Rispondo al commento di "Logaritmo", pubblicato su LIVE SICILIA CATANIA di Venerdì 29 Luglio.
La ringrazio per il sostegno e le
belle parole che ha voluto rivolgere alla mia persona.
Vede, quanto Lei purtroppo fa emergere
sulla mancata solidarietà o sui cosiddetti “silenzi”… costituisce
principalmente il motivo per il quale da
sempre mi batto in tutte le sedi, tra cui anche attraverso il mio blog: “
liberipensieri” (
http://nicola-costanzo.blogspot.it o
http://nicolacostanzo.com).
Perché vede, in questa nostra
bellissima terra… sono in molti coloro che puntano l’indice e si sentono
indignati quando leggono sulle varie inchieste che quotidianamente emergono da
parte delle procure siciliane o quando vengono evidenziati, fatti e collusioni,
a cui solitamente seguono arresti e/o condanne eccellenti…
Ma quando si tratta di fare il
proprio dovere e cioè di denunciare fatti o circostanze di cui si è venuti a
conoscenza, ecco che allora in tutti quei casi, ci si cela dietro quell'unico
comportamento conosciuto e “omertoso” che fa sì, che quel sistema clientelare e
corruttivo, continui a fare proseliti…
Vede, chi non ha avuto modo di conoscermi
personalmente, potrebbe pensare che il sottoscritto, "all'improvviso” o senza alcun preciso motivo, abbia deciso di manifestarsi
o di denunciare quanto sopra riportato…
Vorrei innanzitutto precisare
come, lo stesso, sia stato gentilmente invitato a partecipare ad una intervista
per - comprendere in maniera diretta – come viene vissuta l’esperienza
di un dipendente che si trova ad attraversare tutte le fasi gestionali di una
società che passa, da quella ordinaria al periodo d’interdizione antimafia, con
il relativo sequestro delle quote, per poi quindi proseguire con quello della
confisca e concludersi dopo molti anni, con la restituzione delle quote
societarie.
D'altronde, ciò che molti non
sanno, è che la lotta alla illegalità, nasce da un sentimento profondo, che da
sempre si dimostra “intraprendente ed operoso” e che mi vede per l’appunto membro
di alcune note associazioni di legalità, quali “Libera” e “Francesco Agosta”;
inoltre, in questi anni, ho cercato di dare, quando richiesto, il mio piccolo
contributo all’Associazione “AddioPizzo Catania” ed in particolare, da pochi
mesi, sto partecipando attivamente con l’Associazione “Emanuele Piazza” di
Palermo, con la quale si stanno definendo, tutta una serie d’iniziative per la
promozione di una “cultura di legalità” nella Provincia di Catania.
Posso dimostrare (attraverso copie dei documenti protocollati o
inviati a mezzo raccomandata, Pec e/o email) come in questi anni, mi sia impegnato, inviando note direttamente a quanti – per competenza
– avevano incarichi istituzionali...
Per esempio... al Presidente Umberto
Postiglione dell’ANBSC, al Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy
Bindi e/o al Vicepresidente Claudio Fava; al Presidente ANAC, Raffaele Cantone;
analogamente ho provveduto a segnalare alle Procure di Catania ed di Siracusa,
fatti e circostanze, che ritenevo di notevole importanza (e che nulla avevano in legame con la mia ex impresa), affinché si
potesse giungere a sensibilizzare le istituzioni preposte e di conseguenza anche l’opinione
pubblica…
Tra ieri e oggi, ho ricevuto
telefonicamente (e via sms, email,
whatsapp, social) molti attestati di stima, complimentandomi per aver fatto
emergere un grave problema, quello delle migliaia d’imprese della nostra
regione sottoposte a provvedimenti d’interdizione, che non comprende esclusivamente
la salvaguardia dei posti di lavoro, ma evidenzia il rispetto e l’applicazione
di tutte quelle procedure previste - durante la gestione dei beni sequestrati
e/o confiscati - ed espresse perfettamente nella legge Rognoni-La Torre… perché
solo così facendo, si potrà ricostruire la fiducia dei cittadini verso le
Istituzioni…
Quanto fatto quindi non ha nulla
di speciale o di meritevole, perché come ripeto sempre alle mie figlie, “occorre compiere fino in fondo il proprio
dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché
è in ciò che sta l'essenza della dignità umana”.
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