Tuttavia, è doloroso constatare come troppo spesso essa diventi un terreno fertile per generazioni intere, ciascuna di esse sterile e incompetente.
Parlo di padri, fratelli, figli… sì, intere dinastie che prosperano grazie alla politica, ma che non hanno mai apportato alcun contributo concreto al progresso del Paese!
Questi individui inadeguati non conoscono il merito, non sanno cosa significhi conquistare un risultato con fatica e sacrificio. Hanno sempre vissuto in maniera agiata, beneficiando di privilegi che derivano non tanto dalle loro capacità, quanto dalla loro appartenenza.
Sono il prodotto di un sistema che ha da sempre premiato circostanze come connivenze, raccomandazioni, favoritismi, compromessi… Mi riferisco a tutti quei legami con enti pubblici, associazioni, ordini, fondazioni, logge, e mai a quelle competenze indispensabili. Così, noi cittadini paghiamo il prezzo delle loro carenze.
Alcuni di loro hanno approfittato di gravi circostanze: per esempio, molti hanno fatto carriera grazie alla morte di un familiare per mano della mafia o della criminalità organizzata (la stessa che, grazie allo scambio di voti, ha poi permesso ai loro discendenti di rimanere al potere). Un cinico sfruttamento del dolore e del sacrificio che rende la situazione ancora più amara.
E mentre loro godono di stipendi, vantaggi e potere, la collettività affronta sfide sempre più dure: un sistema sanitario in crisi, un’istruzione trascurata, infrastrutture che crollano, e opportunità per i giovani che si riducono drasticamente.
La verità è che queste generazioni non solo non costruiscono, ma sottraggono risorse preziose che potrebbero migliorare la vita di tutti noi.
È giunto il momento di rifiutare la politica come rendita di posizione, un comodo rifugio per chi non è in grado di contribuire realmente.
È tempo di scendere in piazza, anche per chi, attualmente sovvenzionato da quel sistema che attraverso le briciole ha comprato il loro immobilismo, ha il dovere di alzarsi!
Dobbiamo chiedere responsabilità, trasparenza e merito. Solo così possiamo sperare in un futuro in cui chi governa lo faccia per il bene di tutti, e non solo per il proprio tornaconto.
È tempo di spezzare queste catene di favoritismi e inefficienze, prendere esempio da Paesi più democratici, e pretendere il cambiamento necessario. Il futuro non può più essere affidato a chi si aggrappa al passato, senza offrire nulla di nuovo!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.