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sabato 20 giugno 2015

Fabrizio Corona... finalmente libero!!!

Per uno Stato di diritto come il nostro, la condanna inflitta a Fabrizio Corona è stata una vergogna. 

Neanche i talebani, con i loro metodi brutali, avrebbero usato una coercizione così spietata nei confronti di un detenuto.

Dove sono i diritti dei cittadini? Con quali criteri vengono commisurate le pene? 

Chi uccide, sequestra, violenta, chi gira armato di machete per mutilare vittime innocenti esce di prigione dopo pochi giorni. Chi, invece, impugna una macchina fotografica – sì, ricattare è un reato deprecabile e giustamente punibile, ma con una pena proporzionata – viene condannato a 16 anni. Troppo, decisamente troppo.

Neanche i peggiori mafiosi hanno ricevuto trattamenti simili. 

E cosa dire allora del sistema criminale che ruotava attorno a Roma Capitale, con i suoi politici corrotti? Per certe azioni accertate, i responsabili meriterebbero di marcire sotto terra, con la chiave gettata nel primo water-closet disponibile.

È evidente che qualcuno ha paura. Forse più di qualcuno. Perché esistono ancora documenti scomodi, in mano all'ex re del gossip. Foto, video, prove che – se fatte emergere – potrebbero scatenare uno scandalo senza precedenti. Non serve immaginare troppo: tra quei file potrebbero esserci nomi eccellenti, insospettabili volti pubblici, modelli di famiglie "perbene", segreti che, una volta rivelati, farebbero ridere tanti… e piangere qualcun altro.

La prima immagine di Corona dopo il carcere è un selfie che parla da solo: il suo volto appare provato, segnato, stanco. Persino i tatuaggi, una volta aggressivi e provocatori, sembrano sbiaditi.

L'importante, ora, è che sia fuori. E un grande merito va ai suoi avvocati, che lo hanno difeso con le unghie contro un sistema ancora condizionato da giochi di potere politico e imprenditoriale. Va riconosciuto anche l'impegno di Don Mazzi, che ora ha il compito di aiutarlo a ricostruire la sua vita, proteggendolo proprio da quel mondo dei paparazzi che un tempo alimentava.

Adesso Corona deve solo riprendersi, circondarsi degli affetti che non lo hanno mai abbandonato, riabbracciare la sua famiglia. E poi, quando sarà pronto, riorganizzare la sua vita.

Ma un giorno – quando tutto sarà passato, quando il suo nome non sarà più al centro dell'attenzione – potrebbe arrivare il momento della vera vendetta. Non in modo impulsivo, non con rabbia. Ma con metodo. Da un’isola sperduta, lontano da questo paese, basterebbe una semplice connessione a Internet per far emergere tutto quello che finora ha conservato in silenzio.

E allora, quel giorno, i giochi di potere crolleranno. E sarà una vendetta dal sapore di giustizia.

Dopotutto, vendicarsi – nel linguaggio moderno – significa ottenere soddisfazione per un torto subito, distruggendo chi lo ha inflitto.

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