettuali affinché tutti insieme si trovi un moto di orgoglio per una ferma e decisa inversione di rotta.
Ecco perché lanciamo un appello a tutti, istituzioni, forze politiche, organi competenti alla gestione della comunità, affinché si apra una stagione di confronto e di ascolto con le tante forze associative presenti in città, affinché si possa portare in maniera costruttiva un contributo concreto al risveglio di una città fin troppo maltrattata.
ASAEC - Associazione Antiestorsione di Catania
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