Hanno occupato l’edificio del Municipio di Massa Carrara per chiedere le dimissioni del sindaco...
Erano più di duemila le persone fuori a protestare...
Migliaia di cittadini, che ha dovuto subire l'ennesima violenza di quest'ultima alluvione..., precisamente la quarta in 11 anni e che ha colpito un'altra nostra regione, senza che come sempre, nessuno si preoccupi di realizzare quelle opere di contenimento, poste a salvaguardia e sicurezza dei propri cittadini...
Dopotutto a questi amministratori della cosa pubblica cosa interessa... stanno lì, chiusi in quei loro uffici a perdere il loro tempo, ben retribuiti, già, stipendiati dai quei poveri fessi, che si ritrovano a dover pagare tasse per IMU, IRAP ,IRPEF ,IVA, ACCISE e via discorrendo, per avere in cambio cosa..., il niente, soltanto vedere inghiottita la propria casa allagata da fango e l'acqua, dopo tanti anni di sacrificio!!!
Sappiamo bene come non ci sia peggio di una folla inferocita e l'altro giorno ne abbiamo avuto un'esempio... perché ai soliti cartelli di protesta è stato fatta circolare ben in evidenza, una corda a mo' di sentenza..., è questo fattore rappresenta un grave pericolo, perché può essere la scintilla per l'innesco di quella possibile recrudescenza
E' da evitare quel messaggio in cui... l'unico modo per risolvere i loro problemi è attraverso un cappio al collo...
Il primo cittadino, aveva appena iniziato a parlare ed è stato assalito dai manifestanti e successivamente si è preteso che tutta la giunta di centro-sinistra - ritenuta responsabile - vada a casa... e bisogna ringraziare le forse dell'ordine presenti se siamo ancora qui a parlarne...
C'è chi ha iniziato lo sciopero della fame e chi ha occupato la sala consiliare, gli altri sono rimasti fuori dal municipio, hanno continuato a manifestare, accendendo anche i fumogeni...
Si assiste inermi a come l'esondazioni stanno distruggendo il nostro paese, le abitazioni di quei poveri cittadini, le fabbriche e le botteghe degli artigiani, i negozi dei commercianti, le auto finite sotto una montagna di fango... e purtroppo ancora da pagarsi...
Ora, fin tanto si parla di oggetti, di beni materiali, finché sono questi ad essersi danneggiati, se pur nel dispiacere di quanto andato perso, si può avere ancora quella forza di reagire e con il sostegno di un vero Stato, ripristinare quanto andato perduto... ma quando sono le vite innocenti a non esserci più, quando a causa della negligenza sono i nostri cari a rimetterci... ecco che allora non si può pensare di restare impuniti...
E' finito il tempo del "lavarsi le mani", di addebitare ad altri quelle proprie responsabilità..., di affidarci sempre alle solite indagini della procura, quei disastro colposi... dove non si trovano mai indagati ed i fascicoli d’inchiesta vengono aperti contro i "soliti ignoti"... classici atti dovuti che arrivano in ritardo, sempre dopo i tragici eventi che hanno colpito i cittadini, e dove non si vede mai nessuno iscritto nel registro degli indagati, anche se i primi a dover essere coinvolti, dovrebbero essere proprio quei rappresentanti delle istituzioni che avrebbero dovuto intervenire per non dover giungere oggi a far fronte a queste emergenze.
Oggi, possiamo verificare se, nel corso i questi anni, i nostri amministratori, abbiano adottato tutte quelle opportune procedure tecnico/amministrative, quei lavori necessari ad evitare quanto poi di fatto accaduto, che si sia veramente fatto davvero tutto il possibile per evitare un possibile disastro, o se invece come sembra, vi siano state certamente delle omissioni nell'opera di prevenzione e/o nelle procedure di allerta per la popolazione civile...
Certo ora che il danno è avvenuto, si guarda con la lente di ingrandimento a quanto accaduto e si cerca di prendere quegli - ormai inutili - provvedimenti, tentando d'intervenire con le solite promesse politiche che sappiamo fin d'ora... non verranno realizzate!!!
Si parla tanto, si sottolinea l’importanza della prevenzione, ci si giustifica con le poche risorse disponibili, si punta il dito soprattutto per i tagli agli enti provinciali e ci sofferma sulla incapacità di comunicazione nei periodi delle probabili allerte, modalità quest'ultime di comunicazione che, ancora oggi nel 2014, avvengono a mezzo fax o con l'invio di una posta elettronica certificata..., un modo d'operare antiquato soprattutto quando - per le sopraddette circostanze - tutte le nostre sovrastrutture impiantistiche (in particolare quelle telefoniche) dovessero andare - come quasi sempre succede in questi casi - in tilt...
E' il momento di cambiare e non parlo solo delle modalità operative della protezione civile, ma di quanti, trovandosi in quelle stanze dei bottoni, non fanno altro che creare noi, solo e soltanto problemi...
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