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venerdì 6 maggio 2022

Il peso "piuma" dello Stato in Sicilia...

Già... il messaggio che si è provato a far passare in questi ultimi anni - in particolare nella mia regione Sicilia - è stato quello d'aver messo in moto un cambiamento morale che è riuscito, in ciascuna sua occasione, ad affrontare aspetti sociali, politici, culturali ed economici, per avversare in pieno quanto viceversa diffuso tra i miei conterranei nel ridurre ad un semplice confronto, il contrasto in atto tra le istituzioni e quell'organizzazione criminale. 

Ciò che si vorrebbe far credere a tutti noi è che vi sia in atto un movimento culturale per la salvaguardia della democrazia, ciò attraverso una ampia partecipazione popolare, la presenza di servizi sociali, ma soprattutto un modello di sviluppo basato sui bisogni dei cittadini e sulla gestione equa delle risorse, attraverso il rifiuto delle violenza e di quelle metodologie illegali, coercitive e corruttive, elementi che sono fondamentali e che consentono di dare spazio per l'appunto a quella mafia di "casa-nostra"!!! 

Difatti... la premessa espressa da quei soggetti è che questa non può essere estesa a tutti, in particolare alle classi sociali meno ambienti, pur riconoscendo di fatto legami intrinsechi con una parte di essa, come la politica, l'imprenditoria, talune professionalità ed anche con la magistratura e le istituzioni, legami che se pur vanno ricondotti in ambito di rapporti occasionali, si tratta comunque di legami rilevanti che di fatto non dovrebbero esserci...

Ecco quindi che si è provato a limitare quelle organizzazioni mafiose come a delle focalizzate "strutture territoriali" e di conseguenza, quel loro contrasto può essere compiuto senza profondi stravolgimenti sociali, ma attraverso la semplice repressione giudiziaria e la confisca dei patrimoni economici e patrimoniali, recidendo così quei legami con la società civile e l'economia.

Certo trovare quel giusto equilibrio non è semplice anzi tutt'altro, leggevo tra l'altro alcuni giorni fa di come nella natura umana troviamo tre cause principali di contesa: la competizione, la diffidenza e la gloria: la prima fa sì che gli uomini si aggrediscano per guadagno, la seconda per sicurezza, e la terza per reputazione.

Ecco perché in Sicilia il peso dello Stato non si è mai concretizzato, perché l'unica volta che si è fatto sentire è stato sotto il fascismo, un periodo quello che tra migliaia di errori e fallimenti compiuti è stato in grado di dare all'epoca l'immagine di uno Stato serio, che riusciva a farsi rispettare e che non esitava ad organizzare la lotta contro la mafia.

Ecco perché ho difficoltà a credere a quel propagandato concetto di cultura della legalità... perché esso si concentra esclusivamente nella subordinazione del potere al diritto e quella concezione che attribuisce allo stato una larga partecipazione e soprattutto un ampio controllo nei vari settori...

Ma se osserviamo quanto accade e le leggi ingiuste promulgate si comprende come di recente, si sia affermata una nuova cultura della disobbedienza civile e dell'obiezione di coscienza che di fatto allontana da quella "cultura della legalità" mentre dovrebbe viceversa essere strumento e forma di giustizia sociale!!!

Difatti, senza questa combinazione tra affermazione del diritto e valorizzazione della giustizia non si riuscirà mai ad incidere sulle cause dell'azione criminale, poiché la mancanza di regole certe e di provvedimenti atti a tutelare e garantire gli interessi dei più deboli, porterà (per come sta avvenendo...) alla rottura  sociale e sarà terreno di conquista dei poteri forti!!!


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