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sabato 27 novembre 2021

Quella gestione ambigua dei beni sequestrati e confiscati...

La chiamano "gestione", sì... ma credo che poco o nulla possiedano quei suoi incaricati in professionalità nello gestire quelle società sottoposte a provvedimenti interdittivi...

Se poi a quanto sopra ci si aggiunge anche il rischio concreto di depredare i patrimoni mobiliari e immobiliari di quelle società a loro affidate, allora diventa evidente il contrasto dello Stato a quelle strutture (forse) in odor di mafia, in quanto chi dovrebbe farle rientrare nella legalità, preferisce di fatto approffitarne, con l'aggravante di reiterare con quegli abietti reati...

Denaro che sparisce... soldi che finiscono in quei meccanismi "cinesi", certamente truffaldini di quella gestione delle amministrazioni giudiziarie...

Abbiamo letto in questi anni il fallimento compiuto dallo Stato, se pur negli anni i suoi apparati istituzionali hanno ben prtetto o per meglio dire "insabbiato" i metodi poco leciti utilizzati da quei suoi uomini e donne durante gli incaricati ricevuti...  

Ma quando finalmente si credeva che tutto fosse rientrato nella norma, ecco che improvvisamente un giudice di Palermo per le indagini preliminari, ha firmato una nuova ordinanza di custodia cautelare, ponendo agli arresti domiciliari un amministratore giudiziario (commercialista) e sua moglie... 

La circostanza più inquietante a cui il Gip fa riferimento è: “il requisito della concretezza e dell’attualità del rischio di reiterazione specifica è agevolmente desumibile dal fatto che tutti i delitti in contestazione sono tra loro legati da un unico movente, costituito dalla deviazione delle funzioni di pubblico ufficiale che ha consentito all'amministratore giudiziario (e a sua moglie...) di depredare i patrimoni delle società sequestrate fino ad epoca recente”.

Episodi di peculato quindi che rischiano di non essere i soli.... a cui d'altronde l'amministratore di fronte ai reiterati solleciti, non ha depositato i rendiconti di gestione, né la documentazione dell’attività svolta, rendendo così impossibile, di accertare se vi siano state condotte appropriative”!!!

Già... fintanto che gli incarichi procederanno per come finora fatto, con magistrati che da quei Tribunale affidano ai loro più intimi amici la gestione di quelle società d'amministrare, diventa sicuramente impossibile cambiare questo stato di fatto e quella sua gestione subdola!!!

La verità è che bisogna premiare chi è capace, chi ha dimostrato nel corso della propria esperienza professionale di avere avuto polso, di aver saputo gestire con oculatezza le società a egli affidate e soprattutto è stato capace di tenere a debita distanza quei referenti "interdetti", senza permettere loro possibili ingerenze o prevaricazioni...

Perchè quindi ci si è meravigliati su quanto accaduto in queste ore a quell'amministratore giudiziario di Palermo???  

Sì... quanto emerso non è altro che la consuetudine, vedrete infatti come a breve altri inchieste analoghe seguiranno, perché purtroppo, sono in molti all'interno di quegli apparati a volere che questa "benedetta" condizione, possa continuare all'infinito!!!

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