Ho sempre rifiutato le raccomandazioni e lo stesso ho insegnato alle mie figlie!!!
Non per un banale orgoglio, ma perché ho sempre creduto che la soddisfazione più grande sia conquistarsi da soli il proprio cammino.
Posso dire di esserci riuscito, ma devo ammettere che nel corso della mia vita la sfida è sempre stata ardua, ancor più in questi ultimi 15 anni, da quando ho deciso di occuparmi in prima persona di legalità in maniera concreta e ciò comprenderete, in un paese corrotto e soprattutto mafioso, ha destato in molti forte preoccupazione, situazione che ho pagato in prima persona...
Ma quanto occorso non mi ha minimamente scoraggiato: come ripeto spesso, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e in fondo, affrontare difficoltà maggiori, rende il loro successo ancora più appagante!!!
Si qualcuno va dicendo che nella vita non prevalgono i più forti o i più intelligenti, ma coloro che si sanno adattare.
Quindi non querce come il sottoscritto, ma giunchi, già... capaci di piegarsi senza spezzarsi.
Tuttavia, questo adattamento, questa "elasticità", fino a che punto è una dimostrazione di intelligenza e flessibilità? E quando, invece, scivola - come ormai consuetudine - verso la disonestà?
La linea di confine è sottile... l’elasticità può diventare compromesso, e il compromesso, in alcuni casi, può tradursi in scorrettezza, ma dove si colloca questo limite? Forse nelle esperienze di vita di ognuno, nei valori che scegliamo di coltivare???
In molti casi, credo che il confine venga tracciato dai "precedenti": quei momenti in cui una piccola concessione all’ingiustizia inizia a pesare più del rispetto per la lealtà e l’onestà.
Di solito, questi precedenti si manifestano quando siamo privati di qualcosa di materiale: denaro, opportunità, o persino dignità, ed è qui che l’elasticità rischia di trasformarsi in un vendersi, in un abbassarsi a compromessi "sporchi": è il momento in cui un’ambizione – o una necessità – si impone sui nostri valori.
Personalmente, non sono mai sceso a compromessi, sì... la mia autostima, che considero un valore prezioso, non mi ha mai permesso di accettare scorciatoie!!!
Il sapere di aver ottenuto un qualcosa grazie ad una raccomandazione, piuttosto che per meriti personali, lederebbe profondamente la mia autostima, una forza interiore senza la quale mi sentirei fragile, vulnerabile...
Il sottoscritto di contro vuole essere libero da qualsivoglia coercizione, compromesso, libero soprattutto come faccio in questo mio blog,di criticare, di dire ciò che penso, di mandare a fanculo, di fare la morale a chiunque, senza temere di essere attaccato per eventuali scheletri nell'armadio, di vivere secondo i miei principi, sì... di legalità, onestà e soprattutto integrità.
E questo è ciò che ho trasmesso alle mie figlie, con orgoglio!!!
Comprendo però che in un Paese corrotto e infetto come il nostro, la tentazione sia grande, soprattutto quando una raccomandazione sembra il modo più semplice – o l’unico – per ristabilire un equilibrio di giustizia.
Ma è proprio qui che si apre una riflessione importante...
La raccomandazione, o meglio la segnalazione, non è in sé sbagliata.... in altri Paesi ad esempio è uno strumento legittimo per valorizzare i meriti di chi li possiede davvero, una pratica trasparente e rispettabile.
Solo qui da noi, purtroppo, è stata corrotta, diventando sinonimo di ingiustizia!!!
Da noi, non viene usata per premiare il talento, ma per avvantaggiare chi ne è privo, spesso a discapito di chi lo meriterebbe davvero.
Ecco il vero problema: non è l’elasticità in sé a essere sbagliata, ma il modo in cui viene usata.
Quando pieghiamo i nostri valori alla convenienza, non stiamo più "adattandoci": no... ci stiamo svendendo!!!
E in quel preciso momento perdiamo qualcosa di più prezioso di qualsiasi vantaggio materiale, già... perdiamo noi stessi!!!
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