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giovedì 4 giugno 2020

Catania: altro che "Dialogo sulla corruzione"...

Dopo aver ascoltato in Tv stasera il Procuratore Zuccaro sulla fitta rete di corruzione emersa dall'inchiesta giudiziaria ancora in corso, Vi propongo una serie di post - se pur ancora in fase di completamento - che riportano in maniera perfetta, quelle analogie che in queste ore sono state fatte emergere da parte della nostra Procura Etnea e che purtroppo dimostrano per l'ennesima volta, di come la corruzione in questa nostra terra, non trovi mai fine...
"Nelle parti d'Italia dove l'illegalità è diffusa v'è una stretta connessione con l'assenza o carenza di spirito comunitario e/o con le carenze dello Stato"!!!
Inizia con questa introduzione (di Sabino Cassese) il libro scritto dall'arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi e dal Prefetto di Catania, Claudio Sammartino.
Su quanto sopra mi permetto di consigliarVi un articolo pubblicato sul web da "Huffpost" al link: https://www.huffingtonpost.it/entry/un-arcivescovo-e-un-prefetto-affrontano-la-corruzione-e-la-mafia_it_5ed4ce71c5b6a04fae20586d -
Purtroppo non conosco il nome del giornalista che ha realizzato il video, ma vorrei dire che condivido pienamente quanto egli ha detto anche se avrei preferito che egli esprimesse una propria nota personale e non riportare  in sintesi quanto descritto in quella pubblicazione... 
Ed allora ho deciso che sarà il sottoscritto a realizzare quell'analisi, chissà forse anche critica ma certamente distaccata dal pensiero dei suoi autori, provando altresì a fine studio di esprimere una propria considerazione su quel mondo della corruzione e su quell'associazione mafiosa che da sempre attanaglia questa mia regione, in particolare su una determinata provincia, quella di Catania, che ovviamente più di altre realtà conosco alla perfezione...
Posso infatti affermare, quasi con assoluta certezza, di come questo territorio sia gravemente contagiato da una infezione (anche se sono molti a differenza del sottoscritto preferiscono celarne l'argomento - già... mi sembra per analogia di essere in Cina, vedasi ad esempio quanto accaduto in questi mesi con quelle mancate informazioni sulla diffusione del Covid-19), già... perché la maggior parte dei miei conterranei è stata ahimè da generazioni "infettata", non dal "coronavirus" , ma da una dilagante corruzione e da quella ubiquità conosciuta con il nome "cosa nostra"!!! 
E quindi, nel tentare valutare in maniera obbiettiva se esiste  in questo libro quella formale distanza da "retorica e moralismo", ma soprattutto per poter avvertire anch'io quell'onda emozionale descritta dal giornalista, la stessa che ormai non percepisco da tempo, in quanto, leggendo le pubblicazioni acquistate di recente su questo stesso argomento, ho potuto scoprire come a quei loro autori interessi di più vendere i propri libri, che diffondere quel messaggio "impegnato", basato sull'esigenza di voler trasmettere quella cultura di legalità...
Nell'iniziare la lettura di questo libro il mio primo pensiero è stato: ma perché riunire per l'argomento un uomo di chiesa con uno di legge??? 
Ciascuno di essi rappresenta in se contesti non solo diversi ma anche distanti e forse chissà sarebbe stato forse meglio per ciascuno di loro scrivere un proprio libro,  nel quale sicuramente avrebbero potuto descrivere il proprio ambito in maniera più ricco di particolari... 
Comunque, in questa sede non entro nei meriti di questa loro scelta collaborativa, preferisco viceversa esaminare dall'esterno in quali modi essi hanno provato ad analizzare quel virus diffuso ed implacabile della corruzione, presente in ogni ambito della società a cui va sommato quel contagio "mafioso" con cui questo sistema corruttivo si lega in perfetta simbiosi, cui purtroppo nessun antidoto sembra riuscire ad isolare o ancor meglio a debellare!!!
Il libro s'intitola "Dialogo sulla corruzione. Giustizia e legalità, impegno per il bene comune" e si comprende ciascun dei due autori interviene in ciò che conosce meglio, per cui il Prefetto sviluppa l'attuale  legislazione e le norme di contrasto alla corruzione, mentre il vescovo s'inserisce nella società civile, nei comportamenti che i cittadini dovrebbe evidenziare, in particolare nel dimostrare d'essere capaci di allontanare tutte quelle forme di corruzione a cui quotidianamente vengono allettati, ampliando inoltre anche a quella sfera religiosa, tutte le problematiche emerse nel corso degli anni passati, approfondendo ( anche se ritengo in maniera molto soft ) alcuno comportamenti compiuti in maniera discutibili dai suoi colleghi "talari" siciliani...
Mi scuso con i lettori, ma l'argomento è così vasto che ha necessità di essere affrontato in maniera ampia, ma nello stesso tempo questo abbisogna di essere approfondito sin dentro i minimi particolari e ciò ovviamente sta determinando per il sottoscritto la realizzazione di più post, i quali a breve verranno pubblicati...

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