Sono in pochi a sapere che la data del 25 aprile venne decisa soltanto quattro anni dopo, già... precisamente nel 1949...
La scelta cadde sul 25 aprile perché era il giorno della liberazione dei partigiani delle città di Milano e Torino, ma pochi sanno che la guerra continuò ancora per qualche giorno e precisamente fino ai primi giorni di maggio.
L'hanno definita "festa della liberazione"... ma liberazione da cosa, dal fascismo forse???
Ma se in quel periodo erano tutti fascisti ed erano pochi gli italiani che avevano dimostrato il coraggio di ribellarsi a quel governo del Duce, tanto da esser stati emarginati dalla società civile e in molti casi... deportati!!!
Ecco eprchè nell'esaminare quel periodo storico non si tiene conto delle vicissitudini, è come se si volesse esclusivamente premiare i partigiani, dimenticando volontariamente quanto accaduto a causa loro, mi riferisco a tutte le vittime uccise dai nazisti a seguito degli attentati commessi da quel gruppo di resistenza, ma non solo, si patrla poco del periodo dopo la guerra, che portò - un gruppo ristretto ai partigiani - a compiere un'insensata guerra civile, fatta di saccheggi e violenze gratuite, che per modalità violente, potremmo paragonare peggiori di quelle naziste delle SS...
Per favore quindi non mi parlate di lotta di liberazione dai tedeschi e dal fascismo o di un momento di riscatto politico e militare della nostra nazione, di una riconquista della libertà che portò alla democrazia!!!
Gli italiani avevano scelto il "fascismo", ci credevano fono a morirne... erano esaltati nel vedere il DUX da quel balcone ed oggi, dopo che sono trascorsi più di settant'anni, non si ha ancora il coraggio di raccontare all'opinione pubblica quella verità scomoda e cioè di descrivere obiettivamente quanto accaduto, senza liquidare quel periodo tragico come fosse un infortunio...
Si sa... nei successivi anni si è cercato di portare avanti una nuova costruzione della memoria, in particolare grazie alla pubblicazione di libri (scritti da quei social-comunisti) o di articoli stampati da quotidiani d'ispirazione cattolico-democristiana, dove si è creato uno stereotipo di quella Resistenza, divenuta con gli anni -
in particolare fra gli strati meno acculturati - l'unica vera componente, che determinò la liberazione del nostro paese!!!
Ma se per un istante ci fermassimo a rileggere la storia o quantomeno se nutrissimo riserve su quella loro fondatezza, ci accorgeremo di come una grossa parte del paese durante il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, avesse espresso per l'ennesima volta la propria fiducia a quel re fedifrago!!!
"Monarchia o Repubblica" fu la domanda posta agli italiani in quel referendum e dobbiamo ricordare come poco più della metà di quel 54,3% degli elettori (e per fortuna furono ammesse per l'occasione al voto le donne, altrimenti non si sarebbe raggiunta la maggioranza...) votò per la Repubblica, con un scarto minimo di appena due milioni di voti, decretando così la fine della Monarchia...
Viene quindi da chiedersi:
Ma come... metà degli italiani votarono per quella monarchia (la stessa che aveva permesso a Mussolini di diventare dittatore, quella stessa monarchia che nel momento del pericolo era fuggita via per recarsi in Svizzera, saccheggiando i forzieri del nostro paese), invece che premiare i partigiani e quindi la resistenza da essi compiuta a solo un anno dalla liberazione???
Quanto sopra insegna come i ricorsi storici si ripetano!!!
Ad esempio vedasi quanto sta accadendo in questi giorni... e di come la paura dell'italiano di allora venga riproposta oggi...
Già... quel timore per tutto ciò che è il nuovo e quella desiderata riproposizione di continuità che suona come implicita sconfessione delle istanze di rinnovamento incarnate allora dal movimento di liberazione e oggi dai movimenti politici definiti "populisti"...
Ancora una volta, a distanza di tanti anni, le nostre forze istituzionali provano a influenzare l’opinione pubblica descrivendo quel periodo in maniera difforme, ignorando appositamente quanto accaduto e cioè che allora il nostro paese aveva molto da farsi perdonare dai vincitori perché con se portava le colpe non solo del fascismo, ma anche della guerra rovinosa da esso dichiarata.
Ecco perché oggi dobbiamo rivalutare quel periodo e la sua resistenza, dobbiamo guardare a tutta la vicenda che inizia con il periodo prefascista e si conclude con la guerra di liberazione e con tutte le migliaia di vittime decedute a causa di "giustizie sommarie" improvvisate da quei tribunali militari "partigiani"...
Cerchiamo prima di tutto quindi di capire e di comprendere cosa ha significato vivere in quel periodo, coglierne le diversità morali e collocarle in un'epoca terribile e di guerra, imbarbarito da una violenza estrema perpetrata sulla popolazione civile, senza precedenti nell'età contemporanea...
Il tempo della resa dei conti è finito e il nostro Paese deve saper andare avanti, ammettendo in primiss le proprie colpe che come sappiamo, sono state troppe!!!
D'altronde, nasconderci ancora una volta non servirà a nulla, come peraltro provare a festeggiare una liberazione che non vi è mai stata non darà certamente al nostro paese nuova dignità o il rispetto di coloro che oggi siedono insieme a noi come partner europei o per essere ora uniti in quella alleanza militare intergovernativa chiamata NATO....
Di contro, riuscire ad ammettere i nostri errori, farà crescere le coscienze dei nostri giovani (sì... sono gli stessi che oggi non sanno neppure cosa si stia festeggiando), affinché gli errori di allora non abbiano a ripetersi...
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